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Adagio
Adagio, prima personale di Simone Biavati, nasce dalla collaborazione tra Condominio, Maciste Dischi e la curatrice Anna Vittoria Magagna. Il titolo è dichiarazione d’intenti: un invito all’ascolto, dove il gesto fotografico diventa respiro e luce, eco del suono che permane nell’immagine.
Comunicato stampa
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Adagio è la prima mostra personale di Simone Biavati che nasce dalla collaborazione tra Condominio, osservatorio e spazio dedicato alla foto- grafia contemporanea, Maciste Dischi, casa di produzione musicale e la curatrice Anna Vittoria Magagna. Il titolo, Adagio, non è soltanto inteso come un’indicazione di tempo musicale, bensì una dichiarazione d’intenti. Nella sua accezione più profonda, ada- gio è un invito all’ascolto: un tempo sospeso, intermedio, in cui il gesto fotografico si fa respiro e il suono si trasforma in luce. Nel lavoro di Simone Biavati, l’atto fotografico non cattura: traduce. L’immagine non è più soltanto una traccia visiva, diventa eco luminoso del suono che non si sente, che permane. Egli abita lo spazio con la di- screzione di chi sa dissolversi e mimetizzarsi con adagio, nel rumore di fondo dell’ambiente, restituendo alla fotografia la sua funzione primaria: quella di ascoltare con gli occhi e non solo di vedere.
Nella post-produzione, ogni intervento è un piccolo atto musicale: Biavati equalizza, distorce, missa e sfuma, e poi distrugge e ricrea. Quando scatta invece a crudo o straight out of camera. Un volto, un atto, gli occhi socchiusi di un cantante o le mani al cielo del pubblico, tutti attimi dal bagliore segreto che abitano il corpo come icona e tutto ciò che lo circonda un’emozione istantanea, ritratta e scolpita in un universale qui e ora che andrà a costruire non solamente un ricordo, ma una storia. La mostra esplora la performance musicale come forma d’arte totale, un luogo in cui il suono si traduce in immagine e la fotografia diventa distribuzione armonica dello spazio.
Come nella musica, anche nella fotografia il corpo e la materia si organizzano in tensioni: la prima attraverso la vibrazione e la linearità, la seconda attraverso la consistenza tattile e statica. Nell’azione fotografica di Biavati, la luce si fa materia, la vibrazione dei live musicali si cristallizza in un processo in cui musica e fotografia si contaminano, dando vita a un territorio condiviso fatto di ritmo, intensità e relazione.
Biavati lavora sulla fisicità del suono e la sua capacità di incidere la realtà. Le figure spesso indistinte, quasi liquide, sono investite da luce che illu-
mina e scolpisce. Come scriveva Roland Barthes, la fotografia è “un evento, non un oggetto”. In Adagio, le immagini vivono, rappresentano azioni che narrano una storia e persistono nel tempo, accompagnando l’osservatore in un’esperienza sia visiva che sonora. Per questo, nelle fotografie di Biavati fa eco anche McLuhan, “il medium è il messaggio”: ogni immagine non raffigura soltanto uno scatto momentaneo, ma diventa musica visiva, grazie ad un linguaggio che vibra, risuona e si espande nel tempo e nello spazio. È una fotografia quieta, silenziosa, che non urla ma ascolta, che non cerca di fissare il suono ma di accompagnarlo, restituendo al vedere il ritmo lento e profondo dell’ascolto.
CONDOMINIO è uno spazio ci ricerca indipendente dedicato alla promozione della fotografia contemporanea e della cultura dell’immagine. Facendo propri i principi di collaborazione e condivisione, con le sue iniziative CONDOMINIO incoraggia la valorizzazione di realtà e pratiche esistenti con lo scopo di creare un luogo di incontro e sinergia tra artisti, curatori, gallerie, editori e appassionati.
Simone Biavati (Milano, 1999) è un artista e fotografo che ha saputo fondere l’intensità del linguaggio musicale con la sensibilità visiva della fotografia. Dopo gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera, Biavati inizia a ritrarre alcuni tra i protagonisti più noti e le nuove voci della musica italiana — da Mecna a Elodie , da Fulminacci a Gazzelle — alter- nando reportage, ritratti e lavori editoriali. Nel 2023 documenta per Cosmopolitan l’intero Festival di Sanremo, costruend un racconto visivo che cattura l’energia e il disordine creativo del dietro le quinte. Da quell’esperienza nascono collaborazioni con Vanity Fair, Billboard, Rolling Stone e numerosi progetti nel mondo della moda e del commerciale, con brand come Prada, McDonald’s e Vans. La sua ricerca si muove lungo il confine tra fotografia e scrittura, in un percorso che intreccia immagine e parola, osservazione e narrazione.
