22 luglio 2025

Il virtuosismo della danza maschile va in scena al Ravenna Festival

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Les étoiles pour homme: lo spettacolo di Daniele Cipriani porta al Ravenna Festival il virtuosismo della danza maschile: sul palco, i migliori danzatori della scena internazionale

RAVENNA FESTIVAL - LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani. Matteo Miccini e David Moore in Le Chant du compagnon errant

Scriveva Samuel Beckett: «Prima danza. Dopo pensa. È l’ordine naturale delle cose». La frase dello scrittore e drammaturgo riflette lo spirito col quale anche guardare la danza, lasciarsi andare al suo scorrere, farsi coinvolgere, trovare pensieri che possano illuminare l’anima. Perché la danza, citando un altro artista, il coreografo Maurice Béjart, «…è una delle rare attività umane in cui l’uomo si trova totalmente impegnato: corpo, cuore e spirito». Sono due delle molte frasi che accompagnano, di volta in volta, l’entrata in scena dei danzatori nel Galà Les étoiles pour homme, spettacolo – di Daniele Cipriani in esclusiva per il Ravenna Festival – che omaggia l’appeal virile, il virtuosismo e l’interpretazione della danza maschile.

A rappresentarla sono stati chiamati alcuni tra i migliori ballerini attuali della scena internazionale, componendo un programma che spaziava, sapientemente, tra diversi generi, regalandoci alcune autentiche perle del repertorio del Novecento: come Le Chant du compagnon errant, di Maurice Béjart, Lamentation di Martha Graham, A Suite of Dances di Jerome Robbins. Ad aprire la serata è A Suites of dances. Sul fondale azzurro spicca, in costume rosso, il bravissimo Davide Dato, étoile all’Opera di Vienna, i cui movimenti sembrano pennellate dipingersi su una tela. Tutta la scena è occupata da lui in dialogo col violoncellista Alessio Pianelli. Ogni passo è una risposta e anche una sollecitazione alle note dello strumento. Creata da Robbins per Mikhail Baryshnikov nel 1994, la coreografia è composta da una serie di assoli sulle 6 Suites per violoncello di Bach, e mette in luce le qualità del danzatore in un gioco di gambe, di resistenza e agilità, humor e profondità meditativa, che Dato, con la musicalità fluida del suo corpo, esprime appieno.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Lloyd Knight in Lamentation © Fabrizio Zani

Le Chant du compagnon errant di Béjart, è stato creato nel 1971 per Rudolf Nureyev e Paolo Bortoluzzi, interpreti iconici ai quali si sono succeduti diverse generazioni di danzatori. Nel gala, a continuarne il segno sono la coppia Matteo Miccini e David Moore. Sulla musica di Mahler, i Lieder eines fahrenden Gesellen, Béjart diede vita ad un brano intimo e malinconico che parla di amore e di amicizia, di solitudine e incapacità di raggiungere l’altro. È anche un dialogo con sé stessi, con la propria ombra, con un compagno di strada, forse la Morte, che indica una via sconosciuta. Nel viaggio, dove l’uno è maestro, l’altro apprendista, esprimendo anche domande, dubbi, bisogno di affermazione, sentimenti confusi e tormentati, si alternano gesti di passione ad altri di repulsione, consolatori o contrastanti, languidi o decisi. Entrambi nelle fila del Balletto di Stoccarda, Miccini – Principal Dancer – e Moore, riempiono il palcoscenico con la loro magnetica, vibrante presenza.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Matteo Miccini in Kiss a crow © Fabrizio Zani

Una novità assoluta, con debutto a Ravenna, è stata Lamentation, celebre brano del 1930 di Martha Graham, eseguito oggi per la prima volta da un uomo. Tocca a Lloyd Knight, della Martha Graham Dance Company, contrarsi dentro il costume elastico violaceo e rosso, dal quale vediamo solo il viso, appena le mani e i piedi nudi, seduto su una panca, dare vita all’assolo che lo cristallizza dentro un bozzolo-sudario, intento a dibattersi, sofferente, per uscirne.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Lloyd Knight © Fabrizio Zani

Secondo lo stile della Graham di contraction e release, con movimenti ritmici netti e oscillazioni che creano linee e diagonali, aprendosi e chiudendosi in continua trasformazione sulla musica per violino del compositore ungherese Zoltán Kodály, questa figura totemica illuminata da un fascio di luce, può ricordare anche pittoricamente l’icona sacra di una Madonna nel grido universale della sua sofferenza. Un brano folgorante di grande tensione drammatica.

Sulla voce di alcuni estratti del discorso Jobs and freedom pronunciato nel 1963 alla Marcia di Washington dall’attivista per i diritti degli afroamericani John Lewis, il coreografo Christopher Wheeldon ha imbastito un brevissimo assolo danzato quasi da fermo da Lloyd Knight. Breve ma energico, Kiss a crow di Marco Goecke che Matteo Miccini, interprete perfetto dello stile di Goecke, danza tra spasmi e tremori di tutto il corpo, con un’esecuzione veloce e precisa.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Sergio Bernal in Farruca a dos © Fabrizio Zani

Una intensa tensione muscolare e interpretativa caratterizza l’assolo di Sergio Bernal Rodin, il pensatore, ispirato all’opera dello scultore francese. Il noto bailaor spagnolo, virtuoso del flamenco, nonché del balletto classico e contemporaneo, è stato anche interprete, in prima assoluta, di Farruca a dos accompagnato dalla chitarra di Daniel Jurado.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Life is beautiful di e con Riva Repele © Fabrizio Zani

Due poetiche coreografie della coppia di danzatori Sasha Riva e Simone Repele, hanno entusiasmato ulteriormente il pubblico di Ravenna: Life is beautiful e The white pas de deux. Il primo è un duetto astratto; il secondo – con i due danzatori in larghi costumi bianchi e biacca che ricordano delle figure magrittiane -, racconta la fase “bianca” della vita, il tempo rarefatto della vecchiaia, in cui due esseri si cercano, si riconoscono, e si scoprono, tra fragilità e pudore, come se fosse la prima volta.

RAVENNA FESTIVAL – LES ÉTOILES POUR HOMME a cura di Daniele Cipriani Andrea Fabbri in La morte del Cigno © Fabrizio Zani

L’unica coreografia di gruppo è stata Armoniosa unità, coreografia di Michele Merola ed Enrico Morelli, con quattro danzatori della loro MM Contemporary Dance Company.  Sulla Ciaccona di Bach eseguita dal virtuoso violinista Andrea Obiso, il quartetto intreccia e spezza continue linee in movimento con i corpi tesi a comporre un unisono d’anime. A chiusura del Galà, una divertente Tatiana Youbetyabootskaya, alias Andrea Fabbri, ballerino della celebre e giocosa compagnia en-travesti Les Ballets Trokadero, inscena un buffo e vanitoso cigno spennacchiato, in tutù, coroncina, e scarpette a punta, che vive il suo momento di gloria nella parodia dell’assolo La morte del cigno di Fokine.

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