30 marzo 2024

Come le aziende collaborano con gli artisti: il caso di Vanni Occhiali

di

L’incontro tra il mondo dell’arte e quello delle aziende può condurre a nuove visioni, scambi di conoscenze e oggetti inediti, tra opera e prodotto. Qui la storia di un’eccellenza italiana dell’occhialeria

VANNI SHOWROOM, MOSTRA CATALIN PISLARU, occhiali

La storia di Vanni Occhiali, un riferimento dell’occhialeria made in Italy, ripercorre la trasformazione del nostro sistema industriale e produttivo. A capo di questa preziosità la famiglia Vitaloni che negli anni ha supportato, con costanza e responsabilità, la scena emergente dell’arte contemporanea. Abbiamo intervistato la vicepresidente della società, Alessandra Girardi, che con la sua passione poliedrica guida l’azienda in progetti culturali dal sapore locale ma che percorrono la scena internazionale.

ALESSANDRA GIRARDI, vicepresidente VANNI
ALESSANDRA GIRARDI, vicepresidente VANNI

Alessandra, raccontaci del brand Vanni Occhiali.

«La storia dell’azienda Vanni è una storia di famiglia. La società è nata quasi quarant’anni fa a Torino dalla derivazione di un’attività industriale della famiglia di mio marito, Giovanni Vitaloni. L’azienda Vitaloni produceva accessori auto, soprattutto specchietti retrovisori. Verso la fine degli anni‘80 è stata poi acquisita dalla FIAT che all’epoca aveva una politica di acquisizione dei fornitori esterni».

Come siete passati dall’automotive all’occhialeria?

«Questa scelta nasce da una contingenza. Negli anni in cui gli specchietti retrovisori non erano obbligatori, un distributore americano chiese all’azienda di accompagnare gli specchietti ad un gadget: scegliemmo degli occhiali da sole. Quello fu il nostro primo paio. Per raccontare il nostro percorso usiamo questa metafora: “dagli specchietti retrovisori che servono per guardare indietro, agli occhiali per guardare in avanti”. Un cambiamento di prospettiva radicale. Vanni oggi è composta da 15 dipendenti con una rete di distribuzione in tutto il mondo. Siamo globali ma anche locali».

VANNI COLLEZIONE CONCRETE by CRISTIAN CHIRONI

Credo che la vostra storia possa raccontare molto del sistema produttivo italiano. Da questa cultura d’impresa siete passati all’arte contemporanea. Come vi siete avvicinati a questo mondo?

«Il primo incontro tra l’azienda e l’arte contemporanea è nel 2008 quando veniamo coinvolti da Artissima nel progetto Ascolta chi scrive, un tour di visite guidate all’interno della fiera. Dopo aver sponsorizzato quest’iniziativa per tre anni, abbiamo pensato che fosse il momento di creare un nostro progetto da rivolgere alle nuove generazioni di artisti. Nasce così Autofocus, concorso curato da Olga Gambari che, attraverso una open call internazionale, offriva uno spazio d’espressione ad artisti under 35. Ogni edizione vedeva la realizzazione di una mostra all’interno del nostro showroom torinese, di una piccola pubblicazione e dell’acquisizione da un’opera. Autofocus ci ha permesso di supportare, nel nostro piccolo, gli artisti emergenti premiandone oltre quaranta e realizzando più di venti mostre personali».

VANNI COLLEZIONE CONCRETE by CRISTIAN CHIRONI

Qual è stato il passaggio che vi ha portato poi a realizzare le capsule collection del progetto Artis Room?

«Autofocus si è concluso dopo dieci anni chiudendo un’epoca e lasciando lo spazio ad una successiva. Abbiamo deciso di portare le visioni del mondo, gli universi degli artisti, non solo nello showroom ma anche in relazione all’oggetto occhiale. Abbiamo quindi ripreso i contatti con Artissima e ne siamo diventati partner con questo progetto. Artist Room prevede che un artista, presente in fiera e selezionato da una giuria, realizzi una linea d’occhiali. Con l’artista e con il nostro centro stile ci sediamo e iniziamo a lavorare di fino perché l’idea dell’artista si possa tradurre in una capsule collection. Questa è per noi una preziosa occasione dalla quale ereditiamo preziose suggestioni che entrano anche nelle successive collezioni. Le capsule collection di Artist Room, non sono per noi un driver di business – vengono realizzati troppo pochi esemplari perché diventi economicamente interessanti – ma lo facciamo perché crediamo in questa contaminazione».

