18 gennaio 2024

Innovazione e design a Maratea, con la Nuova Libbaneria Mediterranea

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La Nuova Libbaneria Mediterranea promuove il design contemporaneo nel cuore della Basilicata, a Maratea, con un progetto ad alto impatto sociale, tra residenze e workshop

Il nuovo ambizioso progetto de La Nuova Libbaneria Mediterranea affonda le sue radici nella memoria collettiva della città di Maratea, recuperando l’antica lavorazione dei libbani (ovvero corde vegetali) nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. Il tema è sviluppato da due designer emergenti, Sara Bologna e Davide Tagliabue.

Come leggiamo dal comunicato stampa del progetto, «Per quanto innovazione e tradizione sembrino un binomio usurato, queste si incontrano realmente in Basilicata, a Maratea, paese incorniciato dal mare da un lato e dalla montagna dall’altro, in un paesaggio selvatico, che (nelle parole di Pierpaolo Pasolini) “non ha niente di ciò che si considera convenzionalmente bello. La costa è semplicemente tremenda. Mai vista tanta perfezione”».

Il progetto, già vincitore di un ADI Design Index nel 2020, coinvolge un gruppo di donne beneficiarie in un percorso di formazione finalizzato alla creazione di nuove capacità (empowerment) e finalizzato all’integrazione sociale e lavorativa. Si sono concluse da poco le residenze degli artisti Sara Bologna e Davide Tagliabue che hanno avuto modo di sperimentare ed esplorare le possibilità creative delle corde vegetali, parallelamente alla residenza del fotografo Marco Deodati che si è concentrato sull’esplorazione e la successiva narrazione delle storie delle donne coinvolte. Il ciclo delle residenze è stato curato da Marialuisa Firpo, co-ideatrice della Nuova Libbaneria Mediterranea.

Le residenze dei due designer, selezionati tramite open call, nell’ambito del progetto Intrecci di comunità, sostenuto da Fondazione con il Sud e Enel Cuore, la Onlus del Gruppo Enel, sono state funzionali all’introduzione dell’elemento sperimentale all’interno della produzione della Libbaneria e all’apertura di nuovi scenari di innovazione tecnica e semantica, attraverso la lente del design. Gli approcci dei resident designers si sono rivelati complementari.

La Nuova Libbaneria Mediterranea
©Marco-Deodati ph.

Sara Bologna: Tenacissimae

La progettualità di Sara Bologna si è lasciata scortare, durante la sua residenza, dalla suggestione poetica del materiale e dalla sua connessione con la storia delle libbanare. Prendendo ispirazione dalle fotografie di archivio che ritraggono le donne sedute a terra a intrecciare le corde come attività collettiva, Bologna ha proposto una collezione di oggetti per rimettersi con il corpo in quella stessa storia, attraverso la pratica del fare comunitario e del comunitario stare.

Il risultato è una collezione di pouf e arredi da esterno attraverso cui abitare il simbolo: corredate di corone, le sedute incorniciano e idealmente innalzano le donne che hanno intrecciato con le loro mani la storia dei libbani. «Un’aureola di sante marateote, sante donne tenacissime come la salsedine e il mare. La stessa pianta dell’erba tagliamani dopotutto appartiene alla classe fitologica delle Stipetea Tenacissimae, proprio in virtù della resistenza ostinata delle sue foglie». Il lancio della collezione è previsto per l’estate 2024.

«Con questa collezione ho voluto testare soprattutto una pratica di re-incanto: raccontare per via estetica e simbolica il riscatto di un territorio e di una comunità. Volevo dare consistenza a questa forza creativa che ha sorretto la comunità di Maratea nel passato, la stessa che oggi alimenta il progetto di Nuova Libbaneria Mediterranea e l’incredibile gruppo di donne di cui è costituita» ha spiegato l’autrice.

Sara Bologna è designer e curatrice di design, di base a Milano. Progetta su varie scale, dall’oggetto all’installazione, avventurandosi nei territori liminali della pratica del design, testandone e mettendone in discussione i confini. La sua ricerca si concentra sugli aspetti antropologici e intangibili della cultura materiale e si sviluppa parallelamente a livello teorico e pratico. Il suo immaginario è permeato di riti, simboli, graffiti dalle pieghe della preistoria, frammenti di poesie e grimori, in un processo di decostruzione e ricostruzione semantica basato sulla ricerca iconografica e storica.

Con il suo lavoro si rivolge inoltre alla necessità di recuperare una dimensione radicalmente umana della vita, attraverso la riscoperta della sua dimensione rituale e la valorizzazione della produzione artigianale. È assistente alla didattica presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano nel corso di Metaprogetto. Fa parte della prima generazione di designers di co/rizom, incubatore di progetti di artigianato, per cui ha sviluppato una collezione di vasi dedicati alla tradizione materiale e immateriale della ceramica grottagliese.

