29 novembre 2005

fino all’1.XII.2005 Fausta Squatriti Bologna, NT gallery

 
Una sottile ricerca nelle ferite del mondo. E in quelle degli uomini che lo vivono. Il punto di partenza è la destrutturazione dei luoghi abbandonati. Con un inaspettato approccio costruttivista...

di

La solitudine che fa marcire lentamente pareti e stanze. Un sentimento che nasce nel “cuore dell’uomo chiuso prigioniero nella sua corazza, nella corazza che ha costruito con la sua sublime intelligenza”. Ma è una solitudine fertile, che matura la sensibilità e permette alla visione di abbattere le frontiere del reale. Per arrivare alla beatitudine dello sguardo.
Fausta Squatriti, artista di fama internazionale –ha studiato e collaborato con personalità come Oskar Kokoschka e Man Ray– piega le sue visioni solitarie nel costante pensiero astratto-costruttivista che caratterizzava anche i precedenti lavori. Lunghi corridoi deserti, cave di tufo abbandonate proliferano le loro esistenze negli occhi della pittrice, che li riproduce in trittici scultura-quadro-fotografia. La fotografia di un luogo abbandonato, quale può essere una casa degradata di Palermo o una sala da ballo deserta, viene accompagnata da disegni composti da forme nere, ombrose, fortemente geometriche. L’opera poi si spinge nella dimensione tridimensionale attraverso cubi colorati o sculture minimaliste. I legami tra le diverse rappresentazioni, tanto più sottili e incomprensibili quanto intimi, annientano il moderno concetto di proiezione: lo spirito di chi osserva distorce e riordina, colora e unisce in logiche personali difficili da comprendere.
Le forti geometrie, difficilmente riconducibili alle foto che accompagnano, sono arricchite da sfumature che rivelano Un un’estrema razionalità. E da tali composizioni, sentimentali e violente, la bellezza risorge intatta. Bellezza di motivi e forme, attraverso le quali la Squatriti restituisce un mondo diverso, in una realtà in cui si moltiplicano invece i non-luoghi. Questi, vuoti anche stracolmi di gente, si contrappongono ai luoghi abbandonati della mostra, fisicamente deserti ma colmi di un passato che impregna ogni angolo, di un silenzio che obbliga al pensiero e muove gli animi più sensibili al delirio estetico. Solo nel vuoto e nella solitudine si può sognare, ed è questa l’unica beatitudine concessaci. Solo nelle fessure dimenticate dall’uomo, nella revisione simbolica di ciò che la società ha dimenticato.

greta travagliati
mostra visitata l’8 novembre 2005


Fausta Squatriti, “beata solitudo, sola beatitudo”
Bologna, via Dal Luzzo 6c
tutti i gg 15-20 lun su appuntamento ingresso gratuito
www.ntartgallery.com
manifesto/catalogo a cura di Valerio Dehò
tel:+39 051237722 (info), +39 0512914014 (fax)
mail to: info@ntartgallery.com


[exibart]

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