20 marzo 2022

Sandro Gorra, L’arte dell’attimo – Chiesa di Sant’Agostino e altri luoghi

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Quarantadue opere tra lavori pittorici, illustrazioni e sculture oltre a sei grandi collage, a firma di Sandro Gorra in scena a Pietrasanta: una conversazione con l'artista

Sandro Gorra, Teste Calde, 2020

“Sandro Gorra, L’arte dell’attimo”, a cura di Gianluca Marziani, è la mostra diffusa inaugurata a Pietrasanta e visitabile fino al 5 giugno 2022. Mostra che si snoda per vie, piazze e luoghi d’arte di questa storica cittadina della Versilia internazionalmente nota come capitale dell’Arte e degli artisti che lì vi operano da tutto il mondo, e delle innumerevoli gallerie che vi creano cultura da sempre.
Incontriamo l’Artista nel bellissimo chiostro della Chiesa di Sant’Agostino, una delle sedi della mostra.
Quale fra tutte le sue opere esposte ama di più, chiediamo all’artista.
«Decisamente il segno – ci risponde Gorra – Devo dire che ero perplesso nel fare i volumi,le sculture. Poi mi sono innamorato della tridimensionalità, come fosse la parte nascosta della Luna. Scoprendo che quando fai una scultura sei obbligato ad avere tutte le dimensioni e che è bellissimo».
Cosa le piacerebbe si raccontasse di questa mostra?
«Mi piacerebbe si raccontasse della fiaba che c’è dentro perché in effetti è una fiaba per adulti. Mi piacerebbe anche scuotesse un po’ le coscienze intorpidite sul problema della bellezza che sta scomparendo e che le mie giraffe, protagoniste di molte delle opere, rappresentano».
Una fiaba o anche un po’ una farsa dato che l’ironia rappresenta chiaramente la cifra stilistica del suo racconto poetico?                                                                   «Sì, l’ironia è il mio linguaggio. L’ironia è qualcosa che evita giri di parole inutili, aggressività , anche cattiverie rimanendo un modo per raccontare le cose con vibrazioni nuove».

Sandro Gorra, L’agguato, 2016

Inevitabile chiedere se l’avventura dell’artista nasca contemporaneamente alla esperienza da pubblicitario o se siano due mondi separati .
Gorra è, infatti, uno dei più noti creativi nel mondo dell’advertising, ideatore di slogan fra i più famosi. Con un Master in Global Communication alla New York University, ha collaborato con le maggiori agenzie italiane in task force internazionali tra Milano e Londra.
«La pubblicità io l’ho cominciata presto, a vent’anni. Sono stato , infatti, uno dei più giovani direttori creativi che c’erano allora. La pubblicità è un bellissimo mestiere. Ogni mattina devi svegliarti ed avere una idea nuova, su un prodotto nuovo per un mondo diverso ed è tantissimo per un lavoro di questo tipo. L’artista è diverso perché ha un foglio bianco davanti e nessuna strategia imposta. L’Arte invece è assolutamente pura, per cui c’è il terrore di cosa fare, di come farlo e poi quello di essere accettato».
Il genere umano protagonista delle sue opere si mostra spesso in corsa, in movimento. Arrivista, votato all’apparenza, alla scalata sociale. Sembrando quasi senza speranza. È davvero così?
«L’umanità è questa, è il cercare di crescere e per farlo l’unico modo è scalare. Tanto, bene, con aggressività o cercando di prepararsi adeguatamente per raggiungere un sogno. Quindi anche assolutamente in positivo non solamente in una visione negativa».

Sandro Gorra, Be Child N.6, 2020

Sono giorni particolari per le vicende che accadono poco lontano da noi. Cosa può raccontare l’Arte in un momento storico così complesso e una mostra come la sua in corso a Pietrasanta?
«L’Arte è straordinaria perché l’Arte non ha niente a che fare con la volgarità ma, soprattutto, con la violenza. L’arte è una preghiera. La mia mostra, come l’Arte, io credo che porti sempre ad una verifica di sé stessi. Io guardo un’opera e in quell’opera per un segno, un colore o una frase rivedo me stesso e, quindi, questa cosa mi fa pensare e pensare è sempre positivo. A proposito di pensare è significativo quanto sta accadendo in Inghilterra, considerando che è la patria della comunicazione. Oggi, ovunque, la comunicazione avviene con la consegna del brief da seguire e i creativi che si chiudono nei loro uffici, accendono i computer ed iniziano. In Inghilterra, invece, oggi grandi agenzie chiedono ufficialmente a questi ultimi di passare almeno un giorno con i computer spenti. Solo una volta accesa la testa, individuate le idee, le proprie, solo allora possono riaprire il computer».
Insomma, si torna a privilegiare di nuovo l’accendere i pensieri. I propri.
«Cosa che oggi dovrebbero tornare a fare tutti. Soprattutto i giovani».
Nelle opere di Gorra protagoniste sono anche le parole. Simbolo e segno dell’attimo in cui sono state scritte?
«Sono parole scritte anche di getto ma che durano per sempre. Fanno parte del racconto della storia. Non so dove inizino, dove finisca il disegno e ricomincino le parole. La completezza delle mie opere è data proprio dalle parole».
“Le idee fuggono da chi non le le merita” è scritto in una delle grandi opere esposte nella Chiesa di Sant’Agostino.
«Sì, perché in chi è indifferente, o con presunzioni su sé stesso infinite, questa intima convinzione è talmente forte che non fa cogliere niente di quello che accade intorno».
Questo come parte della fiaba che la mostra a Pietrasanta racconta?
«Certamente perché è importante ricordare che si può crescere, purchè non si perda la parte infantile che abbiamo. Quella che custodisce la purezza che nel tempo si perde».
Ci torna, allora, alla mente Rodari quando scriveva “perché si raccontano fiabe ai bambini”.
«Perché rappresentano uno dei più bei giochi che bambini e adulti possano giocare insieme…perchè si gioca con le parole, con la mente, con le immagini, con i sentimenti».

Salutiamo Sandro Gorra e il racconto della fiaba che ci ha narrato con la sua mostra, pensando che mai come oggi, l’Arte resti la più straordinaria fiaba che possiamo vivere anche noi, adulti smarriti, in questi giorni complessi e difficili.

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