17 settembre 2025

Un equilibrio tra tutela e turismo è possibile: la parola ad Assorestauro

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Dalla pressione sui grandi siti culturali alla valorizzazione dei territori: il Direttore di Assorestauro, Andrea Griletto, ci racconta come il turismo possa diventare un’opportunità per la conservazione e lo sviluppo

ASSORESTAURO, restoration week 2021, Parco Archeologico di Pompei

Negli ultimi anni, sempre con più ostinazione il fenomeno dell’overtourism ha sollevato interrogativi problematici relativamente alle città d’arte e ai grandi musei italiani. La concentrazione dei visitatori su pochi siti altamente attrattivi rischia di mettere sotto pressione monumenti e opere, di ridurre la qualità della vita delle comunità locali e compromettere l’identità stessa dei centri storici: in poche parole, la bellezza rischia di trasformarsi in fragilità. Contemporaneamente, però, la crescente domanda culturale rappresenta un’opportunità unica per promuovere una fruizione più consapevole e partecipata del patrimonio.

Abbiamo parlato dell’ambivalente questione dei flussi turistici con Andrea Griletto – Direttore di Assorestauro, l’associazione Italiana per il Restauro Architettonico, Artistico e Urbano – che ha sottolineato come l’ingente affluenza dei flussi turistici, unita a strategie di conservazione innovative, possa trasformare la pressione sui siti culturali in un valore condiviso per i territori e le comunità.

restauro assorestauro
ASSORESTAURO, laboratorio

Al di là delle classiche limitazioni numeriche, quali soluzioni alternative sarebbe giusto promuovere nel contesto italiano?

«La limitazione numerica può rappresentare solo una misura temporanea: i turisti sono infatti la risorsa che sostiene l’offerta culturale, e ridurre i visitatori non è mai la risposta strutturale. La parola chiave è gestione».

restauro assorestauro
ASSORESTAURO, restoration

Come si può ridistribuire la pressione turistica senza penalizzare l’accessibilità al patrimonio culturale?

«Due sono i driver principali. Da un lato, la transizione digitale, che permette ai siti culturali di proporre strumenti interattivi e contenuti di approfondimento, capaci non solo di arricchire l’esperienza, ma anche di trasformare il turismo “mordi e fuggi” in un turismo partecipato, con soste più lunghe e maggiore consapevolezza. Dall’altro lato, la capacità dei grandi attrattori di costruire rete con il territorio: musei e monumenti simbolo possono diventare vere porte d’accesso a un patrimonio diffuso, guidando i visitatori verso borghi, musei minori e paesaggi culturali.

In questo modo, i flussi trovano un equilibrio nella diluizione temporale e spaziale: più tempo per le visite, più luoghi da scoprire e una pressione che si trasforma in valore condiviso per comunità e territori».

restauro assorestauro
ASSORESTAURO, restoration

Parlando di restauro ma anche di prevenzione, la manutenzione programmata e l’uso delle tecnologie innovative rappresentano indubbiamente delle leve decisive: quali sono, secondo Assorestauro, le esperienze più promettenti o già attive in Italia?

«L’Italia ha sviluppato un approccio metodologico al restauro che è diventato un riferimento internazionale e ha ispirato le politiche di tutela in molti Paesi. A renderlo ancora più solido è la presenza di una filiera industriale unica al mondo, capace di integrare conoscenza, progettazione, interventi specialistici, produzione di materiali e tecnologie, fino alle strategie di valorizzazione. Questa sinergia permette di passare dall’emergenza alla manutenzione programmata, grazie al dialogo continuo tra istituzioni e settore privato.

Ne sono una dimostrazione il Parco archeologico del Colosseo e Pompei, che hanno esteso gli orari di visita, introdotto realtà aumentata e virtuale, recuperato aree esterne e promosso attività agricole ed educative sul territorio. Sono azioni che diluiscono i flussi, ampliano tempi e spazi di visita e trasformano la pressione turistica in valore condiviso.

