10 febbraio 2012

fino al 10.III.2012 Paolo Icaro Bologna, P420 / Studio G7

 
Dislocata in due sedi. Quella di Icaro è un’esposizione “museale” dal punto di vista storicistico. Alla P420, il decennio 1967-1977. Allo Studio G7, Living in America: sculptural events in Woodbridge, riecheggiando gli otto anni vissuti nel Connecticut -

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Ad accomunare le due esposizioni una serie di sculture che intendono prendere posizione (e non soltanto posto) per affermare la loro specificità, capaci nondimeno di crearsi da sé il proprio spazio (anziché occuparlo semplicemente). Lo spazio è però anche mentale oltre che cronologico. In quest’occasione, Paolo Icaro (Torino, 1936) propende a stabilire dei rapporti antropometrici, fisicità che entra in relazione con gli ambienti espositivi per trasformarli in luoghi, con la possibilità di contenere e d’essere contenuti a loro volta. Particolarmente efficace, alla P420, la contrapposizione tra la sala dei gessi, che restituisce la porosità della memoria assieme alla fragilità dell’universo, e la sala degli acciai, in cui la rigidità metallurgica viene modellata a “misura d’uomo”. In questo senso si veda la diversa attitudine nel trattare forme geometriche affini – quali il “Quadrato libero” e “One cubic palm”  – in base ai materiali utilizzati. Ci sono poi le “Gabbie”, che non intrappolano, trattengono semmai il gesto, l’intenzione, affinché si oggettivizzi e si individualizzi. Infine un magistrale coup de théâtre, la mostra nella mostra: l’opera “Window Show”  è il riadattamento di un’esposizione tenutasi nel 1974 a Finale Ligure, paesino che all’epoca sembrava un’utopia destinata al fermento creativo.

Se alla P420 lo spazio è frazionato in tre sale distinte, allo Studio G7 fa (metaforicamente) “corpo” in un unico ambiente. La planimetria della galleria restituisce una dimensione intima, di raccoglimento, che ben si attaglia allo spirito di quegli anni, quando cioè gli allestimenti delle mostre erano fitti, generosi, tali da creare una concentrazione di energie e di tensioni (esattamente l’opposto di come, oggigiorno, si preferisca centellinare le opere). Anche qui una mise en abîme: l’allestimento tiene conto della personale realizzata a Milano nel 1982, allorquando l’artista ricreò il proprio atelier americano all’interno del PAC. Affinando l’occhio ci si accorge che le strutture primarie disseminate tutt’intorno possiedono un’impronta architettonica, e in effetti si rivelano essere delle finestre, archi o cornici, mentre a terra si snoda “Square Spirals”, una pavimentazione costruita a nido d’ape. Ha ragione Icaro, la scultura è qualcosa d’altro rispetto al materiale che si impiega, ben più che una semplice forma: è un evento, un processo senza tempo, un’investigazione che non hai mai fine.

alberto zanchetta
mostra visitata il 28 gennaio 2012

dal 28 gennaio al 10 marzo 2012
Paolo Icaro
1967-1977
a cura cura di Lara Conte, Fabrizio Padovani, Alessandro Pasotti
P420 Arte Contemporanea
Piazza Dei Martiri 1943-1945 5/2 (40121) Bologna
Orario: giovedi- venerdì 15-19.30; sabato 9-13.30 e 15-19.30
Info: +39 0514847957 –  info@p420.it  – www.p420.it
Living in America: sculptural events in Woodbridge
a cura di Martin Holman
Galleria Studio G7
Via Val D’Aposa 4a (40123) Bologna
Orario: dal martedì al sabato 15.30 – 19.30
Info:  +39 0512960371 – info@galleriastudiog7.it – www.galleriastudiog7.it

[exibart]

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