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Annabel Elgar – Territori dell’inconscio
L’opera di Annabel Elgar, tra le più apprezzate rappresentanti dell’ultima generazione della staged photography, rivela, attraverso la costruzione di scenari fittizi e dettagli eloquenti, indizi che chiamano in causa i ricordi e le paure di ognuno
Comunicato stampa
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Fuori è buio. Fa freddo, forse. Perché l’albero è spoglio e ha perso quasi tutti i suoi frutti. Sono rotolati a terra, sul prato ancora verde. Un bambino, seduto su una grossa palla di gomma gialla, dà le spalle al mondo e osserva una finestra illuminata. Ma le tende sono tirate e la vista è negata. La sua e la nostra: esiste qualcosa che non si può oltrepassare. Perché non si può capire, comprendere, vedere. Sono barriere, innanzitutto mentali. Sono territori al limite tra la coscienza e l’inconscio. Che si palesano attraverso piccoli indizi, piccole impressioni e rimangono irrisolti. Possono i frutti essere maturi e il loro albero spoglio? E’ un artificio: l’opera di Annabel Elgar rivela, attraverso la costruzione di scenari fittizi e dettagli eloquenti, indizi che chiamano in causa i ricordi e le paure di ognuno. Risvegliano spiacevoli memorie, timori sopiti e non li risolvono. Continuano a vivere nell’immagine e dentro di noi. Perché una delle caratteristiche fondamentali delle fotografie di Annnabel Elgar è il tempo sospeso. Indeterminato. I suoi indizi, metafore evidenti e spesso nefaste, pongono interrogativi e intenzionalmente non li esauriscono, congelandoli nella dimensione atemporale della mente e della fotografia. Solo l’inconscio è chiamato a rispondere. Allo stesso modo, le persone, spesso adolescenti, che popolano le sue immagini rimangono figure indefinite, dei simboli di noi stessi, forse, e di quello che siamo stati: non guardano mai nell’obiettivo, il più delle volte sono di spalle e non ci è dato scoprirne l’identità. Non è un caso che il nero sia il colore predominante nelle immagini della Elgar. La notte, il buio, le ombre profonde senza dettaglio; dove il pensiero razionale lascia il posto a ciò che non lo è. Ai sogni, ai mostri.
Annabel Elgar (1971) vive e lavora a Londra. Si è diplomata nel 2001 in Fotografia al Royal College of Art e da 10 anni le sue opere vengono esposte in tutta Europa. Fra le più apprezzate rappresentanti dell’ultima generazione della staged photography è già apparsa su importanti pubblicazioni tra cui: The Guardian, Photo Art International, The British Journal of Photography, Art Review, Next Level, Camera Austria.
Annabel Elgar (1971) vive e lavora a Londra. Si è diplomata nel 2001 in Fotografia al Royal College of Art e da 10 anni le sue opere vengono esposte in tutta Europa. Fra le più apprezzate rappresentanti dell’ultima generazione della staged photography è già apparsa su importanti pubblicazioni tra cui: The Guardian, Photo Art International, The British Journal of Photography, Art Review, Next Level, Camera Austria.
22
novembre 2007
Annabel Elgar – Territori dell’inconscio
Dal 22 novembre 2007 al 06 febbraio 2008
fotografia
Location
NEPENTE ART GALLERY
Milano, Via Alessandro Volta, 15, (Milano)
Milano, Via Alessandro Volta, 15, (Milano)
Vernissage
22 Novembre 2007, ore 18.30
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