12 dicembre 2000

Numero 70. Dicembre 2000/Gennaio 2001 ArteIn

 
In copertina: Fabrizio Clerici. Reportage da NewYork, Pechino, Barcellona. Modiglioni, Klee, Dudovich. Incontri: Glusberg e Barni. La nuova Tate Modern. Architettura, Internet e i Risultati delle aste...

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ArteIn punta l’attenzione sull’attualità e sull’arte del nostro secolo, italiana e mondiale. L’editoriale di G. Calcagni e L. Pagnucco Salvemini non poteva non fare riferimento l’argomento più in auge in questi giorni: le elezioni americane, suggerendo un paragone ardito ed interessante con il mondo dell’arte.
Il resto del giornale scorre su binari paralleli. Da una parte, l’Italia: personaggi vecchi e nuovi, l’ “eretico” Fabrizio Clerici, un’intervista immaginaria all’impressionista Boldini,una reale al contaminatore di linguaggi Marco Lodola, senza dimenticare le riflessioni di Vizzini. Sculture a confronto: la monumentalità e l’eternità di quelle di Roberto Barni e gli scioccanti lavori di Simone Lucietti. E poi le mostre: alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, il mondo che ruotò attorno a Modigliani; più esposizioni in giro per l’Italia (Bologna, Torino) per ricostruire una personalità complessa come quella di Paul Klee; per gli amanti dell’architettura, la proposta, invece, è Scarpa a Vicenza e a Verona. Infine anche le gallerie trovano il loro spazio: la Cinquantasei a Bologna, la Niccoli a Parma (Arte Cinetica), Arte Capital di Brescia (Remo Squillantini), New Art Gallery di Padova (Riccardo Licata).
Dall’altro lato, l’attenzione è al mondo. A New York, il centro del mercato d’arte passa dall’elegante Soho al ghetto garage Chelsea. Mentre il mondo cinese riscopre le commistioni tra arte e Internet, Barcellona si sofferma sulle somiglianze e differenze tra i coniugi Delaunay. L’altra parte dell’Oceano entra in scena attrarso l’intervista a Glusberg, uno dei principali promotori dell’arte latino americana.
I musei sono analizzati in modo problematico. I loro visitatori sono utenti o clienti (riflessione di Luca Baldin)? Il museo è solo contenitore o vera e propria opera d’arte, come alla Tate modern di Londra? L’introduzione delle tecnologie comporta una nuova riflessione sul ruolo e le caratteristiche che devono assumersi le istituzioni museali. Il marketing entra anche nei musei sia reali che virtuali, mettendo a rischi i confini dell’arte per l’arte.
Questi sono solo alcuni degli spunti che ci offre ArteIn nei due mesi di dicembre e gennaio attraverso più di cento pagine ricche di contenuti.



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Marta Severo



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