13 luglio 2025

Gelitin/Gelatin e il dialogo con il sito archeologico della Basilica Ulpia

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A Roma, da FOROF, la performance inedita "TUTTO STUCCO" idata dal collettivo viennese Gelitin/Gelatin ha chiuso la IV Stagione Nimbus Limbus Omnibus

FOROF, TUTTO STUCCO, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

Celebre per le sue opere provocatorie, anticonvenzionali e liberatorie, il collettivo viennese – composto da Wolfgang Gantner (1968), Ali Janka (1970), Florian Reither (1970) e Tobias Urban (1971) – ha ideato un’ultima azione performativa per FOROF, realtà culturale unica a Roma che mette in connessione archeologia e arte contemporanea, fondata nel 2022 da Giovanna Caruso Fendi. 

La performance TUTTO STUCCO del 1° luglio ha rappresentato l’ultimo appuntamento di Episodi che ha animato la loro mostra site-specific Nimbus Limbus Omnibus – inaugurata il 1° ottobre 2024 – in dialogo con il sito archeologico della Basilica Ulpia, i cui resti sono visibili al piano ipogeo di FOROF. Curato da Bartolomeo Pietromarchi, il progetto della IV Stagione, che ha portato per la prima volta a Roma i Gelitin/Gelatin, si è sviluppato intorno al tema delle “libertà”, centrale nella loro poetica.

GELITIN/GELATIN. Installation view, Limbus Nimbus Omnibus. FOROF, Roma. Foto Michele Alberto Sereni per Magonza. Courtesy gli artisti e Galleria MASSIMODECARLO

Attraverso la combinazione unica di umorismo, volontà dissacratoria rispetto alla tradizione e una tendenza alla trasgressione talora audacemente improntata sulla sessualità, i Gelitin/Gelatin si sono affermati, ormai da anni, come una forza pionieristica nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. I quattro artisti si sono incontrati per la prima volta in un campo estivo nel 1978, dove hanno cominciato a collaborare, ma è solo dal 1993 che hanno iniziato a esporre ufficialmente le loro opere. I progetti da loro ideati abbracciano un’ampia gamma di mezzi espressivi, dalla performance e l’installazione alla scultura, ai nuovi media. 

La loro ricerca si inserisce nell’ambito dell’Estetica relazionale e dell’arte relazionale – definizioni usate soprattutto a seguito della teorizzazione di Nicolas Bourriaud nel celebre testo Esthetique relationnelle edito in Francia nel 1998 – a cui fanno riferimento pratiche artistiche diffuse negli anni Novanta, soprattutto in Europa e nel Nord America, la cui finalità prioritaria è quella di sollecitare il coinvolgimento del pubblico e le relazioni interpersonali, approccio che trova un precedente proprio in Austria nei lavori di Franz West (1947-2012).

FOROF, TUTTO STUCCO, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

La loro forma di arte interattiva e performativa affonda le radici nei movimenti situazionisti e in Fluxus degli anni Sessanta e, in particolare, nell’Azionismo Viennese (Wiener Aktionismus), movimento d’avanguardia austriaco esploso a Vienna nella prima metà degli anni Sessanta e di cui l’ideale caposcuola fu Hermann Nitsch (1938-2022). Nell’opera dei Gelitin/Gelatin l’utilizzo del corpo umano come strumento eversivo e provocatorio discende da questo panorama culturale, richiamando anche la pratica dell’artista statunitense Carolee Scneemann (1939-2019). 

TUTTO STUCCO ha visto i quattro artisti riuniti al completo da FOROF per un’ultima azione performativa collettiva. Il tentativo di fissare al muro il corpo di uno dei componenti del gruppo attraverso l’utilizzo di garze di iuta e stucco, con l’ausilio di numerosi collaboratori, ha richiamato certe messe in scena cinematografiche come quelle pasoliniane, evocative della tradizione pittorica manieristica. Il riferimento è all’episodio “La Ricotta” all’interno del film Ro.Go.Pa.G. dove si inscena una Deposizione della Croce ispirata a un’opera di Rosso Fiorentino (1495-1540).

FOROF, TUTTO STUCCO, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

Parte integrante della ricerca dei Gelitin/Gelatin, è il rapporto con la tradizione. Le loro avanguardistiche posizioni partono da un attento studio e profonda conoscenza della storia di diverse culture artistiche a partire dall’antichità. Il riferimento va alla decorazione architettonica romana e, nel caso specifico, alle decorazioni in stucco che ornavano diversi edifici dell’area del Foro di Traiano, compresa la Basilica Ulpia. Contestualmente, l’impiego di questo materiale evoca l’intensivo e virtuosistico fiorire di decorazioni in stucco che tra Sei e Settecento costituiscono una connotazione peculiare di numerosi monumenti viennesi tra i quali il celebre castello di Schönbrunn dell’architetto Bernhard Fischer von Erlach (1696-1700) e il Belvedere Superiore di Luckas von Hildebrandt (1717-1723). 

Oltre a TUTTO STUCCO, la mostra Nimbus Limbus Omnibus, ideata come un progetto in costante evoluzione, è stata animata da altre due performance del collettivo viennese: Coniglio 20 in 25 a gennaio e Buon complenardo ad aprile. Il programma di Episodi della Stagione IV ha visto come protagonisti anche il duo artistico LU.PA (Lulù Nuti e Pamela Pintus) con Monumentum Monstrum, a marzo, e l’artista spagnola Aitana Cordero con SOLO…?, a maggio. 

