L’allestimento a Palazzo Ducale presenta disegni, formelle di ceramica policroma e sculture: una ricognizione esemplare e completa

nel mondo dell’artista modenese.

“Nelle stanze di Capucci succedono delle cose, delle piccolissime cose esemplari: qui un uomo attraversa un campo, lì si stende a bordo di uno stagno e con un dito commuove un bersaglio di cerchi d’acqua; là lo stesso uomo prende fuoco, poi trasporta in salvo qualcuno sulle spalle; poi si affaccia, viso enorme, a una finestra mentre una lei in un tubino rosso si appiattisce alla parete e finge di non essere in casa. Qua, in una china, il volto del ragazzo si alza gigantesco al di sopra della casa scoperchiata; là in un disegno qualcuno tira fuori per i capelli una donna-mandragola dalla terra, oppure distende le braccia su cui stanno allineate le case della sua strada. E via dicendo, in un cannocchiale di prospettive comunicanti che non ha più fine: perché Capucci è artefice copioso e costantemente digressivo tanto che da ogni suo gesto ne rampolla un altro e un altro lo prosegue con una certa apprezzabile velocità. Questa è poi fissata nell’involucro cromatico lucente, elegantissimo frutto di una perizia ceramica tutta artigianale, conquistata alacremente nel fruttuoso laboratorio dell’artista.

Formelle, tondi, disegni, sculture: questi sono i recipienti formali dell’arte di Capucci, su cui si ergono le grandi sculture plasmate dall’artista a altezza d’uomo: a un tempo parvenze, ombre e simulacri, queste figure sono i grandi personaggi con i quali dall’impiantito familiare delle stanze l’artista erige le sue estreme istanze tragiche.”

Paolo Donini