06 marzo 2024

Stefano Cagol, riflessioni su arte e natura nel cortile di Villa Giulia

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Uomo, natura, passato, attualità, un dialogo da esplorare nell’installazione presentata da Stefano Cagol negli spazi del suggestivo cortile di Villa Giulia, sede del Museo Etrusco

Stefano Cagol, The Bouvet Island, ETRU Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Villa Poniatowski, Roma, 2024
Stefano Cagol, The Bouvet Island, ETRU Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Villa Poniatowski, Roma, 2024

Dal 20 febbraio al 24 marzo ETRU Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Villa Poniatowski a Roma accoglie The Bouvet Island, un’affascinante installazione site-specific dell’artista italiano Stefano Cagol, curata dall’Associazione Arte Contemporanea – AAC Platform insieme a Camilla Boemio. Il progetto, selezionato tramite bando, va ad arricchire il percorso di AAC Platform, un’organizzazione no-profit giunta al suo diciottesimo anno di attività che opera tra l’Italia e la California promuovendo un’idea di cultura accessibile a diversi tipi di pubblico e impegnata in tematiche sociali, politiche ed ecologiche.

L’installazione di Stefano Cagol, dall’Antartide a Villa Giulia

L’opera, realizzata in alluminio piegato a mano, trova collocazione nel suggestivo cortile centrale della villa che ospita il museo, tra il portico rinascimentale di Jacopo Barozzi da Vignola e la loggia concepita da Bartolomeo Ammannati. «L’idea qui era quella di non saturare assolutamente lo spazio e di trovare un punto all’interno del museo che aprisse il dibattito, la conversazione», ci racconta la curatrice Camilla Boemio. Così l’emiciclo del cortile, riccamente decorato con motivi a grottesche ispirate alla pittura della Domus Aurea, circonda come un sipario The Bouvet Island che a sua volta illumina il giardino circostante con i suoi riflessi dorati.

Stefano Cagol, The Bouvet Island, ETRU Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Villa Poniatowski, Roma, 2024
Stefano Cagol, The Bouvet Island, ETRU Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e Villa Poniatowski, Roma, 2024

L’installazione, infatti, che non era mai stata realizzata nelle tonalità dell’oro, si trasforma con il trascorrere della giornata, interagendo con la luce solare e artificiale. Questa scelta cromatica richiama il divino, il sole che dona gratuitamente vita alla terra, ma anche la cupidigia e la vanità umane. Non a caso The Bouvet Island prende il titolo e la forma da un luogo remoto e misterioso dell’Antartide, un’isola disabitata e incontaminata che è stata anche teatro di un enigmatico esperimento nucleare mai rivendicato da alcuna nazione, simboleggiando il contorto rapporto tra progresso umano e integrità ambientale.

Riflettendo da anni su confini, virus, ecologie, Cagol possiede un consolidato background sui temi dei cambiamenti climatici e le questioni del nostro stare nel mondo, come già dimostrato nelle precedenti collaborazioni dell’artista trentino con Camilla Boemio. I due, infatti, hanno già alle spalle due progetti curatoriali e artistici corali: nel 2013 hanno lavorato insieme al Padiglione delle Maldive della 55° Biennale di Venezia, e nel 2022 per la mostra Pera + Flora + Fauna, evento collaterale ufficiale della Biennale. In entrambi i casi, a guidarli era il desiderio di stimolare una visione positivamente plurale della natura e del suo rapporto con l’umanità, da un lato costringendo a fare i conti con la devastante azione antropica e le sue conseguenze, ma al contempo invitando a immaginare nuove forme estetiche ed etiche di relazionarsi ad essa.

In sintonia con questa filosofia, The Bouvet Island a ETRU Museo Nazionale Etrusco fonde e condensa nella sua struttura fisica e concettuale molti degli elementi tipici della processualità e della ricerca di Stefano Cagol rappresentando, quindi, un’esperienza artistica che va oltre il mero contemplare, e che stimoli una riflessione critica sul rapporto complesso tra arte, natura e società.

L’artista

Stefano Cagol (Trento, 1969), riconosciuto artista contemporaneo italiano, è un pensatore che riflette da anni su temi quali confini, energia, ambiente e il complesso rapporto tra uomo e natura. La sua pratica artistica, che spazia dall’Arte Concettuale alla Land Art, utilizzando molteplici linguaggi artistici, è stata esposta in numerose biennali internazionali e musei di prestigio, guadagnandogli due volte il premio Italian Council del Ministero italiano della Cultura. Dal 2022 cura il progetto We are the Flood. Piattaforma liquida su crisi climatica, interazioni antropoceniche e transizione ecologica del MUSE Museo delle scienze di Trento.

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