27 novembre 2023

Unesco, a Napoli la conferenza sul Patrimonio Culturale del XXI Secolo

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Le sfide del patrimonio culturale, alle prese con le urgenze della contemporaneità: a Palazzo Reale di Napoli al via i lavori della conferenza Unesco. E Sangiuliano ci prova con la lirica e la cucina

Palazzo Reale, Napoli

Al via oggi a Napoli la Conferenza UNESCO Cultural Heritage in the 21st Century: ad aprire i lavori, nella splendida cornice di Palazzo Reale, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, il Direttore Aggiunto dell’UNESCO, Ernesto Ottone Ramirez, e il Sindaco, Gaetano Manfredi, con un messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Voluta dal Vice-Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e dal Ministro della Cultura, organizzata da Maeci e MiC con il contributo del Comune di Napoli, la Conferenza UNESCO riunirà rappresentanti ed esperti degli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, invitati a conferire sul tema della tutela del patrimonio culturale.

Lo Scalone d’onore di Palazzo Reale, Napoli

Il Patrimonio culturale alle prese con la contemporeneità: i temi

La Conferenza di Napoli sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo esplora le sinergie tra la Convenzione del 1972 sul Patrimonio Mondiale, che ha celebrato lo scorso anno il suo cinquantesimo anniversario, e la Convenzione del 2003 sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario. Essendo il primo grande evento che riunisce le Convenzioni sul Patrimonio Mondiale e sul Patrimonio Vivente dopo la conferenza MONDIACULT, che si tenne nel 2022 in Messico, questo appuntamento celebra il patrimonio nelle sue diverse forme, promuovendo nuove e migliorate forme di salvaguardia attraverso la partecipazione attiva delle comunità. Riflettendo sui risultati delle due Convenzioni, le discussioni si concentrerano sul potenziale del patrimonio come motore di sviluppo sostenibile, pace e stabilità. Tra incontri e seminari, i temi affrontati incroceranno la cronaca più urgente, dalla tutela del patrimonio culturale nei conflitti e nelle aree di crisi, al contrasto al traffico illegali di beni culturali, dalle sfide poste dal cambiamento climatico, alla salvaguardia delle diversità culturali, fino alla sostenibilità del turismo e del suo impatto sui territori di riferimento.

«Per tre giorni Napoli sarà la capitale mondiale della cultura, dove si discuterà di tutela del patrimonio culturale immateriale con 200 delegazioni provenienti da tutto il mondo», ha dichiarato il Ministro Sangiuliano. «La città, sintesi mirabile delle molte civiltà fiorite nel Mediterraneo, sarà un palcoscenico di eccellenza per un’iniziativa che vedrà confrontarsi le massime autorità culturali internazionali su temi di estrema attualità: Napoli e l’Italia vedranno così riconosciuto il proprio ruolo di guida nell’ambito della cultura».

Il fitto dialogo tra Italia e Unesco

Ma le novità non sono finite: «Tra poco otterremo dall’Unesco l’iscrizione dell’Arte del Canto Lirico italiano nel patrimonio immateriale. Così siamo fiduciosi di ottenere l’iscrizione della cucina italiana che, nonostante la rilevanza mondiale, non è ancora iscritta nel patrimonio immateriale», così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, in vista della Conferenza Unesco. La candidatura della cucina italiana fu lanciata nel marzo 2023, insieme al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rappresentato dal Ministro Francesco Lollobrigida. Ricordiamo, inoltre, che l’Unesco ha recentemente inserito i Gessi dell’Emilia Romagna nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Si prospettano dunque rapporti più distesi, dopo le tensioni di questa estate. Ad agosto 2023, infatti, il World Heritage Centre, l’organo dell’Agenzia che si occupa delle designazioni dei Siti del Patrimonio, aveva annunciato la concreta possibilità di inserire Venezia e la sua Laguna, che già fanno parte della Lista del Patrimonio dell’Umanità dal 1987, nella Black list del Patrimonio in pericolo, a causa dell’esposizione agli effetti negativi del cambiamento climatico, del turismo di massa e dello sviluppo urbano. La mozione suscitò un polverone, visto che l’Unesco puntatva espressamente il dito contro il governo italiano, colpevole, negli anni, di non aver compiuto progressi sufficienti nell’attuazione di misure di protezione per l’ecosistema antropico e naturale della città antica. Ma alla fine il sito non è stato inserito nella lista nera.

Gli interventi della Conferenza Unesco a Napoli

Nel corso dei tre giorni interverranno, fra gli altri, Elva Margariti, ministro della Cultura dell’Albania), l’architetto Santiago Calatrava, che spesso ha lavorato a Napoli, in particolare al Museo e Real Bosco di Capodimonte, Lazare Elounodou Assomo, direttore del Centro del patrimonio mondiale Unesco. Durante la Conferenza è previsto anche un focus sulla tutela e sulla più ampia valorizzazione del Patrimonio degli Stati extra-europei, soprattutto dell’Africa.

La Direttrice Generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, il Vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani e il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano chiuderanno la Conferenza il 29 novembre, con l’adozione di una Call of Action, un documento programmatico contenente una lista di raccomandazioni e buone pratiche rivolta agli Stati membri dell’Unesco per una più efficiente tutela del patrimonio, elaborato sulla base delle proposte degli esperti riuniti a Palazzo Reale.

La conferenza può essere seguita in streaming, cliccando qui.

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