bluemargot

ek pollês synousías gignoménis perì tò prágma autò kaì toû syzên, exaíphnes, oîon apò pyròs pêdêsantos exaphthèn fôs, en têi psychêi genómenon autò heautò êdê tréfei

dopo sofferta riflessione e dopo ondivaghi tentativi, per lo più stranianti, sono arrivata alla seguente conclusione: amo dipingere paesaggi e la figura nella maniera più classica possibile e continuerò a farlo, poiché nulla mi fa stare meglio..

lascio i concettualismi e tecniche artistiche innovative agli altri, a quelli che ardiscono aspirare a segnare le proprie orme nella storia dell’arte..

io aspiro ad essere libera..finalmente..e felice…ciao Margherita… …hai fatto la scelta giusta… credo che la parola “sperimentalismo” – oggi – vada applicata a alle “opere” di quei pittori che non hanno nulla da dire… io stesso non ho più nulla da dire… se un tempo inseguii qualcosa che poteva definirsi “originale” oggi mi trovo nella condizione di non-voler-esprimere-nulla… il nostro tempo ha divorato ogni possibilità di “ben-guardare”… o se proprio volessimo ricondurci a quel che i nostri occhi percepiscono c’è da dubitare di quel che vediamo… come un’impressione effimera gli oggetti intorno a noi acquistano per contro lo statuto della inamovibilità del non-esistente… esso è forte… lo sentiamo… lo “sentiamo” proprio perché si è sostituito – costituito – rimuovendo il Sé… … … sono oggetti morti nelle profondità d’un cielo stellato…