31 luglio 2022

“Nutida”, il festival per giovani coreografi

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Investire su giovani nomi della danza contemporanea, in Toscana: il festival "Nutida" arriva alla sua terza edizione sotto la direzione artistica di Bozzolini e Cona

Fiori assenti, di Doveri e Zani

Giunto alla terza edizione, senza troppo clamore ma in crescita e con una fisionomia chiara, il festival fiorentino “Nutida – Nuovə danzatrici/ori” (nel parco del Castello dell’Acciaiolo a Scandicci) continua con sempre più determinazione a investire su giovani nomi della danza contemporanea sostenuti dalla direzione artistica di Cristina Bozzolini e Saverio Cona, dando spazio alle loro prove autoriali. Tra le performance in programma abbiamo visto Fiori assenti di Roberto Doveri ed Emma Zani, secondo capitolo del progetto “Dialoghi con l’arte” avviato dal 2021 in collaborazione con l’Associazione Culturale Meccaniche della Meraviglia. Pur nel ristretto spazio di un piccolo palcoscenico all’imbrunire pulsa di un rigore wilsoniano la loro coreografia, una raffinata geometria di segni, di micro-gesti e reiterazioni, che ricordano vagamente il minimalismo astratto e la poetica visiva di Bob Wilson. Un bel riferimento stilistico, inconsapevole né cercato dai due danzatori e coreografi, che, ai nostri occhi, richiama quella lucida grammatica da fermo immagine e dai rimandi scultorei e pittorici.

Fiori assenti, di Doveri e Zani

A ispirare il lavoro coreografico sono stati alcuni elementi dell’artista contemporaneo Albano Morandi (Salò, 1958). Ed ecco movimenti e segni attinti alla sua peculiare figuratività. Il biancore e le linee della scultura in scena da lui creata, sono riprodotti nei luminosi costumi della giovane coppia intenta in una danza di sincronie fisiche ritmate dalla colonna sonora elettronica di Timoteo Carbone. La “flora fossile”, secondo la definizione di Morandi, è resa nel respiro gestuale del duetto che assume forme sempre mutevoli scandite da posture nette di braccia e gambe in più direzioni, e da un ripetuto gesto della mano che riproduce uno dei segni pittorici dell’artista. Nell’avvicinamento graduale verso la scultura, brevi dissonanze ritmiche e fisiche modificano il percorso dei due danzatori assumendo, nelle intenzioni, forme scultoree che tentano continuamente di comporsi plasticamente cercando un’armonia ed una espressività. È, questa danza, un ipnotico ricomporsi e destrutturarsi senza sosta, che ammalia. Fiori Assenti appartiene ad un ciclo di opere degli anni Novanta sul concetto di emersione e latenza dell’immagine. Sono forme di colore bianco che Morandi definisce “elementi di una flora fossile”, e che emergono in negativo dalla monocromia dell’opera. Il contrasto, la semplicità della composizione, la materia del segno, sono stati i temi che hanno ispirato la performance di Doveri e Zani.

Aldo Nolli in Penelope

Tra gli altri protagonisti del Festival Aldo Nolli, giovane danzatore del Nuovo Balletto di Toscana alla sua seconda prova coreografica, intenso interprete di un breve assolo dal titolo “Penelope”. Con un gesto continuo di tessitura coreografica, come nella tela della mitica figura omerica, il movimento rivela un segno poetico in atto, nutrito di riflessioni e pensieri attinti al senso dell’attesa e alla sospensione sperimentati nel tempo del lockdown. La danza si traduce in movimenti che nascono da terra per aprirsi a traiettorie ampie senza perdere il respiro intimo.
Agli esordi anche la giovane Daria Lidonnici che affida alla brava Veronica Galdo, solista del Nuovo Balletto di Toscana, un esperimento creativo irriverente e acuto per “parlare” dell’afasia. Lo fa ricorrendo ad uno sdoppiamento, con una prima parte danzata in cui il corpo è silenzioso interprete del proprio racconto, e ad un flusso di coscienza sonoro e fuori campo – la voce registrata, ironica e schietta, della stessa danzatrice – che esplicita il disorientamento della mancanza di parole. “Speechless” è un primo studio conciso, che fa sorridere e insieme pensare.

Midnight youth, di Philip Kratz ph: Claudia Ceville

Midnight Youth di Philippe Kratz, affermato danzatore proveniente dall’Aterballetto che ha da poco lasciato per una già avviata carriera da coreografo internazionale, s’ispira al libro di poesie La bambina pugile di Chandra Livia Candiani per parlarci della giovinezza e del diventare adulti, del senso di disorientamento e di scoperta che ne segue, delle lotte solitarie e collettive che subentrano. Nei cinque danzatori del Nuovo Balletto di Toscana egli dà forma a immagini emotive, a pensieri che in quei corpi lasciano tracce fisiche e di memoria nello spostarsi da un luogo a un altro. Lo esprime con movimenti tattili, con ritmo, con curvature che esprimono vulnerabilità, con le mani in avanti per indicare e seguire una direzione: gesto che, allungato e cambiando velocità, può trasformarsi anche in minaccia, accoglienza, sfida. Gli interpreti inizialmente si osservano, reagiscono in base alla percezione che hanno gli uni degli altri, si muovono singolarmente e all’unisono trovando, via via, consapevolezza della necessità di essere insieme per affrontare la vita anche nei pericoli, e guardare al futuro. Questa esplorazione della “giovinezza di mezzanotte“, «è un percorso solitario verso una fine che non conosciamo – sostiene Philippe Kratz -. È un’ode al meraviglioso tempo sprecato che non tornerà più, agli attimi intimi di crescita». Con “Midnight youth” Kratz aggiunge un nuovo tassello alla sua maturazione coreografica, una nitida composizione che esalta il lavoro di gruppo insieme alle abilità tecniche ed espressive dei singoli danzatori del NBdT, Cristina Acri, Matteo Capetola, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo e Niccolò Poggini.

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