02 aprile 2000

Dal 15.III.2000 al 31.VIII.2000 Aemilia. La cultura romana in Emilia-Romagna Bologna, Pinacoteca Nazionale

 
Camminando per via de’ Carbonesi avete mai respirato l’atmosfera del teatro Romano che vi sorgeva? Lungo via Testoni avete mai pensato che state calpestando i resti di una domus del I° secolo a.C.? L’elenco potrebbe continuare. Bononia fu un importante centro Romano lungo la via Aemilia. Spesso non si conoscono le origini della propria città. In questi giorni la Pinacoteca Nazionale di Bologna ci sta offrendo una stupenda opportunità per riscoprire l’illustre passato del nostro centro urbano...

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Una mostra articolata in cinque sezioni ripercorre la storia dell’Emilia Romagna a partire dal periodo preromano analizzando i caratteri principali dell’insediamento di questo popolo nella regione. Dopo la battaglia di Seletino (295 a.C.) i Romani si volgono verso Nord: nel 268 a.C. entrano in possesso di Rimini e nel 189 giungono a Bologna, in breve occupano l’area Cispadana prima controllata da popolazioni di varie etnie (Liguri, Umbri, Boi). Le vicende successive corrono lungo la via Aemilia, la cui costruzione comincia nel 187 sotto la direzione di Marco Emilio Lepido. Da Placentia ad Arimnum per poi congiungersi alla Flaminia, la via Aemilia fu costruita sulla linea astronomica del Decumanus maximum, permise scambi di merci e di cultura, sviluppo di grandi centri urbani e insigni personalità. E adesso incamminiamoci lungo il percorso della mostra.
AemiliaLe prime sezioni ci presentano il contesto temporale, riassumendo anche la fase preromana, e spaziale affiancando spiegazioni generali sulle modalità di costruzione delle strade in epoca romana a nozioni specifiche sulla zona Romagnola. La mostra si è costituita da una serie di reperti archeologici, raccolti dai vari musei della regione, che vengono sostanziati da semplici ma esaurienti spiegazioni.
Date tali premesse, ci possiamo addentrare nella vita della civiltà dell’Aemilia. Cominciamo da uno sguardo globale alle forme degli insediamenti urbanistici per poi passare all’interno delle città. Ne esistevano due tipi , quelle lungo la strada e i centri d’altura. Rimangono di entrambe testimonianze di edifici pubblici e privati. Nelle sale dell’Accademia delle Belle Arti camminiamo tra capitelli di templi, iscrizioni ritrovate tra i resti di impianti termali, ricostruzioni di fori e basiliche: siamo avvolti dall’aura di luoghi sacri e proviamo reverenza verso gli antichi edifici pubblici.
La sezione successiva ci introduce nell’edilizia privata. Antichi arredi, piante e suppellettili ci aprono uno spiraglio nelle case di un popolo avvolto da un’aura di mistero. Così possiamo osservare il corredo completo di una domus di un chirurgo, mosaici pavimentali e la ricostruzione di un vero e proprio letto.
La descrizione potrebbe continuare molto a lungo ma non sarebbe comunque esauriente. Bologna, Parma, Modena, Rimini, Faenza, Ravenna, ogni centro dell’Emilia Romagna si illumina di una luce nuova e guarda in modo rinnovato il futuro attraverso la riscoperta del passato.

Luogo: Pinacoteca Nazionale, via Belle Arti, 56.
Durata: dal 18 marzo al 16 luglio
Orario: 9.30 – 19.00 (chiuso lunedì)
Biglietti: £ 12.000 (intero); £ 8.000 (universitari, oltre 60 anni, gruppi di più di 20 persone); £ 4.000 (6-18 anni)
Tel: 051 – 4210798
Visite guidate: Domenica 11.00 o 16.00

Marta Severo

[exibart]

1 commento

  1. In testa all’articolo scrivete che la mostra dura fino al 31 agosto. Poi si scopre che è finita il 16 luglio. Ed io bello come il sole che entro oggi alla Pinacoteca… #£%@X#*!!!

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