04 luglio 2000

Bologna Towers 2000 – Peter Greenaway Bologna, Piazza Maggiore

 
A proposito dell'installazione di Peter Greenaway in Piazza Maggiore a Bologna. Alcune note a margine,con alla fine una dichiarazione d'invidia per il regista inglese...

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Sabato 24 giugno si registrava un notevole ingorgo pedonale serale in Piazza Maggiore:ai raver che stazionavano nei dintorni a vedersi -grazie ad alcuni TV portatili- la partita dell’Italia prima di dirigersi alla Montagnola,tappa finale del loro corteo con musica e danze fino all’alba,si sommavano tifosi festanti e sbandieranti per la vittoria calcistica e tutti si amalgamavano con l’umanità varia (intellettuali,artisti,turisti,curiosi ecc…) che stava lì in attesa della prima di questo evento ideato da Peter Greenaway -“Bologna Towers 2000”- e messo in scena fino a sabato 1 luglio,dalle 22.30 fino alla mezzanotte.
Una performance che utilizzava le facciate di San Petronio e dei palazzi che circondano la piazza come schermi sui quali scorrevano immagini a raccontare,insieme a voci e suoni fuori campo,la storia del capoluogo emiliano,dalla fondazione romana fino alla tragedia civile della bomba nella sala d’aspetto della stazione il 2 agosto 1980.
Luci,immagini d’epoca,filmati,scritte che si rincorrono sugli edifici simboli del potere religioso e cittadino,in “un esperimento di cinema fuori dal cinema” secondo le parole del regista inglese,che ha detto di sentirsi come un graffitista alle prese con una parete -ma qui la tecnologìa fa si che,sulla stessa parete,i graffiti possano essere tanti,al limite infiniti,e continuamente mutevoli.
A me preme particolarmente sottolineare quest’aspetto,che chiamerei “scenografìa virtuale”:la proiezione di immagini -diapositive,filmati,disegni- su una o più pareti,per ottenere scenografìe non più costruite ma immateriali -qualche anno fa si sarebbe detto “effimere”,oggi va di moda “virtuale” ma il senso è lo stesso- che,proprio perchè non-tangibili,permettono di ottenere ambienti e scene più facilmente modificabili e con un diverso rapporto tra la scena e chi vi agisce dentro.
Qualche anno fa lo stesso Greenaway ne aveva dato un saggio cinematografico in un film (“I racconti del cuscino”) che narrava dell’abitudine di una cortigiana del medioevo cinese di farsi scrivere parole sul corpo dai suoi amanti;invece di far scrivere sul corpo dell’attrice,Greenaway fa proiettare,ottenendo così,invece di parole fisse,parole in movimento,con in più la possibilità di sommare gli artifici visivi dell’immagine proiettata (sfocamenti,sovrapposizioni,sfalsamenti ecc…).
Ma io ricordo anche il nuovo teatro italiano degli anni ’80,per esempio i Krypton che creavano ambienti usando raggi laser,oppure alcuni gruppi attuali (per brevità faccio solo il nome dei Motus) dove scenografie reali prevedono zone per proiezioni;o ancora -in quella commistione di cultura alta e cultura bassa tipica dei nostri giorni- certi concerti rock o l’arredamento di locali pubblici a Berlino o a Londra,dove le pareti,invece di avere un colore o un’immagine,sono bianche e vengono continuamente modificate da proiezioni di immagini,fisse e/o in movimento.
L’anno scorso avevo tentato un’esperienza simile in un pub bolognese,senza però arrivare alla proiezione totale di “Towers 2000”:ecco dunque la mia invidia nei confronti di Greenaway -tenendo ovviamente conto delle differenze tra un “artista della domenica”come il sottoscritto e la genialità creativa di uno dei più importanti artisti visivi (chiamarlo semplicemente regista,dopo certe realizzazioni,appare riduttivo) del nostro tempo.
Durante la performance si può notare qualche piccolo iato tra la parte visiva e quella auditiva,ma credo che questo nulla tolga ad uno spettacolo che racconta in maniera nuova la storia di una città -Bologna in questo caso,ma pare che altre amministrazioni si siano fatte avanti per altri eventi di questo genere.
Infine mi sembra corretto aggiungere che il progetto originario di Greenaway per questa installazione era un po’ diverso,prevedendo percorsi con immagini e suoni lungo i portici,che a distanza di secoli rimangono ancora elemento caratterizzante l’ambiente urbano bolognese.




Dario Amico

[exibart]

2 Commenti

  1. L’articolo mi sembra interessante,mi fa venire voglia di vedere l’installazione,spero che succeda qualcosa di simile qui a Trieste.

  2. ByE a tutti, mi chiamo Marco e ho seguito direttamente l’allestimento luci di Towers 2000, mi interessa molto conoscere i vari pareri , concordi o no, su questa installazione. Se poi qualcuno avesse domande specifiche da fare ( parliamo di aspetti tecnici ) … si faccia avanti. Saluti a tutti.

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