Le sue fotografie — potenti e vibranti — esplorano la dimensione sensoriale della performance, restituendo il suono attraverso la luce.
Nella post-produzione, ogni intervento è un piccolo atto musicale: Biavati equalizza, distorce, missa e sfuma, e poi distrugge e ricrea. Quando scatta invece a crudo o straight out of camera. Un volto, un atto, gli occhi socchiusi di un cantante o le mani al cielo del pubblico, tutti attimi dal bagliore segreto che abitano il corpo come icona e tutto ciò che lo circonda un’emozione istantanea, ritratta e scolpita in un universale qui e ora che andrà a costruire non solamente un ricordo, ma una storia. La mostra esplora la performance musicale come forma d’arte totale, un luogo in cui il suono si traduce in immagine e la fotografia diventa distribuzione armonica dello spazio.
Come nella musica, anche nella fotografia il corpo e la materia si organizzano in tensioni: la prima attraverso la vibrazione e la linearità, la seconda attraverso la consistenza tattile e statica. Nell’azione fotografica di Biavati, la luce si fa materia, la vibrazione dei live musicali si cristallizza in un processo in cui musica e fotografia si contaminano, dando vita a un territorio condiviso fatto di ritmo, intensità e relazione.
Biavati lavora sulla fisicità del suono e la sua capacità di incidere la realtà. Le figure spesso indistinte, quasi liquide, sono investite da luce che illu-
mina e scolpisce. Come scriveva Roland Barthes, la fotografia è “un evento, non un oggetto”. In Adagio, le immagini vivono, rappresentano azioni che narrano una storia e persistono nel tempo, accompagnando l’osservatore in un’esperienza sia visiva che sonora. Per questo, nelle fotografie di Biavati fa eco anche McLuhan, “il medium è il messaggio”: ogni immagine non raffigura soltanto uno scatto momentaneo, ma diventa musica visiva, grazie ad un linguaggio che vibra, risuona e si espande nel tempo e nello spazio. È una fotografia quieta, silenziosa, che non urla ma ascolta, che non cerca di fissare il suono ma di accompagnarlo, restituendo al vedere il ritmo lento e profondo dell’ascolto.
CONDOMINIO è uno spazio ci ricerca indipendente dedicato alla promozione della fotografia contemporanea e della cultura dell’immagine. Facendo propri i principi di collaborazione e condivisione, con le sue iniziative CONDOMINIO incoraggia la valorizzazione di realtà e pratiche esistenti con lo scopo di creare un luogo di incontro e sinergia tra artisti, curatori, gallerie, editori e appassionati.
Simone Biavati (Milano, 1999) è un artista e fotografo che ha saputo fondere l’intensità del linguaggio musicale con la sensibilità visiva della fotografia. Dopo gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Brera, Biavati inizia a ritrarre alcuni tra i protagonisti più noti e le nuove voci della musica italiana — da Mecna a Elodie , da Fulminacci a Gazzelle — alter- nando reportage, ritratti e lavori editoriali. Nel 2023 documenta per Cosmopolitan l’intero Festival di Sanremo, costruend un racconto visivo che cattura l’energia e il disordine creativo del dietro le quinte. Da quell’esperienza nascono collaborazioni con Vanity Fair, Billboard, Rolling Stone e numerosi progetti nel mondo della moda e del commerciale, con brand come Prada, McDonald’s e Vans. La sua ricerca si muove lungo il confine tra fotografia e scrittura, in un percorso che intreccia immagine e parola, osservazione e narrazione.
Le sue fotografie — potenti e vibranti — esplorano la dimensione sensoriale della performance, restituendo il suono attraverso la luce.
03
dicembre 2025
Adagio
Dal 03 dicembre 2025 al 23 gennaio 2026
arte contemporanea
Location
CONDOMINIO
Milano, Via Melchiorre Gioia, 41, (MI)
Milano, Via Melchiorre Gioia, 41, (MI)
Orario di apertura
10 -13 e 15 - 18 su appuntamento
Vernissage
3 Dicembre 2025, dalle 18 alle 21
Sito web
Autore
Curatore




