07 settembre 2022

Venezia79: le suggestioni di Jean-Paul Salomé per La Syndicaliste

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Una terribile storia vera di violenza e dubbi, messa in scena per La Syndicaliste, coinvolgente film di Jean- Paul Salomé, con una intensa Isabelle Huppert, in concorso alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia

GUY FERRANDIS/LE BUREAU FILM

“La syndicaliste” – The Sitting Duck è l’ultimo film di Jean-Paul Salomé in concorso a Venezia79 nella sezione Orizzonti, la cui protagonista è interpretata dalla celebre Isabelle Huppert. Scritto insieme a Fadette Drouard e tratto dal libro della giornalista Caroline Michel-Aguirre, “La syndicaliste” riporta alla luce la vera storia di Maureen Kearney e del suo calvario emotivo per non essere stata creduta dopo aver subito violenze e abusi da sospettati ancora oggi mai identificati.

Un film che da un punto di vista cinematografico, di messa in scena, non sorprende. Lo fa invece da un punto di vista storico, di cronaca. L’impegno di Salomé nel volerlo realizzare è evidente, date le tematiche poste al centro del dibattito: Maureen Kearney è un’alta rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese, Areva. Nel 2012 è diventata informatrice di Stato per aver scoperto compromettenti segreti sull’industria nucleare francese e conseguenti accordi non dichiarati con la Cina, che, tra le altre questioni, avrebbero messo a rischio 50mila posti di lavoro. La denuncia di questi accordi top-secret è stata causa di continue minacce e pressioni nei confronti di Maureen e della sua famiglia.

Un giorno la donna viene trovata legata in casa sua, braccia e gambe immobilizzate a una sedia, una “A” è incisa sul ventre con un coltello, che le è inserito nei genitali. Lei è sotto shock, scrive su un foglio di carta l’accaduto, sembra non ricordare e vuole ricostruire. Le indagini si svolgono velocemente e sotto pressione, non ci sono tracce dei colpevoli tanto da far dubitare l’innocenza di Maureen, che diventa una sospettata.

GUY FERRANDIS/LE BUREAU FILM

Le insistenze della polizia e la messa in dubbio della sua versione la destabilizzano psicologicamente. In udienza viene contestata la lucidità con cui Maureen si è comportata durante le indagini, la sua calma e la sua fermezza non sono considerati comportamenti congrui a quelli di chi ha subito uno stupro. Oltretutto Maureen Kearney era già stata vittima di violenze in passato, quando era adolescente. E questo per la polizia sembra essere un aggravante: per vendicarsi di una violenza passata o a causa di un non superamento del trauma, la vittima avrebbe inventato tutto con lo scopo di attirare l’attenzione dei media e dei politici, che non avevano preso in considerazione le sue denunce su Areva.

Gli sforzi di Maureen di sostenere le sue versioni sono vani. È profondamente ferita. Dopo insistenze e pressioni continue dalla polizia, dal procuratore e dal ministro, Maureen viene condannata a cinque anni. Solo nel 2019 viene assolta dopo una lunga lotta legale di cui lei stessa si farà carico.

“La syndicaliste” è tratto da un’inchiesta giornalistica poco nota, nonostante i grandi scandali portati alla luce. Dunque, un film politico come dichiarato da Salomé: «L’affare di Maureen Kearney è appassionante e poco conosciuto in Francia e nel mondo perché coinvolge sia la destra che la sinistra, quindi nessuna delle due parti lo può usare contro l’altra. È rimasto pertanto nascosto e, visto il carattere attuale delle questioni che vengono sollevate – quelle relative al nucleare, all’indipendenza energetica della Francia ­ -, mi sembrava necessario portarlo sullo schermo. È la prima volta che faccio un film politico ed è la storia di una donna in un mondo di uomini, una che non esce dalle grandi scuole, una donna popolare, sindacalista, che si prende cura della gente che le assomiglia e che si trova costretta, per le sue convinzioni, a far fronte a uomini di potere pronti a tutto pur di conservarlo».

L’interpretazione di Isabelle Huppert deve misurarsi con un personaggio femminile molto complesso, integerrimo e perseverante nelle lotte contro il sessismo e il classismo della politica e della società francese, fragile nella sua più profonda intimità ma lucido anche nel più buio dei momenti. Non ci sono regole emotive su come si reagisce a uno stupro ma esistono senz’altro delle reazioni comuni, come quella della vergogna di non essere creduti e di dubitare, a causa del dubbio degli altri, anche di se stessi. L’interpretazione di Isabelle Huppert riesce a coinvolgere lo spettatore in questo strazio emotivo nonostante l’irremovibilità caratteriale di Maureen Kearney.

La complicità artistica di Salomé e Huppert ha reso “La syndicaliste” un film impegnato dal punto di vista sociale e intenso nel descrivere una psicologia femminile vittima di abusi fisici e psicologici, che combatte con dignità e coraggio interminabili ingiustizie. La suggestione dello spettatore è senz’altro lo scopo principale di questa operazione cinematografica.

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