27 ottobre 2023

Una coreografia mitologica dei giorni nostri: Wim Vandekeybus a Ferrara

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In anteprima mondiale al Teatro Comunale di Ferrara, la compagnia Ultima Vez di Wim Vandekeybus presenta Infamous Offspring, un’esplorazione della mitologia per indagare il presente

Infamous Offspring, film still

La definisce «Una moderna famiglia patchwork», a significare i componenti confluiti da diverse parti che si ritrovano apparentati sotto un unico tetto. Sono gli dei dell’Olimpo, Zeus ed Era, e la miriade di figli celeberrimi – tra i quali Apollo e Artemide, Hermes, Persefone, Atena, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Minosse – scaturiti dai numerosi incontri amorosi di Zeus con dee e mortali. E quelli nati da Era, sua moglie legittima, come Ares, Ebe, Efesto, Ilizia ed Eris. Affascinato dalla mitologia greca – e non solo, vedi il lavoro tratto da un poema sumero -, Wim Vandekeybus nel nuovo spettacolo Infamous Offspring (anteprima mondiale al Teatro Comunale di Ferrara, coproduttore insieme al Théatres de La Ville de Luxembourg, KVS), continua la sua esplorazione dei personaggi dei racconti antichi, per indagare il presente. Vede essi come proiezioni delle esperienze estreme della vita umana, e cerca, nella surreale dinamica parentale, quello che, tra ambizioni e difetti, tensioni e contraddizioni, muove le loro relazioni comportamentali. Le stesse che, ci dice il coreografo fiammingo insieme alla poetessa inglese Fiona Benson, autrice dei testi, ritroviamo anche nella comune esperienza umana.

Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal
Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal

A muovere in scena questo grande affresco mitologico dei nostri giorni, è la sua storica compagnia Ultima Vez, oggi composta da un nuovo cast di nove performer, dotati, com’è necessario nel lavoro di Vandekeybus, di grande energia e fisicità. Sono corpi vivi e pulsanti, in equilibrio tra grottesco, potenza e fragilità, che danzano intrecciando intuizione, impulso e istinto. Utilizzando, com’è nel suo stile, linguaggi teatrali eterogenei – parola, danza, immagini cinematografiche, musica – Vandekeybus colloca due grandi schermi, uno sospeso e uno in basso, legando così il pantheon greco con la terra. Registrati in video, nel primo, dentro stanze labirintiche, compaiono Zeus ed Era (gli attori Daniel Copeland e Lucy Black), i genitori divini lontani e irraggiungibili, in continuo dialogo e scontro con la loro progenie in basso; nel secondo l’amico di famiglia Tiresia, il veggente non più cieco ma muto e immobilizzato, costretto a esprimere la sua saggezza con dei gesti ritmati delle braccia e delle mani (lo impersona il grande ballerino di flamenco contemporaneo Israel Galvan, con le nacchere tra le dita e le scarpe come percussioni).

Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal
Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal

Su questo schermo che è anche parete, si sale e si scende, si sosta e si sbatte contro, mentre intorno si avvicendano le storie di amori e di violenze, di gelosie, adulteri, avidità, punizioni (per contenere la brama sessuale indosseranno, calati dall’alto, degli oggetti metallici coprenti gli organi genitali). Questo mix esplosivo riconducibile all’insaziabile sete di potere degli dei e degli umani, dei primi che aspirano alla mortalità e degli altri viceversa, è reso con una continua danza vigorosa, con corse e salti gli uni sugli altri, duetti sensuali, acrobazie, urti, lotte, cadute e avvitamenti, sequenze rasoterra. E se tutti sono in competizione per il potere, alla fine ritornano sempre a unirsi passando dalla regressione ad uno stato infantile a più maturi gesti.

Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal

Infamous Offspring (traducibile con Prole infame) è uno spettacolo stratificato, complesso ma decifrabile, dove trova posto anche l’action painting, affidata a una danzatrice nel ruolo di Efesto, il dio del fuoco e della forgiatura, gettato dall’Olimpo appena nato e rimasto storpio. È il personaggio principale dello spettacolo, sempre in scena, più volte buttato dal proscenio in platea. È colui che viene rifiutato a causa della sua menomazione, ma per questo sviluppa eccezionali capacità come fabbro degli dei, l’abile e l’indispensabile, l’unico lavoratore. A impersonarlo è Iona Kewney, pittrice e contorsionista scozzese, che traspone le caratteristiche principali del dio deforme in un linguaggio fantasioso: disegna per tutto il tempo, a intervalli con le sue performance, figure di animali e di altri esseri deformi su un lungo rotolo di carta, schizzi poi strappati e consegnati a qualcuno del pubblico.

Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal

Se negli ultimi lavori di Vandekeybus, l’uso dei diversi materiali e linguaggi espressivi, risultava non sempre omogeneo e spesso confuso, in Infamous Offspring tutto funziona in sincronia, drammaturgicamente e coreograficamente. E le azioni, con tanta danza, che vivono sul segno forte della musica rockeggiante del sound-designer Arthur Brouns e della band australiana Dirty Three, contribuiscono a quella graffiante narrazione visiva e spettacolare che ci fa ritrovare il migliore Vandekeybus.

Infamous Offspring, Wim Vandekeybus, Ultima Vez. Ph Marco Caselli Nirmal

Debutto mondiale il 7 e 8 novembre a Lussemburgo, Théatres de La Ville, quindi ad Amsterdam il 22 e 23, e al KVS di Bruxelles dal 29 novembre al 9 dicembre.

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