GELITIN/GELATIN. Installation view, Limbus Nimbus Omnibus. FOROF, Roma. Foto Michele Alberto Sereni per Magonza. Courtesy gli artisti e Gallery MEYER*KAINER, Vienna

I tre interventi performativi dei Gelitin/Gelatin sono stati pensati per arricchire progressivamente il progetto espositivo site-specific, che si è sviluppato e rivelato nel tempo come in uno scavo archeologico in divenire. 

A proposito della carica finemente provocatoria delle opere del gruppo viennese, in occasione dell’opening di ottobre, i visitatori sono stati invitati a gustare dolci di cioccolata presentati secondo la morfologia di feci umane realizzati in collaborazione con Rimessa Roscioli. Le diverse manifestazioni umane, tra cui rientrano nel novero anche quelle più propriamente fisiologiche, come le deiezioni, sono da sempre oggetto di loro interesse. E se la celebrazione del tema dell’escremento nell’arte contemporanea non è inedita – considerando che la Merda d’artista di Piero Manzoni è datata 1961 – nuovo è il loro processo creativo che, connotato da irriverenza e trasgressività, sempre venato di pungente ironia, vede come parte integrante il coinvolgimento e la partecipazione del pubblico con l’intento di andare oltre le convenzioni, i pregiudizi e i tabù. 

GELITIN/GELATIN. Installation view, Limbus Nimbus Omnibus. FOROF, Roma. Foto Michele Alberto Sereni per Magonza. Courtesy gli artisti e Galleria MASSIMODECARLO

La prima parte della mostra, presente nel piano ipogeo, consisteva in tre grandi nicchie abitate da una moltitudine di oggetti, sculture, bozzetti preparatori e accessori di scena creati nell’arco di oltre 25 anni di attività, utilizzati nelle loro esposizioni e performance e presentati come fossero parte di un grande deposito, un ideale archivio della memoria. 

Il percorso, popolato da una moltitudine di sculture, realizzate con materiali riciclati, assemblaggi, collage, piccoli dipinti in plastilina, colonne di polistirolo, vecchi arredi smontati e riutilizzati, candelieri, specchiere, vasi in ceramica e sculture in gesso, introduceva al sito archeologico, dove, in dialogo con i resti della pavimentazione della Basilica Ulpia, erano esposte alcune sculture realizzate nel 2019 e presentate per la prima volta in Italia. Se in questo caso è evidente il tributo alla tradizione del ritratto di età romana, è sempre in termini reinterpretativi inediti, talvolta sovversivi che si esplica il rinvio a una storia culturale e, al tempo stesso, se ne mette in discussione la ratio di base. Se il ritratto dichiara, così come a Roma accadeva, lo status di un personaggio, il processo di disvelamento messo in atto dalla ritrattistica viene rivisitato attraverso un processo teso piuttosto a nascondere l’identità dei soggetti rappresentati. Si tratta di una serie di monumentali gruppi scultorei che, invece di mostrare i volti, presentano due nuche addossate l’una contro l’altra e delle quali sono descritte accuratamente le capigliature, unico dettaglio funzionale a qualificare i personaggi raffigurati.

FOROF, Coniglio 20 in 25, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

E proprio nella connotazione monumentale, nell’amplificazione dimensionale delle opere consta uno degli aspetti peculiari della ricerca dei Gelitin/Gelatin. Se questo aspetto è visibile, tra gli altri, in Gelatin Sofa (2019), il divano colossale (496 x 205 x 206 cm) esposto nel cortile interno del MAK – Museum of Applied Arts di Vienna, la creazione più rappresentativa in questo senso è la leggendaria scultura Hase / Rabbit / Coniglio (2005) che gli artisti hanno celebrato nel loro primo Episodio del 24 gennaio con una performance inedita dal titolo Coniglio 20 in 25. L’opera si trovava fino a poco tempo fa nel villaggio di Artesina, vicino a Cuneo, e si presentava come un gigantesco coniglio di oltre 50 metri. La sua realizzazione iniziò nel 1999, quando un gruppo di cinquanta donne eseguì a maglia il rivestimento in lana rosa, completato cinque anni dopo con un lavoro meticoloso. Le grandi pezze di lana furono riempite di paglia, dando vita a un colossale pupazzo imbottito di mille metri cubi di materiale e sulla cui superficie era possibile per il pubblico camminare e sostare. A vent’anni di distanza, il coniglio è scomparso del tutto a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e durante l’Episodio gli artisti hanno celebrato questo processo di decomposizione come naturale evoluzione dell’opera. 

FOROF, Buon Complenardo, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

Con la loro caustica, dirompente verve espressiva, i Gelitin/Gelatin sono tornati a Roma anche il 15 aprile per festeggiare il 573° compleanno di Leonardo da Vinci. La performance, dal titolo Buon Complenardo, ha celebrato un momento immaginario: il ritorno della Gioconda in Italia. In questo contesto, gli artisti hanno presentato al pubblico la nota serie di opere in plastilina dedicata alla Monna Lisa, esposta per la prima volta nel 2008 al Musée d’Art Moderne de Paris, rendendogli omaggio con una torta di compleanno umana. 

Il progetto dei Gelitin/Gelatin per la IV Stagione di FOROF e di cui TUTTO STUCCO ha rappresentato l’Episodio conclusivo è stato improntato ad un’evidente libertà espressiva che costituisce la connotazione più caratterizzante della loro ricerca. La loro pratica non parte da parametri precostituiti ma prende corpo, in un processo dinamico, spesso imprevedibile, inaspettato nel suo svolgersi. Nimbus Limbus Omnibus ha rappresentato, nel panorama culturale romano, un importante capitolo dell’arte contemporanea con un’apertura di ampio e libero respiro rispetto alle ricerche europee.

FOROF, TUTTO STUCCO, Gelitin/Gelatin, ph. Monkeys Video Lab

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