Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Alberto Sughi – Sulla Pittura
Personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nel 1991 La Cassa di Risparmio di Cesena aggiungeva alla propria raccolta d’arte il grande dipinto di Alberto Sughi “Teatro d’Italia”, e lo stesso anno per sottolineare l’ acquisizione (che coincideva con il centocinquantesimo anniversario della fondazione dell'Istituto di credito), produceva una monografia con un’intervista ad Alberto Sughi, dal titolo omonimo. In quel volume il quadro veniva presentato e illustrato nei suoi momenti di elaborazione e nella forma finale con una documentazioneche offriva un saggio del modo di lavorare dell'artista. Sughi per parte sua, ne narrava e commentava la storia intellettuale e culturale nell'intervista raccolta da Biagio Dradi Maraldi. Agl’inizi del 2005 Alberto Sughi ha completato una nuova edizione di “Teatro d'Italia e Sulla Pittura”, edizione ideata per le pubblicazioni onLine nelle lingue italiana e inglese. Dal 1 Maggio estratti dell’intervista potranno essere letti su Exibart.com, Artnet.com, Clubart.it, Artroots.com e Nyarts.com, mentre l’intervista intera verra’ pubblicata su www.albertosughi.com.
Teatro d'Italia e Sulla Pittura, Intervista con Alberto Sughi
(dal 1 Maggio 2005 su www.albertosughi.com)
Biagio Maraldi Si dice che l'opera di un artista sia anche lo specchio nel quale si riflette la storia stessa della sua vita. In altri termini, vorrei che dicessi se la storia della tua pittura la senti anche come storia della tua vita interiore: delle tue passioni e dei tuoi ideali, della tua solitudine e del tuo pessimismo...
Alberto Sughi Inevitabilmente ci sono rimandi autobiografici; ma io preferisco guardare i miei quadri dentro la loro storia, che non è sempre, indissolubilmente, la storia della mia vita.
Un giorno, appesi alle pareti, nei miei quadri si poserà lo sguardo di altre persone. Attraverso la loro sensibilità e la loro cultura tradurranno in pensieri l'immagine racchiusa dentro la forma; allora quei quadri diventeranno semmai lo "specchio" di chi li sa guardare. Ma "specchio" è una parola senza scampo, e non mi piace.
Vorrei che mi parlassi del tuo rapporto con la tua opera e più in generale del fare pittura e del mestiere di pittore
AS Fare pittura é come operare una sorta di traduzione: ciò che era pensiero, riflessione, analisi concettuale si trasferisce all'interno della forma.
A dire il vero, non si dovrebbe nemmeno parlare di traduzione, come se ciò che il pittore dipinge fosse già preesistente in un'altra struttura linguistica. La pittura non è altro che un modo autonomo di confrontarsi con la realtà. Che poi l'arte, qualunque forma essa prenda, alluda sempre a qualcos'altro è vero; ma l'oggetto su cui si esercita e il modo in cui vi si esprime, esime il pittore dal doverne tenere conto.
BM Come nasce l'idea di un quadro e qual è il percorso della mente nell'elaborazione di esso?
AS Un quadro nasce da tutti quelli che hai dipinto in precedenza, da tutto quello che hai imparato dipingendo; ma soprattutto nasce dal desiderio di mettersi in viaggio, di trovare quello che continua a sfuggirti...
BM In anni ormai lontani molto si è discusso in Italia sul rapporto arte e ideologia.
Con quale sentimento rivivi nella memoria quel periodo?
AS Passati gli anni molto si decanta e solo la qualità del lavoro rimane un termine utile di riferimento. Per questo do scarso peso alle dichiarazioni di impegno o disimpegno ideologico, che pure determinavano una parte dell'atteggiamento critico verso il nostro lavoro.
Non so se oggi la critica sia più attendibile; credo, tuttavia, che si possa tranquillamente prevedere che molti dei suoi giudizi domani conteranno di meno cosi come conterà poco tanta pittura a cui oggi concede i suoi favori
Quanto alla solitudine, è una condizione alla quale l'artista, in genere è votato; non può dunque essere vissuta con dispetto, né diventare motivo di frustrazione.
BM La tua arte ha conosciuto, com'è naturale, e come abbiamo già detto, dei cambiamenti e delle variazioni negli anni. Non ricordo che tu abbia mai fatto pittura astratta o informale. E’ stata una scelta di carattere ideologico o piuttosto una scelta artistica, di poetica, di stile?
AS A guardar bene, e qualcuno l'ha già fatto, si vede che alcune esperienze astratte o informali sono state da me attentamente osservate, tanto da avere lasciato più di una traccia nel mio lavoro. Avendo operato in un clima culturale nel quale si era affermata la centralità di queste tendenze, l' interesse mi sembra del tutto naturale, anche se non posso parlare di vero coinvolgimento.
D’altra parte si deve ricordare che l'astrattismo non voleva apparire solo come una tendenza dell'arte contemporanea; ma anche, e soprattutto, come una rivoluzionaria e affascinante teoria estetica: la pittura affrancata da ogni ipoteca morale, illustrativa o didattica, avrebbe potuto finalmente svelarsi nella sua essenza; senza più l'obbligo di dover rappresentare il mondo, diventata speculare solo a se stessa la pittura poteva finalmente alzare la bandiera dell'arte per l'arte.
