Nelle opere di Movement and Feeling, il nero non è soltanto uno sfondo: è un’origine, un luogo di attesa. È la notte primordiale in cui tutto tace prima di farsi forma. Ogni figura, ogni movimento che emerge dal buio sembrano portare con sé un’emozione che ha attraversato la memoria.
Così il reale si mostra non come lo vediamo, ma come lo sentiamo nelle pieghe più sottili dell’anima. La bellezza che scaturisce da queste opere non è una bellezza idealizzata, ma una bellezza vivente, fatta di contrasti, vulnerabilità e forza. È una bellezza che nasce dal rapporto diretto con l’esperienza, dalla capacità dell’artista di tradurre emozioni in forma, ritmo, vibrazione cromatica. L’energia dei segni, a volte trattenuta, altre volte esplosiva, conferisce ai dipinti una dinamica interna che rispecchia proprio ciò che il titolo suggerisce: Movement and Feeling. Ogni opera sembra infatti esitare tra gesto e introspezione, tra impulso e memoria.
"La bellezza salverà il mondo?"
Sicuramente sì, non si può fare a meno della bellezza: la bellezza della Natura da ammirare e salvaguardare, la bellezza che muove sentimenti, sentimenti che possono a loro volta generare solidarietà, come il network del regno vegetale; oppure la bellezza della musica portata dal vento o le poesie sussurrate che possono far incontrare mani fino ad allora nemiche che si uniscono per impastare il pane della pace e finalmente vincere odio e sopraffazione.