11 dicembre 2023

Svelato il programma 2024 della Fondation Beyeler a Basilea, con Matisse e Jeff Wall

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La Fondation Beyeler presenta il programma 2024: si parte con una mostra fotografica di Jeff Wall e si chiude con la pittura di Matisse, passando per una collettiva in trasformazione

Fondation Beyeler
Fondation Beyeler

Un maestro della fotografia per un maestro della pittura. E poi un progetto iper esteso super contemporaneo. Ancora una volta la Fondazione Beyeler di Riehen, nel Canton Basilea, in Svizzera, si conferma come uno dei centri d’arte più attrattivi d’Europa, grazie a una proposta sempre molto raffinata e ben orchestrata anche per l’anno nuovo. Nel corso del 2024, dunque, il bell’edificio progettato da Renzo Piano si animerà con tre mostre dal taglio trasversale, con una puntata anche nell’idilliaco parco punteggiato di alberi secolari e stagni di ninfee. Ma le novità della Fondazione Beyeler non si fermano al programma espositivo: nel parco adiacente si sta lavorando alla realizzazione di un nuovo edificio museale con l’architetto svizzero Peter Zumthor, in dialogo armonico con la natura unica della Foresta Nera.

L’appuntamento saliente dell’anno sarà la grande mostra su Henri Matisse in autunno, una summa di oltre 70 capolavori provenienti da prestigiosi musei europei e americani e da collezioni private, che prosegue così la serie di esposizioni dedicate ai grandi protagonisti delle rivoluzioni della pittura, come quelle di Paul Gauguin (2015), Monet (2017) e Picasso (2019). Si parte però già il 28 gennaio, con un’ampia personale dedicata a Jeff Wall, la prima in Svizzera a distanza di quasi due decenni.

Nato a Vancouver, nel 1946, Wall ha avuto un ruolo fondamentale nel riconoscimento della fotografia quale forma d’arte e oggi è considerato uno degli esponenti di maggior spicco. L’artista canadese lavora per lo più su fotografie di grandi dimensioni, ottenute mediante una complessa manipolazione di un gran numero di scatti singoli, che spesso fanno riferimento a modelli tratti dalla storia dell’arte, dalla corrente realistica del XIX secolo ai dipinti di Édouard Manet, così come dalla vita quotidiana urbana. Tra le oltre 50 opere in mostra, lightbox, fotografie in bianco e nero e stampe fotografiche a colori. In ciascuna delle 11 sale emerge la pluralità di legami tematici e formali tra le immagini ormai classiche e quelle più nuove. Alla Fondation Beyeler, inoltre, diversi lavori recenti saranno proposti al pubblico in anteprima. Realizzata in stretta collaborazione con l’artista, la mostra è curata da Martin Schwander, curator at large della Fondazione Beyeler.

Per la prima volta negli oltre 25 anni dalla sua apertura l’intero museo e l’area del parco circostante della Fondation Beyeler diventano scenario di presentazione sperimentale di arte contemporanea. Il 19 maggio aprirà un progetto espositivo inteso come un organismo vivente», che muta e si tramuta, con contributi di Michael Armitage, Federico Campagna, Ian Cheng, Marlene Dumas, Frida Escobedo, Peter Fischli, Cyprien Gaillard con Victor Man, Dominique Gonzalez-Foerster, Wade Guyton, Carsten Höller con Adam Haar Horowitz, Pierre Huyghe, Arthur Jafa, Koo Jeong A, Dozie Kanu, Cildo Meireles, Fujiko Nakaya, Precious Okoyomon, Philippe Parreno, Rachel Rose, Tino Sehgal, Rirkrit Tiravanija, Ramdane Touhami e Adrián Villar Rojas.

«I nessi e le interrelazioni tra i singoli lavori nascono grazie a un serrato dialogo con le artiste e gli artisti», spiegano dalla Fondazione. «Questo scambio relazionale coinvolge anche opere della collezione permanente, che fanno parte integrante del progetto. Mentre molti dipinti, sculture, film, installazioni e performance sono pensati site specific, altri sono versioni adattate di opere esistenti». La mostra è ideata da un team composto dagli artisti Precious Okoyomon e Philippe Parreno, da Hans Ulrich Obrist, direttore artistico delle Serpentine Galleries di Londra, e da Sam Keller, Mouna Mekouar e Isabela Mora di Fondation Beyeler. La mostra sarà visitabile fino all’11 agosto 2024.

Nell’autunno 2024 la Fondation Beyeler renderà omaggio a Henri Matisse con la prima retrospettiva dedicata all’artista in area germanofona da quasi 20 anni. Matisse è ricordato come uno dei protagonisti assoluti del Novecento, la cui opera innovativa ha profondamente influenzato il linguaggio artistico dell’epoca e di molte generazioni a venire, fino a oggi. Nel liberare il colore dal soggetto e nel semplificare le forme, pose la pittura su nuove basi e apportò all’arte una leggerezza fino ad allora sconosciuta. Con oltre 70 capolavori provenienti da prestigiosi musei europei e americani e da collezioni private, la mostra esplora gli sviluppi e le trasformazioni nell’opera pionieristica del Maestro.

Prendendo le mosse dagli esordi pittorici intorno al 1900, l’esposizione, in apertura il 22 settembre 2024 e visitabile fino al 26 gennaio 2025, procede con i lavori rivoluzionari del fauvismo e le opere sperimentali degli anni 1910, arriva quindi ai dipinti sensuali del periodo di Nizza e degli anni 1930, per culminare infine nei leggendari ritagli di carta della maturità negli 1940 e 1950. Punto di partenza concettuale della mostra è la celebre poesia di Charles Baudelaire Invito al viaggio del 1857. Effettivamente in Matisse si ritrovano numerosi motivi conduttori e temi chiave che sono al centro anche dei versi di Baudelaire. Su queste premesse l’esposizione invita a compiere un viaggio attraverso la straordinaria produzione e la vita di Matisse, a loro volta improntate a frequenti viaggi. Alla scoperta di paesi come l’Italia, la Spagna, il Marocco e persino Tahiti, l’artista si è sempre lasciato ispirare dalla natura e dall’arte di altre culture. La mostra è a cura di Raphaël Bouvier, Curatore, Fondation Beyeler.

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