Cristina

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Base

Tipo

Persona

Name

Cristina

Cognome

Palumbo

Indirizzo

via cesure 9

Città

Nogaredo

Provincia

Trento

Regione

Trentino-Alto Adige

Nazione

Italia

CAP

38060

Sesso

Femmina

Sito web

http://www.skyart.it

Occupazione

Artista

Titolo di studio

Accademia di Belle Arti

Descrizione

L’Arte è Vita

Eccomi qui, a quest’ora indecente, è già l’una e mezza di notte e non riesco a dormire. Si è chi uso un periodo molto duro con l’anno appena passato. Mi sono laureata e ho duvuto scontrarmi con il mondo reale, come mai non era successo prima.
Devo dire che il fatto di studiare, di andare all’Università aveva mantenuto se pur in maniera effimera, quella sorta di stabilità che mi portavo dietro dalle superiori. È già non mi ero mai posta la domanda e di conseguenza la risposta, su cosa sareì diventata da “grande” su che avreì fatto…il fatto che si stava concludendo un periodo della mia vità così lungo, passato a studiare, che mi spiazzava enormente. Sapevo solo che l’arte sarebbè stata una componente della mia vità, ma non sapevo che ruolo avrebbe preso, non sapevo che avrei fatto di preciso e la precisione per me è molto importante, e ora mi trovavo davanti l’enormità della vita.
Febbraio del 2002 si avvicinava e con esso la data della discussione della mia tesi di Laurea “Lo Spazialismo Scenico in Alberto Burri, Lucio Fontana e Yves Klein”, un lavoro molto stimolante che si stava concludendo, ancora oggi quando guardo la mia tesi mi sento fiera di averla fatta di essere riuscita a finirla e sono orgogliosa del mio lavoro. In ogni modo dovevo pensare a cosa avrei fatto dopo, e il dubbio attanagliava la mia mente. Non vedevo molte strade di fronte a me, non le vedevo perché mi sforzavo di guardare le cose con un’occhio molto realistico e razionale, dovevo costruire un futuro sicuro per me, un lavoro che mi appagasse ma allo stesso tempo mi desse quella stabilità che fino ad allora era stata parte integrante della mia vità.
Ci ho provato, ce l’ho messa tutta, ho provato con tutta me stessa…
Era appena passato un mese dalla discussione della tesi, che già mi ritrovavo a colloquio per un posto di grafico pubblicitario, e sinceramente pensavo che era perfetto. Pensavo “Cosa potreì desiderare di più che questo?”
Già perché fare il grafico pubblicitario era quello che volevo fare un tempo, alla fine delle superiori, solo che prima volevo laurearmi, perché quella era una cosa che sentivo di dover fare, è per questo che non mi sono buttata subito nel mondo reale.
Volevo un’istruzione, volevo allargare i miei orizzonti e fare esperienze nuove!
Devo dire che mi è servito molto, l’accademia delle belle arti mi ha dato molto, il mio stile ne ha guadagnato molto, persino il rapporto conflituale con il mio docente del Corso di Scenografia mi è servito, mi ha aiutato a crescere, ed assieme a lui ho avuto modo di lavorare ad un progetto interessante e stimolante per la mia tesi.
Mi ritrovo ad Aprile è ho alle porte un nuovo lavoro che credevo essere stimolante, e che pensavo sarebbe stato quello della mia vita… È già è proprio vero che per conoscere qualcosa bisogna provarlo direttamente sulla propria pelle. All’inizio andava tutto bene, mi è sempre piaciuto lavorare al pc, ma con l’andare del tempo, la routine del lavoro che facevo e la creatività che vedevo con il contaggoccie, non facevano che aumentare quel senso di nausea e d’inssofferenza che provavo per la mia situazione di grafico pubblicitario che non poteva esprimersi a pieno.
Dapprima questa inssofferenza per quello che facevo, poi la nostalgia. Una nostalgia profonda, per l’arte. Per nove lunghi anni, prima all’Istituto d’Arte poi all’Accademia, ho respirato arte ogni giorno della mia vita, poi d’improvviso sembra che lei non ne facesse più parte, non avevo persone attorno con cui parlare della mia amatissima arte e mi sentivo persa…è lì che ho capito, è stato come un lampo a ciel sereno, è diventato tutto chiaro, anche se nel mio profondo lo era sempre stato, dovevo solo capirlo.
La mia ragione di vità è l’arte, questo dono che è sempre stato in me, che fin da piccola mi faceva disegnare ovunque, mi faceva sognare, dava un senso alla mia vita, il guaio è che poi sono cresciuta.
Un bambino guarda i propri sogni e pensa che sono raggiungibili, sa che ci riuscirà, guarda i sogni con il cuore sgombro, libero da ogni paura. Quando si cresce si smette un po’ di sognare e a volte può capitare di perdere di vista le cose importanti, anche perché la paura è tanta, e poi ci si mettono anche le persone “grandi” che sfornano consigli e che ti dicono che con i sogni non si campa…che i sogni sono solo sogni e che non ti aiutano a vivere.
Mi mancava l’arte, mi mancava enormemente, così ho deciso, anche se non è stato facile, ho deciso che dovevo provare, che dovevo fare quello che sentivo anche se il rischio era alto, d’altronde cos’è la vita se non un rischio continuo una continua sfida che ti tempra e se non ti spezza ti rende più forte.
Ho deciso che dovevo vivere la mia vità d’artista, dovevo viverla fino in fondo…
Ora sono uno scenografo con alle spalle alcuni spettacoli, importanti nel mio piccolo, e con un lavoro mio che sento fino in fondo, che mi appagga ogni giorno della mia vita. È solo mio e solo il frutto del mio impegno, il teatro mi dà la possibilità di creare una sorta di opera d’arte completa, ma sento che questa è solo una parte della mia arte. La mia arte è frutto di quello che sono, di ciò che ho imparato nel corso degli anni e delle influenze di alcuni artisti che mi hanno colpito l’animo, grazie tutto queste componenti sto iniziando a definire il mio “stile”.
L’arte nasce da me, dal mio modo di percepire le cose e la realtà, nasce da questa creatività che mi porto dentro, e che mi da un modo particolare per esprimermi, che è unico e solo mio, credo che sia una cosa fondamentale.
Oggi mi si propone una nuova sfida, a volte si hanno idee folgoranti, intuizioni che ti portano a seguire una strada che magari il giorno prima non avestri preso, ma che oggi sempra la cosa primaria, perché me lo sento sotto la pelle nel mio profondo, perché ci credo è so che anche se il mio pensiero attraverso le mie opere verrà capito da una sola persona al mondo, ne sarà valsa la pena perché è quello che sono nel profondo dell’amima e altro non potreì essere.
Ora guardo al futuro con un po’ più di serenità cosciente della mia scelta e di ciò che sono, anche se so che sarà dura, aspetto il futuro con la mente sgombra dalle paure che mi attanagliavano e con i miei sogni e la mia arte che avrà un ruolo dominante per tutti i giorni che verranno. Spero solo che le persone che amo e che ho vicino possano capirmi…
Cristina