La filiera del restauro si sta evolvendo in termini di sviluppo di nuove tecnologie e prodotti, più vicini alle istanze di sostenibilità ambientale, e anche attraverso una maggiore strutturazione di progettisti ed imprese. L’uso di strumenti di building information technologies applicati al restauro, i cosiddetti “H.BIM” permettono di gestire e razionalizzare i dati in modo da farli diventare patrimonio condiviso per accrescere la capacità di conservazione predittiva volta a rendere più efficace e costanze l’attenzione al patrimonio con una evidente crescita del valore dei beni e decrescita dei costi».

restauro assorestauro
ASSORESTAURO, laboratorio Restauro, Piazza Cantiere del Restauro. SAIE 2024

Spesso, a gestire i danni arrecati alle opere sono autorità locali o singoli istituti, mentre il livello centrale non sempre si responsabilizza. Quali strumenti, normative o sinergie istituzionali possono a vostro parere essere promosse o rafforzate per definire ruoli chiari tra ministeri, enti regionali e locali?

«Nel modello italiano di gestione dei beni culturali, declinato attraverso il Ministero della Cultura, prevale una struttura centralizzata che finanzia la protezione, la valorizzazione e il funzionamento dei grandi attrattori culturali. Una parte significativa delle risorse generate in questi luoghi viene redistribuita sui territori, garantendo la sostenibilità e la sopravvivenza del patrimonio diffuso – un tessuto costruito con valore storico testimoniale che altrimenti rischierebbe di restare in ombra.

Ma i grandi attrattori non sono soltanto fonti economiche: essi svolgono anche una funzione educativa e di sperimentazione gestionale. Non basta trasferire risorse finanziarie ai siti minori: è necessario trasmettere l’esperienza e i modelli di efficienza che maturano in questi contesti, affinché gli operatori locali possano farli propri e tradurli in azioni concrete. È come se fossero piccole api che portano il polline della cultura e delle competenze: dal fiore rigoglioso del grande monumento ai territori meno rigogliosi, ma che hanno bisogno non solo di risorse, ma anche di conoscenze e capacità.

restauro assorestauro
ASSORESTAURO, Centro Restauro Italia Uzbekistan, Bukhara

L’Italia è fatta di un vasto tessuto costruito con valore storico testimoniale: il contesto conferisce significato al monumento e, al tempo stesso, riceve dal monumento nuovo valore e riconoscibilità. È in questo dialogo continuo tra simbolo e ambiente che si costruisce l’esperienza più autentica per il visitatore, capace di accompagnarlo oltre le mete più note e di guidarlo verso luoghi meno celebrati, dove i tesori sono nascosti solo perché lo sguardo è distratto».

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ASSORESTAURO, Laboratorio

Guardando all’esperienza anglosassone in merito a charity, fondazioni e membership, come pensate che questo modello possa adattarsi alla realtà italiana?

«Nell’esperienza anglosassone, charity, fondazioni e sistemi di membership hanno dimostrato di essere strumenti efficaci per coinvolgere i privati nella gestione del patrimonio culturale. In Italia il contesto è diverso, perché i grandi attrattori dispongono di una stabilità economica maggiore; tuttavia, se vogliamo rendere attrattivo anche il patrimonio diffuso, diventa essenziale rafforzare le forme di partenariato pubblico-privato e il mecenatismo, traendo spunto anche dalle buone pratiche dei modelli anglosassoni. Alcuni strumenti fiscali sono già disponibili, ma crediamo vadano consolidati e ampliati, così che il sostegno dei privati non resti episodico bensì diventi parte di una strategia condivisa con le istituzioni, capace di svilupparsi nel lungo periodo.

La sfida, per noi, è trasformare l’identità culturale in un vero fattore di investimento e di sviluppo diffuso, generando nuove risorse e competenze al servizio dei territori. Gli attori privati sono un attore importante su cui puntare nel futuro. Modelli come quello che da decenni porta avanti il FAI, costituito sul modello delle National Trust anglosassoni, sono da sostenere attivamente e accompagnare con operazioni concrete di sostegno non solo al mecenatismo ma all’investimento privato in Cultura.

Su questi temi abbiamo voluto aprire un confronto: lo faremo nel convegno che, insieme a Banca Generali e Banca IFIS, promuoveremo il 3 Novembre a Milano, come tappa di avvicinamento all’Agorà Restauro presso MADE Expo, dove approfondiremo ulteriormente il dibattito».

restauro assorestauro
Agorà Restauro 2023, assorestauro made Expo Milano

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