Da piccoli, tutti abbiamo sognato con le ombre cinesi, ma pochi sanno che, secondo una leggenda, esse affondano le radici nel lontano periodo compreso tra il 140 e l’85 a.C., durante la dinastia Han. Si narra che l'imperatore Wu Ti, profondamente afflitto dalla morte della sua concubina preferita, cadesse in una grande tristezza. Un monaco, desideroso di sollevarlo dalla sua malinconia, gli fece rivivere la memoria dell’amata attraverso un gioco di luci e ombre, creando una sagoma di legno che, mossa dietro uno schermo di carta di riso, evocava la figura della defunta.
Questa affascinante arte cinese si diffuse prima in Cambogia e Indonesia, per poi seguire le antiche rotte della Via della Seta, giungendo in India, Turchia e Grecia.
In Grecia, l'arte delle ombre cinesi prese una nuova forma con il Karaghiozis, grazie al burattinaio Yiannis Brahalis. Gli spettacoli di Karaghiozis sono un'eredità che continua a vivere nel cuore della tradizione greca, affascinando e commuovendo ancora oggi i bambini.
L'arte delle ombre cinesi si diffuse poi verso la Germania e la Francia, dove assunse il nome di "silhouette", in riferimento al finanziere e politico francese Étienne de Silhouette (1709-1767), noto per la sua politica di estrema parsimonia sotto il regno di Luigi XV. Le silhouette divennero il metodo più rapido ed economico per creare ritratti, tanto da essere soprannominate "la miniatura dei poveri". La loro purezza e semplicità si adattavano perfettamente ai gusti del periodo neoclassico, riscuotendo un grande successo.
Il lavoro di Andrea Georgacopulo, con le sue suggestive e affascinanti composizioni di luci e ombre, richiama l'armonia degli ikebana giapponesi, stimolando la fantasia e l'immaginazione di chi le osserva.