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Adeline Christin – Opere 2000–2005
Entriamo in uno spazio oblungo, inatteso, il suolo è coperto di masegni, pietre identiche a quelle
delle calli veneziane, “strada nascosta“
Comunicato stampa
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Il volto umano è una forza vuota, un campo di morte. La vecchia rivendicazione rivoluzionaria di una forma che non ha mai corrisposto al suo corpo, Che iniziava ad essere altra cosa del corpo. è per questo che è assurdo rimproverare d’essere accademico ad un pittore che al giorno d’oggi ancora si ostina a riprodurre i tratti del volto umano così come sono; poiché così come sono non hanno ancora trovato la forma che indicano e designano : e fanno più che abbozzare, ma dal mattino alla sera, e tra diecimila sogni martellano come nel crogiolo di una palpitazione passionale mai esausta. Questo vuol dire che il volto umano non ha ancora trovato la sua faccia,al pittore dargliela. Antonin Artaud
Entriamo in uno spazio oblungo, inatteso, il suolo è coperto di masegni, pietre identiche a quelle delle calli veneziane, “strada nascosta“ che al solito, nel suo odore carico di cantiere, ospita una successione di barche in convalescenza.
Le tele prenderanno spazio tra loro senza opporsi al genio di quel luogo, un’enfilade di ritratti fino alla porta d’acqua scopre l’atelier di Adelin Christin, dove l’esposizione prosegue. Le dimensioni del luogo permetteranno per la prima volta dal 2001, l’allestimento di un numero significativo di opere dell’artista, 18 pitture su tela, ritratti e doppi ritratti, il suo recente percorso.
L’esposizione è anche l’occasione di fare conoscere uno spazio che al di là del doppio uso
attuale, è destinato ad ospitare in futuro altri artisti.
ADELINE CHRISTIN
opere 2000 – 2005
Lei ferma per strada un semplice passante, uno a caso fra i tanti, lo fotografa. Ecco lo schizzo. Lo dipinge finché non appare in esso una nota tragica, l’anonimo diventa un personaggio
dostoievskijano. Dal ritratto si libera una coscienza angosciata e complessa, turbata da chissà quale inadempienza.
Una galleria ossessiva, personaggi strappati dalla folla e trasferiti nella densità dell’arte, quasi controvoglia, ritagliati netti e disorientati in questa nuova esistenza. Nel ritratto è assegnata loro la più imbarazzante delle nudità.
Ad alcuni, per deliberata grazia, l’artista getta sul capo una pesante anche se fantomatica corona. Gli incoronati hanno l’aria di non averlo nemmeno notato. Le corone poi cadono male, a sghimbescio, scivolano storte come berretti. Una dozzina di solitudini buffamente incoronate, una galleria sorta da mondi Tartarei, dove ognuno oscilla tra il re e il buffone, fra il tragico e il ridicolo.
Stanno per entrare nei vestiboli dell’arte scongelandosi pian piano e non ancora consci del colpo di fortuna.
Gleb Smirnoff
Note biografiche
Adeline Christin nasce a Valence (Francia), dal 1994 abita e lavora a Venezia. Ha esposto le proprie opere al Museo Schusev di Mosca (2001, con la collaborazione del Il Centro Statale d’arte contemporanea). Ha partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero, recentemente alla Galleria Santo Stefano di Venezia e con una personale all’albergo ‘900.
Entriamo in uno spazio oblungo, inatteso, il suolo è coperto di masegni, pietre identiche a quelle delle calli veneziane, “strada nascosta“ che al solito, nel suo odore carico di cantiere, ospita una successione di barche in convalescenza.
Le tele prenderanno spazio tra loro senza opporsi al genio di quel luogo, un’enfilade di ritratti fino alla porta d’acqua scopre l’atelier di Adelin Christin, dove l’esposizione prosegue. Le dimensioni del luogo permetteranno per la prima volta dal 2001, l’allestimento di un numero significativo di opere dell’artista, 18 pitture su tela, ritratti e doppi ritratti, il suo recente percorso.
L’esposizione è anche l’occasione di fare conoscere uno spazio che al di là del doppio uso
attuale, è destinato ad ospitare in futuro altri artisti.
ADELINE CHRISTIN
opere 2000 – 2005
Lei ferma per strada un semplice passante, uno a caso fra i tanti, lo fotografa. Ecco lo schizzo. Lo dipinge finché non appare in esso una nota tragica, l’anonimo diventa un personaggio
dostoievskijano. Dal ritratto si libera una coscienza angosciata e complessa, turbata da chissà quale inadempienza.
Una galleria ossessiva, personaggi strappati dalla folla e trasferiti nella densità dell’arte, quasi controvoglia, ritagliati netti e disorientati in questa nuova esistenza. Nel ritratto è assegnata loro la più imbarazzante delle nudità.
Ad alcuni, per deliberata grazia, l’artista getta sul capo una pesante anche se fantomatica corona. Gli incoronati hanno l’aria di non averlo nemmeno notato. Le corone poi cadono male, a sghimbescio, scivolano storte come berretti. Una dozzina di solitudini buffamente incoronate, una galleria sorta da mondi Tartarei, dove ognuno oscilla tra il re e il buffone, fra il tragico e il ridicolo.
Stanno per entrare nei vestiboli dell’arte scongelandosi pian piano e non ancora consci del colpo di fortuna.
Gleb Smirnoff
Note biografiche
Adeline Christin nasce a Valence (Francia), dal 1994 abita e lavora a Venezia. Ha esposto le proprie opere al Museo Schusev di Mosca (2001, con la collaborazione del Il Centro Statale d’arte contemporanea). Ha partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero, recentemente alla Galleria Santo Stefano di Venezia e con una personale all’albergo ‘900.
09
giugno 2005
Adeline Christin – Opere 2000–2005
Dal 09 al 19 giugno 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO CHRISTIN
Venezia, Calle Del Traghetto - Dorsoduro, 2780, (VENEZIA)
Venezia, Calle Del Traghetto - Dorsoduro, 2780, (VENEZIA)
Orario di apertura
16.00 - 22.00 o per appuntamento
Vernissage
9 Giugno 2005, ore 16.00 - 23.00
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