La Nuova Libbaneria Mediterranea
©Marco-Deodati ph.

Davide Tagliabue: Costellazioni

Davide Tagliabue, nelle due settimane di residenza, ha lavorato fianco a fianco con le libbanare conducendole in un percorso di sperimentazione su nuove modalità di cucitura.

La sua estetica organica deriva da processi generativi a partire dalle cosiddette metaball, ovvero forme descritte da espressioni matematiche pure, i cui elementi si relazionano tra loro come attratti da un magnetismo che li avvicina fino all’inedita amalgama in cui i moduli iniziali, benchè ancora presenti, non sono più riconoscibili.

Tagliabue ha innestato la sua personale ricerca formale sul legno marateota del leccio, scelto come base per la sua seduta. Il leccio, oltre a essere il climax dell’ecosistema della macchia mediterranea, era il legno utilizzato per le mazzoccole, ovvero gli strumenti di cui le libbanare si servivano per ammorbidire, battendoli, i fasci d’erba. Ma la leggenda vuole che fosse anche il legno utilizzato per la croce del Cristo. Ecco allora che il rimando mazzoccola-croce, strumento di pena ma anche di redenzione, arricchisce di significato il lavoro di Tagliabue, legandolo indissolubilmente alla storia di Maratea.

«Ho preso in prestito il concetto della metaball per creare un nuovo linguaggio che raccontasse il processo intrapreso a Maratea, in cui tradizione, innovazione e individualità collaborano per trasformarsi in qualcosa di nuovo, una nuova costellazione. È stato interessante lavorare sulla reciprocità di stimoli, la contaminazione più che sul manufatto come senso ultimo del progetto», ha spiegato Tagliabue.

Davide Tagliabue si è laureato in Ingegneria Edile-Architettura al Politecnico di Milano, ha esperienza nell’autocostruzione e architettura effimera. Dal 2018 è membro dell’Open Design School, progettando e realizzando installazioni e allestimenti per Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

Nel 2021 ha partecipato al progetto di ricerca Non-Extractive Architecture curato da Joseph Grima e Space Caviar presso la V-A-C Foundation di Venezia, ricoprendo il ruolo di ricercatore e workshop manager. Dall’anno successivo è collaboratore fisso dello studio Space Caviar come designer/maker, progettando e realizzando allestimenti per eventi tra i quali Terraforma e Alcova Milano.

©Marco-Deodati ph.

Marco Deodati: Legami Naturali

Chiude il ciclo di residenze il fotografo Marco Deodati. La residenza, voluta da InMateria aps e Liberi Libri associazione culturale e finanziata dal Comune di Maratea, si pone l’obiettivo di valorizzare l’identità del territorio e il patrimonio culturale locale.

In vista della candidatura di Maratea a Capitale Italiana per la Cultura per il 2026, Legami Naturali sperimenta l’intreccio di tre dimensioni: ecologica, digitale e sociale, rileggendo Maratea come luogo di scambio e di connessione tra l’artigianato locale e l’arte con la narrazione audiovisiva e fotografica della Nuova Libbaneria Mediterranea.

Marco Deodati si è immerso nella lavorazione dei libbani e nel laboratorio quotidianamente, osservando gli intrecci di fili d’erba e di vita e documentando i processi in atto. Nasce così un ritratto corale delle donne che animano il laboratorio e che in questi mesi hanno intrecciato le loro storie costruendo una comunità che si accoglie e si sostiene.

Deodati ha inoltre sviluppato il racconto audiovisivo delle due residenze di Davide Tagliabue e Sara Bologna, aprendo nuove possibilità di arricchimento e contaminazione creativa.

Marco Deodati si occupa di fotografia, video, grafica e produzione audio. Nel tempo l’interesse per l’espressione creativa non convenzionale lo ha naturalmente spinto verso un approccio multimediale, inteso come uso simultaneo di strumenti comunicativi diversi (testo, grafica, immagini, suoni) che integrandosi reciprocamente riescono a veicolare messaggi, talvolta anche molto complessi.

La sua missione è provare a mescolare tecnologia e creatività in modalità nuove e inaspettate, favorendo il processo associativo e rendendo il fruitore non più mero utente finale ma parte attiva dell’intero atto comunicativo. Lungo il suo percorso lavorativo e formativo, ha avuto il privilegio di incontrare, apprendere e collaborare con diversi artisti e professionisti che hanno arricchito le sue conoscenze, tra gli altri Pepi Morgia, Vincenzo Russolillo, Marco Mazzieri, Lorenzo Baraldi, Duccio Camerini, Gianni Ippoliti, Simone Coen. È vicepresidente di Terrarossa, un’associazione dedicata ad attività di promozione e fruizione del territorio mediante iniziative non convenzionali.

©Marco-Deodati ph.
©Marco-Deodati ph.
©Marco-Deodati ph.

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