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Armando Ceste – Terroristen. Il martirio di Ulrike Meinhof
Nella mostra viene accostato il martirio di Ulrike Meinhof a quello di Jean-D’Arc (attraverso le immagini “segnaletiche”del film di Dreyer) mescolando visioni mistiche religiose a visioni mistiche rivoluzionarie
Comunicato stampa
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terroristen
il martirio di Ulrike Meinhof
La mattina del 9 maggio1976 nel supercarcere-fortezza di Stammheim terminava la vita di Ulrike Meinhof, la rivoluzionaria comunista della Raf (Rote Armee Fraktion). Gli agenti di custodia avevano trovato la detenuta impiccata nella sua cella. Un anno e mezzo più tardi, il 18 ottobre 1977, altri tre appartenenti alla Raf, Gudrun Ensslin, Andreas Baader e Jan-Carl Raspe, verranno anch’essi rinvenuti morti nelle loro celle. Come per la morte di Ullrike Meinhof, anche dopo queste morti vi saranno accese polemiche sulla questione se si fosse trattato di una morte per suicidio, o di un omicidio per mano ignota.
Le istituzioni ammoniscono i buoni sull’esistenza dei cattivi diffondendo l’immagine del nemico, perché sia riconosciuto, isolato e reso innocuo.
La foto segnaletica annuncia pubblicamente che chi ha quella faccia deve essere punito.
.
Es ist so und es ist nicht so / è così e non è così
Dalla “trasformazione” di queste fotografie segnaletiche è nata l’idea di questa mostra. Una trasformazione che (attraverso il colore, accostamenti con altre immagini) non vuole dare giudizi, giudicare, ma restituire emozioni e riflessioni diverse dall’immaginario del terrore evocato dal potere.
Infatti questa rappresentazione del male assoluto per altri non è così. Nei territori arabi e di cultura islamica, quelli che le nostre istituzioni e i mass media indicano come “terroristi”, vengono invece definiti (e rappresentati anche in immagini) come “martiri”. Un concetto quello del martirio lontano dal pensiero della nostra società occidentale. Per ritrovarlo bisogna tornare indietro al tempo dei martiri cristiani.
Nella mostra viene accostato il martirio di Ulrike Meinhof a quello di Jean-D’Arc (attraverso le immagini “segnaletiche”del film di Dreyer) mescolando visioni mistiche religiose a visioni mistiche rivoluzionarie. Un destino, quello di queste due donne, però comune, consapevole e fino in fondo coerente come scelta di vita e di conseguenza di morte.
il martirio di Ulrike Meinhof
La mattina del 9 maggio1976 nel supercarcere-fortezza di Stammheim terminava la vita di Ulrike Meinhof, la rivoluzionaria comunista della Raf (Rote Armee Fraktion). Gli agenti di custodia avevano trovato la detenuta impiccata nella sua cella. Un anno e mezzo più tardi, il 18 ottobre 1977, altri tre appartenenti alla Raf, Gudrun Ensslin, Andreas Baader e Jan-Carl Raspe, verranno anch’essi rinvenuti morti nelle loro celle. Come per la morte di Ullrike Meinhof, anche dopo queste morti vi saranno accese polemiche sulla questione se si fosse trattato di una morte per suicidio, o di un omicidio per mano ignota.
Le istituzioni ammoniscono i buoni sull’esistenza dei cattivi diffondendo l’immagine del nemico, perché sia riconosciuto, isolato e reso innocuo.
La foto segnaletica annuncia pubblicamente che chi ha quella faccia deve essere punito.
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Es ist so und es ist nicht so / è così e non è così
Dalla “trasformazione” di queste fotografie segnaletiche è nata l’idea di questa mostra. Una trasformazione che (attraverso il colore, accostamenti con altre immagini) non vuole dare giudizi, giudicare, ma restituire emozioni e riflessioni diverse dall’immaginario del terrore evocato dal potere.
Infatti questa rappresentazione del male assoluto per altri non è così. Nei territori arabi e di cultura islamica, quelli che le nostre istituzioni e i mass media indicano come “terroristi”, vengono invece definiti (e rappresentati anche in immagini) come “martiri”. Un concetto quello del martirio lontano dal pensiero della nostra società occidentale. Per ritrovarlo bisogna tornare indietro al tempo dei martiri cristiani.
Nella mostra viene accostato il martirio di Ulrike Meinhof a quello di Jean-D’Arc (attraverso le immagini “segnaletiche”del film di Dreyer) mescolando visioni mistiche religiose a visioni mistiche rivoluzionarie. Un destino, quello di queste due donne, però comune, consapevole e fino in fondo coerente come scelta di vita e di conseguenza di morte.
19
aprile 2005
Armando Ceste – Terroristen. Il martirio di Ulrike Meinhof
Dal 19 aprile al 06 maggio 2005
arte contemporanea
Location
AMANTES
Torino, Via Principe Amedeo, 38/A, (Torino)
Torino, Via Principe Amedeo, 38/A, (Torino)
Biglietti
libero in galleria, accesso al circolo con tessera ARCI
Orario di apertura
lunedì-sabato 19-02
Vernissage
19 Aprile 2005, ore 19,30
Autore