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Armando Giorgini – Quotidiano Comunista
Le fotografie di questa mostra nascono da una esperienza di viaggio attraverso il Vietnam dei nostri giorni, dal nord al sud del paese
Comunicato stampa
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Le fotografie di questa mostra nascono da una esperienza di viaggio attraverso il Vietnam dei nostri giorni, dal nord al sud del paese, riunificato ormai 30 anni fa dopo la lunga guerra; da Hanoi, già città coloniale francese e capitale del Vietnam del Nord comunista, a Saigon, capitale del Vietnam del Sud, già filoamericano. L’idea di una mostra nasce con l’intenzione di aprire uno squarcio nell’attuale evidente deficit di comunicazione e conoscenza tra l’Italia e il Vietnam. Pur con le dovute e rarissime eccezioni, il nostro immaginario sul Vietnam è rimasto fermo ai tempi della guerra, vista attraverso i film o vissuta nelle cronache degli anni settanta.
E’ appunto con gli occhi di chi nulla sa che il fotografo vede la quotidianità di questo paese, passandoci attraverso ed uscendone con delle immagini istantanee, pr ive di ogni progettualità, ma che restituiscono un racconto personale, immediato, diaristico dei luoghi e degli incontri di viaggio, che ci hanno spesso reso reciprocamente esterrefatti.
Si tratta qui di ventotto giorni di scatti occasionali con la macchina fotografica perennemente in mano, 28 giorni e 28 scatti che impongono un bilancio e delineano comunque un quadro, seppur senza la pretesa di essere esaustivo o fedelmente descrittivo.
L’immagine del paese che esce da questa serie di fotografie è prima di tutto quella di un popolo che lavora duro e senza sosta, senza conoscere la linea di demarcazione tra sopravvivenza e libertà della persona, tra fatica e riposo. Un paese ancora comunista per definizione governativa, che produce tantissimo e serialmente, in cui si costruisce dappertutto e in continuazione, dove si dorme nel palazzo che si sta costruendo finchè questo non è terminato.
Un paese efficien te ed assordante, in cui la logica può prendere strade per noi incomprensibili, forse visionarie, forse cieche. Sicuramente un paese instancabile che segue un percorso programmato con cura, che cerca di uscire dall’isolamento e dalla povertà in maniera controllata, e che conserva ancora la sua diversità e le sue molte specificità.
Non è facile raccontare il Vietnam, perché ci mancano gli strumenti per comprenderlo, perché cambia ad un ritmo che quasi non ha pari al mondo, perché è eterogeneo e forse inclassificabile.
Per comprendere ciò che vediamo abbiamo bisogno di riferimenti noti e forse il Vietnam ci ricorda il nostro lungo dopoguerra, il popolo ingenuo e prorompente, le masse contadine, operaie e artigiane, desiderose di certezze e benessere, il governo che dirige e regola, tra un certo senso dello stato e grandi errori irrecuperabili, fatica ad arrivare nelle regioni p iù remote, difficoltà a controllare ciò che muta in continuazione. Sicuramente il Vietnam è un altro mondo, sta dall’altra parte del mondo e non possiamo interpretarlo solo con i nostri parametri e le nostre statistiche su sviluppo, sicurezza, vivibilità, libertà, diritti, che pure qui hanno un significato tangibile, sulla pelle delle persone.
Quello che ci stupisce, e che ci spinge a viaggiare, è vedere che le persone, in altre dimensioni, in altri luoghi e cicli storici, comunque vivono e che i nostri sguardi incerti e interrogativi comunque si incrociano con i loro.
E’ appunto con gli occhi di chi nulla sa che il fotografo vede la quotidianità di questo paese, passandoci attraverso ed uscendone con delle immagini istantanee, pr ive di ogni progettualità, ma che restituiscono un racconto personale, immediato, diaristico dei luoghi e degli incontri di viaggio, che ci hanno spesso reso reciprocamente esterrefatti.
Si tratta qui di ventotto giorni di scatti occasionali con la macchina fotografica perennemente in mano, 28 giorni e 28 scatti che impongono un bilancio e delineano comunque un quadro, seppur senza la pretesa di essere esaustivo o fedelmente descrittivo.
L’immagine del paese che esce da questa serie di fotografie è prima di tutto quella di un popolo che lavora duro e senza sosta, senza conoscere la linea di demarcazione tra sopravvivenza e libertà della persona, tra fatica e riposo. Un paese ancora comunista per definizione governativa, che produce tantissimo e serialmente, in cui si costruisce dappertutto e in continuazione, dove si dorme nel palazzo che si sta costruendo finchè questo non è terminato.
Un paese efficien te ed assordante, in cui la logica può prendere strade per noi incomprensibili, forse visionarie, forse cieche. Sicuramente un paese instancabile che segue un percorso programmato con cura, che cerca di uscire dall’isolamento e dalla povertà in maniera controllata, e che conserva ancora la sua diversità e le sue molte specificità.
Non è facile raccontare il Vietnam, perché ci mancano gli strumenti per comprenderlo, perché cambia ad un ritmo che quasi non ha pari al mondo, perché è eterogeneo e forse inclassificabile.
Per comprendere ciò che vediamo abbiamo bisogno di riferimenti noti e forse il Vietnam ci ricorda il nostro lungo dopoguerra, il popolo ingenuo e prorompente, le masse contadine, operaie e artigiane, desiderose di certezze e benessere, il governo che dirige e regola, tra un certo senso dello stato e grandi errori irrecuperabili, fatica ad arrivare nelle regioni p iù remote, difficoltà a controllare ciò che muta in continuazione. Sicuramente il Vietnam è un altro mondo, sta dall’altra parte del mondo e non possiamo interpretarlo solo con i nostri parametri e le nostre statistiche su sviluppo, sicurezza, vivibilità, libertà, diritti, che pure qui hanno un significato tangibile, sulla pelle delle persone.
Quello che ci stupisce, e che ci spinge a viaggiare, è vedere che le persone, in altre dimensioni, in altri luoghi e cicli storici, comunque vivono e che i nostri sguardi incerti e interrogativi comunque si incrociano con i loro.
11
dicembre 2005
Armando Giorgini – Quotidiano Comunista
Dall'undici dicembre 2005 al primo febbraio 2006
fotografia
Location
BRANCALEONE
Roma, Via Levanna, 11, (Roma)
Roma, Via Levanna, 11, (Roma)
Vernissage
11 Dicembre 2005, ore 21
Autore




