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Anna Radetich / Vincenzo Iandolo – Via Africa
La mostra, dal titolo “Via Africa” presenta le fotografie realizzate – dai giovani fotografi campani – nell’estate del 2004
Comunicato stampa
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Sabato 29 ottobre, alle ore 19,00, nello spazio delle Antiche Cisterne del FRAC di Baronissi, sarà inaugurata la mostra personale dei fotografi Anna Radetich e Vincenzo Iandolo.
La mostra, dal titolo “Via Africa” presenta le fotografie realizzate - dai giovani fotografi campani - nell’estate del 2004: essa comprende 16 immagini in bianco e nero scattate tra Lampedusa e Milano, passando per Agrigento, Bologna, Torino...che disegnano una topografia clandestina dei luoghi dell'erranza contemporanea.
“E’ un po’ d’anni, in uno gliòmmero di leggi ed interessi annodati con finta umanità – scrive Marcello Napoli nel testo al catalogo –, che le attese di sbarchi sono una costante, come un tempo l’andare e venire delle maree; e chi le vede più, magari abbracciato ad uno scoglio innamorato dei tesori nelle piccole trappole dell’acqua.
Quello che le foto dicono,- inflessibilmente scattate in pellicola e stampate personalmente, senza trucchi e manipolazioni - tarate dal telemetro interiore di Anna Radetich e Vincenzo Iandolo, è la disperata ricerca di un orizzonte che diventi piano, linea, attracco, casa, speranza non disillusa, lavoro, famiglia. La sensazione è di vivere in bianco e nero il dramma – questa volta sfiorato, ma non per questo meno toccante - della “Zattera della Medusa” di Gericault: un approdo “naufragico”, ci si consenta –come direbbe qualcuno- questo sconfinamento grammaticale e paradossale. Un approdo scalcinato, fatto della sostanza con cui sono fatti i sogni, solo più triste solitario y final, che poi s’infrange tra mura e filo spinato, dove regna il silenzio e le ferite del “dopo”.
L’incipit di questo reportage di Anna e Vincenzo, tra Lampedusa e Pozzallo, è una lingua di mare-specchio che glissa la spiaggia e sfocia in mare, non senza carezzare lo scheletro-osso di seppia (quasi un presagio) di una cabina-casa e un palcoscenico grigio affollato di nubi. Segui la rotta e le stelle, di giorno di notte, di giorno ancora e poi di notte ancora, e trovi l’isola che non ci sarà per te e tutti: Utopia e Libertà.
Sono gli uomini diventati fantasmi, della civiltà, della schiavitù, della libertà. Ancor più ectoplasmiche presenze “dopo”; mentre l’arrivo è una liberazione, la riconciliazione con il senso di gravità ed il senso cinestetico, l’equilibrio. In alcune foto, sui volti dei naufraghi, appare un sorriso come di chi ha toccato un desiderio o carezzato il profilo di un sogno”.
La mostra, dal titolo “Via Africa” presenta le fotografie realizzate - dai giovani fotografi campani - nell’estate del 2004: essa comprende 16 immagini in bianco e nero scattate tra Lampedusa e Milano, passando per Agrigento, Bologna, Torino...che disegnano una topografia clandestina dei luoghi dell'erranza contemporanea.
“E’ un po’ d’anni, in uno gliòmmero di leggi ed interessi annodati con finta umanità – scrive Marcello Napoli nel testo al catalogo –, che le attese di sbarchi sono una costante, come un tempo l’andare e venire delle maree; e chi le vede più, magari abbracciato ad uno scoglio innamorato dei tesori nelle piccole trappole dell’acqua.
Quello che le foto dicono,- inflessibilmente scattate in pellicola e stampate personalmente, senza trucchi e manipolazioni - tarate dal telemetro interiore di Anna Radetich e Vincenzo Iandolo, è la disperata ricerca di un orizzonte che diventi piano, linea, attracco, casa, speranza non disillusa, lavoro, famiglia. La sensazione è di vivere in bianco e nero il dramma – questa volta sfiorato, ma non per questo meno toccante - della “Zattera della Medusa” di Gericault: un approdo “naufragico”, ci si consenta –come direbbe qualcuno- questo sconfinamento grammaticale e paradossale. Un approdo scalcinato, fatto della sostanza con cui sono fatti i sogni, solo più triste solitario y final, che poi s’infrange tra mura e filo spinato, dove regna il silenzio e le ferite del “dopo”.
L’incipit di questo reportage di Anna e Vincenzo, tra Lampedusa e Pozzallo, è una lingua di mare-specchio che glissa la spiaggia e sfocia in mare, non senza carezzare lo scheletro-osso di seppia (quasi un presagio) di una cabina-casa e un palcoscenico grigio affollato di nubi. Segui la rotta e le stelle, di giorno di notte, di giorno ancora e poi di notte ancora, e trovi l’isola che non ci sarà per te e tutti: Utopia e Libertà.
Sono gli uomini diventati fantasmi, della civiltà, della schiavitù, della libertà. Ancor più ectoplasmiche presenze “dopo”; mentre l’arrivo è una liberazione, la riconciliazione con il senso di gravità ed il senso cinestetico, l’equilibrio. In alcune foto, sui volti dei naufraghi, appare un sorriso come di chi ha toccato un desiderio o carezzato il profilo di un sogno”.
29
ottobre 2005
Anna Radetich / Vincenzo Iandolo – Via Africa
Dal 29 ottobre al 13 novembre 2005
fotografia
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì e domenica 9-12. Lunedì, giovedì e sabato 15-17
Vernissage
29 Ottobre 2005, ore 19
Autore