VANNI COLLEZIONE CONCRETE by CRISTIAN CHIRONI

Sappiamo che a volte l’incontro tra il fare dell’artista e il fare dell’impresa può far emergere delle complessità. Avete avuto esperienze in tal senso?

«Il primo anno di Artisti Room, l’artista selezionato è stato Cristian Chironi. Il suo lavoro prende le mosse dall’analisi del paradigma di Le Corbusier. Quando ci siamo seduti per lavorare alla linea d’occhiali, Cristian ha esordito dicendo: “Io gli occhiali li voglio in cemento”. Noi non abbiamo fatto un plissé e abbiamo risposto: “Certo. Nessun problema”.

Ci siamo messi a ricercare materiali e trattamenti superficiali che potessero soddisfare quest’idea. Grazie alla provocazione di Cristian abbiamo potuto esplorare soluzioni inedite e abbiamo realizzato un occhiale innovativo, in metallo ma con la texture del cemento, che abbiamo chiamato Concrete».

VANNI COLLEZIONE VISUM by TERESA GIANNICO

Molti interpretano l’avvicinamento tra brand e arte come un’operazione di marketing. La longevità del vostro impegno testimonia un interesse profondo. Poi spiegare questo interesse?

«Tutto nasce dalla passione mia e di mio marito per l’arte contemporanea. Poi, la volontà di accostare questa passione all’azienda sta nella continua ricerca di stimoli e alla necessità di aprirsi a mondi, oltre al design, che hanno a che fare con la creatività. Inoltre, diventando Società Benefit, ci siamo assunti la responsabilità pubblica di perseguire finalità di benefici comuni, che abbiano un impatto sulla comunità, oltre a quelle di profitto. Con i nostri progetti, sosteniamo i giovani artisti, offriamo possibilità di scambio e diffondiamo sul territorio visioni del mondo anche a coloro che non sono frequentatori dell’arte. Ad esempio, lo scorso novembre, durante la presentazione degli occhiali realizzati con Teresa Giannico abbiamo avuto un pubblico eterogeneo: erano presenti i collezionisti storici della fiera ma anche i nostri clienti e i passanti della piazza dove ha sede lo showroom».

VANNI COLLEZIONE VISUM by TERESA GIANNICO

Nei vostri progetti si legge una forte aderenza al territorio e alle sue realtà.

«Assolutamente, con l’arte abbiamo creato delle sinergie territoriali forti. Con Camera – Centro Italiano per la Fotografia, tramite il curatore Giangavino Pazzola, nel 2020 ci è stata offerta la possibilità di esporre all’interno della nostra project room le opere dei vincitori del premio Futures photography. A causa del covid infatti, gli artisti di quell’edizione avevano subito l’interruzione del programma espositivo del centro. Allora noi e Mara dei boschi, un’attività che ha sede nella nostra medesima piazza, abbiamo organizzato un vernissage comune attivando un momento che ha coinvolto spazio pubblico, istituzioni culturali e attività private».

 

VANNI COLLEZIONE VISUM by TERESA GIANNICO

È un’idea molto forte pensare ad iniziative che coinvolgano spazi in modo ibrido, mutandone anche la funzione. Poi anticiparci un progetto futuro?

«Dato che nel mondo dell’occhialeria siamo riconosciuti come un marchio che sostiene l’arte, siamo stati contattati dal corso di laurea in ottica optometria dell’Università degli Studi di Torino perché desiderano inserire un’opera d’arte contemporanea all’interno della loro sede. Raccogliendo la richiesta in modo entusiasta, abbiamo dato vita al progetto Gli occhi e la visione, che vede il coinvolgimento degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Torino ai quali è stato chiesto di realizzare delle opere sul tema della visione. Per fornire un background sono stati invitati i docenti di optometria a svolgere delle lezioni in Accademia sul funzionamento fisiologico dell’occhio umano. I lavori degli studenti sono poi stati esposti in una mostra presso il nostro negozio ed è stato votato il preferito. Con questa iniziativa, che ha riscontrato una grande partecipazione, siamo riusciti a far dialogare dei mondi apparentemente molto distanti suscitando un reciproco interesse. Per noi un gran piacere e un successo».

VANNI SHOWROOM, MOSTRA CATALIN PISLARU, occhiali
VANNI SHOWROOM, MOSTRA Teresa Giannico
VANNI SHOWROOM, MOSTRA Teresa Giannico
VANNI SHOWROOM, vista esterna piazza Carlo Emanuele II
VANNI SHOWROOM, vista esterna piazza Carlo Emanuele II

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui