L’ azzeramento di ogni forma e figura, che mandò in tempi lontani segnali polemici e politici, non ha mai cessato la sua influenza fascinatoria su quanti hanno continuato ad indagare in quella direzione. Viola spinge la sua poetica ed il suo liguaggio nella direzione del rapporto spazio-luce proponendo uno schema di base matematico ( la divisione dell’ opera in moduli, lo studio attento della cornice che delimita il campo spaziale ) a racchiudere una campitura cromatica che nasce da molteplici velature sovrapposte, per concludersi in un campo vibratile dove la luce slitta ad esaltare la tramatura del segno, in un costante contrappunto tra ordine e caos.

“La risalita di Viola dal nulla, il suo superamento del grado zero dell’ arte trova così nel colore l’ energia della rinascita, in quadri dove la sedimentazione della materia cromatica, le sue concrezioni e le sue impalpabili rugosità appaiono come un cammino a ritroso che abbandona le rigide regioni di una severità spinta fino all’ ascetismo per riscoprire la vita che batte nel cuore della pittura, una dimensione esistenziale dove i frammenti di memoria immersi nel flusso del colore si fondono al peso umano e prezioso del tempo e della materia”
Lorenzo Canova

“Guidato dall’ intuizione Viola coltiva il rischio, accetta la sfida di continuare a dipingere escludendo il sensazionale e il sorprendente, rifuggendo la pluralità e la commistione dei mezzi, rifiutandosi di incrociare tempi e temi.”
Martina Cavallarin