La mostra propone gli ultimi lavori di Antonella Sicoli, gioielli originalissimi frutto di un percorso ventennale che ha portato l’autrice dalla formazione tradizionale dell’apprendistato in “bottega” sino all’elaborazione di un linguaggio tecnico e simbolico del tutto personale inerente inoltre alla sua passione per la scrittura e per lo studio della cultura etnica e antropologica dell’ornamento.
La mostra infatti si presenta su tre livelli di lettura: il primo, quello testuale, in cui l’emozione creativa è tradotta da un corsivo esasperato nelle dimensioni, il secondo, quello dei monili, in cui si esprime il tentativo di trovare bellezza ed equilibrio formale nella realizzazione di pezzi unici che oltre all’oro non prevedono l’utilizzo di materiali tradizionalmente “preziosi” ma possono trovare il loro fulcro estetico in un vecchio ferro tibetano forgiato per un finimento, in una moneta in bronzo di scavo che ha perso ogni connotazione numismatica, o in una vecchia giada a cui la sepoltura ha dato una patina soavissima.
Il terzo livello di lettura è quello delle immagini: l’autrice propone degli autoscatti in formato macro in cui simbolicamente riporta ciò che proveniva dalla terra, e che attraverso il suo operare è diventato “altro”, all’interno del proprio corpo con un processo di sensualissima eucarestia che trasporta i suoi monili in una sospensione atemporale.