Molti si aspettavano una purezza mai prima raggiunta, una bellezza mai prima rivelata. Ma questa teoria sembra far parte delle tante illusioni che la fiducia nel progresso aveva alimentato, nei campi più disparati, all'inizio del nostro secolo.
Il sospetto, quantomeno il sospetto, ha frenato ogni mia possibile adesione.
Sula Pittura, Intervista ad Alberto Sughi (in formato PDF) pubblicata da nerosunero.org puo' essere gratuitamente richiesta scrivendo e specificando le ragioni della richiesta a studiosughi@albertosughi.com
Teatro d'Italia e Sulla Pittura, Intervista con Alberto Sughi
(dal 1 Maggio 2005 su www.albertosughi.com)
Biagio Maraldi Si dice che l'opera di un artista sia anche lo specchio nel quale si riflette la storia stessa della sua vita. In altri termini, vorrei che dicessi se la storia della tua pittura la senti anche come storia della tua vita interiore: delle tue passioni e dei tuoi ideali, della tua solitudine e del tuo pessimismo...
Alberto Sughi Inevitabilmente ci sono rimandi autobiografici; ma io preferisco guardare i miei quadri dentro la loro storia, che non è sempre, indissolubilmente, la storia della mia vita.
Un giorno, appesi alle pareti, nei miei quadri si poserà lo sguardo di altre persone. Attraverso la loro sensibilità e la loro cultura tradurranno in pensieri l'immagine racchiusa dentro la forma; allora quei quadri diventeranno semmai lo "specchio" di chi li sa guardare. Ma "specchio" è una parola senza scampo, e non mi piace.
Vorrei che mi parlassi del tuo rapporto con la tua opera e più in generale del fare pittura e del mestiere di pittore
AS Fare pittura é come operare una sorta di traduzione: ciò che era pensiero, riflessione, analisi concettuale si trasferisce all'interno della forma.
A dire il vero, non si dovrebbe nemmeno parlare di traduzione, come se ciò che il pittore dipinge fosse già preesistente in un'altra struttura linguistica. La pittura non è altro che un modo autonomo di confrontarsi con la realtà. Che poi l'arte, qualunque forma essa prenda, alluda sempre a qualcos'altro è vero; ma l'oggetto su cui si esercita e il modo in cui vi si esprime, esime il pittore dal doverne tenere conto.
BM Come nasce l'idea di un quadro e qual è il percorso della mente nell'elaborazione di esso?
AS Un quadro nasce da tutti quelli che hai dipinto in precedenza, da tutto quello che hai imparato dipingendo; ma soprattutto nasce dal desiderio di mettersi in viaggio, di trovare quello che continua a sfuggirti...
BM In anni ormai lontani molto si è discusso in Italia sul rapporto arte e ideologia.
Con quale sentimento rivivi nella memoria quel periodo?
AS Passati gli anni molto si decanta e solo la qualità del lavoro rimane un termine utile di riferimento. Per questo do scarso peso alle dichiarazioni di impegno o disimpegno ideologico, che pure determinavano una parte dell'atteggiamento critico verso il nostro lavoro.
Non so se oggi la critica sia più attendibile; credo, tuttavia, che si possa tranquillamente prevedere che molti dei suoi giudizi domani conteranno di meno cosi come conterà poco tanta pittura a cui oggi concede i suoi favori
Quanto alla solitudine, è una condizione alla quale l'artista, in genere è votato; non può dunque essere vissuta con dispetto, né diventare motivo di frustrazione.
BM La tua arte ha conosciuto, com'è naturale, e come abbiamo già detto, dei cambiamenti e delle variazioni negli anni. Non ricordo che tu abbia mai fatto pittura astratta o informale. E’ stata una scelta di carattere ideologico o piuttosto una scelta artistica, di poetica, di stile?
AS A guardar bene, e qualcuno l'ha già fatto, si vede che alcune esperienze astratte o informali sono state da me attentamente osservate, tanto da avere lasciato più di una traccia nel mio lavoro. Avendo operato in un clima culturale nel quale si era affermata la centralità di queste tendenze, l' interesse mi sembra del tutto naturale, anche se non posso parlare di vero coinvolgimento.
D’altra parte si deve ricordare che l'astrattismo non voleva apparire solo come una tendenza dell'arte contemporanea; ma anche, e soprattutto, come una rivoluzionaria e affascinante teoria estetica: la pittura affrancata da ogni ipoteca morale, illustrativa o didattica, avrebbe potuto finalmente svelarsi nella sua essenza; senza più l'obbligo di dover rappresentare il mondo, diventata speculare solo a se stessa la pittura poteva finalmente alzare la bandiera dell'arte per l'arte.
Molti si aspettavano una purezza mai prima raggiunta, una bellezza mai prima rivelata. Ma questa teoria sembra far parte delle tante illusioni che la fiducia nel progresso aveva alimentato, nei campi più disparati, all'inizio del nostro secolo.
Il sospetto, quantomeno il sospetto, ha frenato ogni mia possibile adesione.
Sula Pittura, Intervista ad Alberto Sughi (in formato PDF) pubblicata da nerosunero.org puo' essere gratuitamente richiesta scrivendo e specificando le ragioni della richiesta a studiosughi@albertosughi.com
01
maggio 2005
Alberto Sughi – Sulla Pittura
Dal primo al 31 maggio 2005
arte contemporanea
Location
STUDIO ALBERTO SUGHI
Roma, Via Alberico II, 33, (Roma)
Roma, Via Alberico II, 33, (Roma)
Autore




