21 ottobre 2020

Tomaso Binga – Galleria Tiziana Di Caro

di

La nuova mostra di Tomaso Binga da Tiziana di Caro è un'occasione per ripercorrere il lavoro di un'artista da sempre dedita alla scrittura verbo-visiva e alle azioni performative

Tomaso Binga, Vista zero (1972). Courtesy the artist and Galleria Tiziana di Caro

Alla Galleria Tiziana Di Caro apre la terza personale di Tomaso Binga, un’occasione per ripercorrere il lavoro di un’artista da lungo tempo dedita alla scrittura verbo-visiva e alle azioni sonoro-performative. L’esposizione attraversa un arco temporale che va dal 1972 al 2020, ponendo l’accento sui caratteri di un’opera votata alla rifondazione del linguaggio, dove l’aspetto performativo si intreccia con quello della condivisione dell’esperienza. Un’attitudine alla collaborazione e al confronto che in occasione di questa terza personale sfocia in Transumanze Creative, il progetto col quale l’artista manifesta la sua volontà «di tornare al dialogo, al dibattito, ad azioni plurali da reinventare e rinvigorire mediante la forza aggregante dell’arte».

Si parte con Vista zero (1972), proposta in galleria con sei fotografie scattate in occasione di una delle prime performance affidate al gesto. L’artista è immortalata avvolta da un lenzuolo bianco, con la testa ricoperta da una garza che lascia libero solamente lo spazio del volto e degli organi di senso; sul volto porta occhi di carta di varie dimensioni, mentre due grandi occhi sono apposti all’altezza della fronte al termine della performance. Non si conosce l’identità di chi ha scattato queste foto. In sala sono esposte anche alcune sequenze fotografiche che immortalano la performance vista da uno schermo posto all’esterno del luogo della performance.

Tomaso Binga, Diario Romano (1895-1995). Courtesy the artist and Galleria Tiziana di Caro

Il percorso espositivo prosegue con una sezione dedicata all’opera Diario Romano 1895 – 1995. L’acquisto di un diario presso un vecchio antiquario diviene pretesto per l’artista non solo di indagare sull’identità della proprietaria, ma anche di scrivere un proprio diario. I due diari, quello dell’artista, del 1995, e quello datato al 1895, sono occasione per comparare le consuetudini femminili a distanza di 100 anni. Nelle sale della galleria un’intera parete è così tappezzata di fotocopie delle pagine dei due diari messi a confronto, a ricordo dell’esposizione del 1997 in cui per la prima volta i due diari sono comparati. L’esposizione alla Galleria Tiziana Di Caro include – oltre ai due diari – anche tre tabelle elaborate dall’artista a partire dai nomi e dai luoghi rintracciati nelle pagine del vecchio diario. Questo lavoro è utilizzato dall’artista nel 1997, quando coglie l’opportunità della prima esposizione dei diari per invitare probabili discendenti dei protagonisti del vecchio diario, ma l’azione non produce i risultati sperati dall’artista.

Completano la mostra stampe su tela prodotte a partire da collage, realizzati dall’artista su fotografie ricevute da una donna dall’identità sconosciuta nel corso dell’agosto 2017. 31 fotografie inviate via e-mail diventano occasione per raccontare momenti di una quotidianità estiva.

La mostra termina con l’esposizione dell’opera di due artiste: Elvi Ratti e Grazia Menna. Si tratta dell’inaugurazione del progetto Transumanze Creative, col quale l’artista vuole attivare un processo di coinvolgimento atto a creare confronto e partecipazione, riservando spazio per il supporto ad altre artiste. Di Elvi Ratti sono esposti alcuni disegni di progetti di architetture, mentre di Grazia Menna sono visibili due fotografie.

Fino al 12 dicembre 2020.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui