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Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915
Mostra dedicata all’intellettuale ed ufficiale medico tedesco di stanza in Anatolia che è stato testimone oculare dello sterminio del popolo armeno
Comunicato stampa
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Mercoledì 6 maggio 2009 alle ore 18 alla Casa della Memoria e della Storia di Roma si inaugura la mostra fotografica e documentaria “ARMIN T. WEGNER E GLI ARMENI IN ANATOLIA, 1915”, (apertura al pubblico: 7-16 maggio 2009) dedicata ad Armin T. Wegner, intellettuale ed ufficiale medico tedesco di stanza in Anatolia, che è stato testimone oculare dello sterminio del popolo armeno iniziato a Istanbul il 24 aprile 1915 con una retata che lasciò la nazione armena priva di una guida spirituale, culturale e politica. Partecipa all’inaugurazione il figlio, Misha Wegner. La mostra prosegue fino al 16 maggio 2009.
Gli armeni sino all'inizio del secolo erano l'etnia maggioritaria in Anatolia orientale; in un quarto di secolo sono pressoché scomparsi. Maremoto? Terremoto? Cataclisma? Peste? No. La risposta sta in una parola definita dall'ONU nel 1948 "Genocide". Le atrocità commesse dai turchi nei loro confronti portarono gli alleati ad introdurre il concetto di "crimes against humanity" in seguito usato durante il processo di Norimberga. Il massacro degli armeni nel rapporto della Commissione dei Diritti dell'Uomo O.N.U. settembre 1973 viene definito come il primo genocidio del XX secolo.
Modalità di sterminio documentate dalla mostra:
Tutta l'operazione viene mascherata come un'azione di spostamento di persone da ipotetiche zone di guerra.
Tutto ciò perché i giovani turchi vorrebbero far credere che la sparizione di due milioni di persone sia dovuta al caso. Le modalità di sterminio sono:
1. Eliminazione del cervello della nazione. Il 24 Aprile 1915 vengono arrestati gli esponenti dell'élite culturale armena. Tra questi c'è anche Krikor Zohrab, deputato del parlamento, che pensava di essere amico di Talaat. Questi intellettuali saranno deportati all'interno dell'Anatolia e massacrati. Ci vorranno cinquant'anni per ricostruire una classe pensante.
2. Eliminazione della forza. Gli Armeni dai 18 ai 60 anni vengono chiamati alle armi a causa della guerra in atto. Questi, da bravi cittadini, si arruolano. Un decreto stabilisce il disarmo di tutti i militari armeni, che vengono costituiti in battaglioni del genio. A gruppi di 100 verranno isolati e massacrati. Di 350.000 soldati armeni nessuno si salverà.
3. È il turno di donne, vecchi e bambini. I medici Nazim e Behaeddin Chackir sguinzagliano la loro organizzazione segreta. Nei luoghi vicino al mare si procede all'annegamento noyades. Lo sterminio diretto viene applicato anche nelle zone in cui incombeva l'avanzata russa per il timore che alcuni si potessero salvare.
L’iniziativa è a cura di ANED, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica di Armenia, il Consiglio della Comunità Armena di Roma, Progetto Memoria - Centro di Cultura ebraica.
L'impero ottomano alla fine del XIX secolo, è uno stato in disfacimento, la corruzione serpeggia in ogni angolo dell'impero, che in breve tempo ha visto scomparire i suoi domini in Europa con la nascita, dopo secoli di barbara oppressione, degli stati nazionali balcanici. I turchi, che si erano installati nell'Anatolia greco-armena di cultura millenaria, paventano la possibilità di rivendicazioni elleniche sulle coste dell'Asia Minore (Smirne e Costantinopoli) e soprattutto la nascita di una Nazione Armena.
Quando Abdul Hamid sale al trono, nel 1886, l'impero ottomano conta grandi minoranze cristiane. I turchi e le popolazioni assimilate non riescono a raggiungere il 40% dell'intera popolazione anatolica. In Asia Minore le minoranze etniche sono costituite da greci, armeni ed assiri. Gli armeni sono concentrati nell'est dell'impero dove, già dall'indipendenza greca 1821, la Sublime Porta (sultanato) ha fatto insediare tutti i mussulmani dei territori ottomani che via via venivano persi. Gli armeni non richiedono l'indipendenza ma solo uguaglianza e libertà culturale. Abdul Hamid viene duramente sconfitto dai russi. Le conseguenze per l'impero non sono gravi poiché il primo ministro inglese Disraeli, spinto dalla tradizionale politica filo turca del suo paese, fa sì che non si venga a formare uno stato armeno libero ma solo che vengano garantiti i diritti personali dei singoli. L'Inghilterra ottiene l'isola di Cipro. Il sultano, temendo una futura ingerenza europea nella questione armena e la ulteriore perdita di territori, dà inizio alle repressioni.
Tra il 1894 e il 1896 vengono uccisi dai due ai trecentomila armeni ad opera degli Hamidiés (battaglioni curdi appositamente costituiti dal sultano)senza contare conversioni forzate all'Islam che però non hanno seguito. A causa delle persecuzioni si assiste ad una forte ondata emigratoria. E' l'inizio di una serie di massacri che durerà, in maniera più o meno forte, per trent'anni sotto tre regimi turchi diversi. L'atteggiamento Europeo è d'immobilismo, poichè ogni nazione ha paura che un'altra assuma maggior rilevanza nello scacchiere caucasico e medioorientale.
Un nemico ancor più temibile del sultano si stava preparando, "i giovani turchi" ed il loro partito "Unione e Progresso" ( Ittihad ve Terakki) . Questi, che avevano studiato in Europa, si erano imbevuti delle dottrine socialiste e marxiste che avevano elaborato "turco more". La perdita dei possedimenti europei indicava loro - quale possibilità di espansione - il ricongiungimento ai popoli di etnia turca che vivono nell' Asia centrale:tartari, kazachi, uzbechi ecc.E' principalmente da queste due matrici culturali che nasce l'Ideologia del panturchismo o panturanesimo.(Il Turan è il focolare della nazione turca da cui i turchi sono giunti, dopo una lunga marcia durata secoli, in Asia Minore) Dal marxismo i "Giovani turchi" avevano preso l'idea di uguaglianza, ma "summum ius, summa iniuria" per essere tutti uguali devono essere tutti ottomani e per essere tutti ottomani bisogna essere tutti turchi e mussulmani. Dalla constatazione dell'impossibilità del mantenimento e dell'espansione dei domini europei, essi rivolgono la loro attenzione ai turchi delle steppe dell'Asia centrale e mirano al ricongiungimento con essi per dare vita ad un entità panturca che possa andare dal Bosforo alla Cina.Gli ostacoli, che si frappongono a queste mire di formazione di un blocco megalitico turco, panturanico, sono costituiti da armeni e curdi. I curdi però, pensano i giovani turchi, sono mussulmani e non posseggono una forte cultura, possono essere quindi assimilati facilmente; gli eventi del nostro tempo mostrano tragicamente altro. Gli armeni, oltre a essere cristiani malgrado le molte e spietate persecuzioni, posseggono anche una cultura millenaria, non possono essere assimilati ed inoltre la loro presenza impedisce l'unificazione con gli altri turchi. Vanno quindi eliminati.
Questi concetti vengono magistralmente espressi da una valutazione del 1915 del viceconsole tedesco Dr.Max Scheubner Richter, comandante ed ufficiale di collegamento di una forza speciale turco-tedesca incaricata di azioni di guerriglia, e dall'ambasciatore austriaco Pallavicini. Ssheubner Richter così asserisce "Ho condotto una serie di conversazioni con eminenti personalità turche, queste sono le mie impressioni: una larga parte dell'Ittihad pensa che l'impero turco dovrebbe essere basato sul principio dell'Islam e del panturchismo. I suoi abitanti non mussulmani e non turchi dovrebbero essere islamizzati con la forza o distrutti". Il Pallavicini riporta che, in maniera fortemente confidenziale(streng vertraulich), il Gran Visir gli aveva esposto la sua contrarietà alla politica di Talaat Pascià (capo dell'Ittihad) nei confronti degli armeni e di non passare sopra la tendenza di dar forma ad uno stato nazionale distruggendo gli elementi estranei (durch vernichtung der fremden Elemente). In tal modo scrive Winston Churchill "In 1915 the Turkish government began and ruthlessly carried out the infamous general massacre and deportation of Armenians in Asia Minor….the clearance of the race from Asia Minor was about as complete as such an act, on a scale so great, could will be… There is no resonable doubt that this crime was planned and executed for political reasons. The opportunity presented itself for clearing Turkish soil of a Christian race opposed to all Turkish ambitions, cherishing national ambitions that could be satisfied only at the expense of Turkey, and planted geographilly between Turkish and Caucasian Moslems".
Per portare avanti questo progetto non era pensabile di appoggiarsi al "sultano rosso", poiché il suo governo era corrotto e debole c'era invece bisogno di un governo forte e privo di remore. L'ironia della sorte vuole che proprio gli armeni diano una mano all' Ittihad per raggiungere il potere. I giovani turchi infatti, mentre segretamente tramavano l'omicidio di massa (Massenmord, secondo il console tedesco di Trebisonda Berfgeld) esternamente si mostravano liberali e laicisti. Gli armeni, pensando all'avvicinarsi di uno stato garante delle libertà fondamentali dell'uomo, appoggiano così i loro carnefici, i quali nel 1908 con un colpo di stato prendono il potere. In questo periodo gli armeni ottengono, solo teoricamente, uno status di cittadini a tutti gli effetti e nell'Armenia vengono formate sei entità vagamente autonome, chiamate villayet. Il colonnello tedesco Stang afferma nel 1915 che la "deportazione e l'annientamento degli armeni erano stati decisi dai giovani turchi a Costantinopoli (Die Austreibung und Vernichtung der Armenier war vom jungtürkischen Komitee in Kostantinople beschlossen) ed è anche convinto che il genocidio era stato premeditato da lungo tempo (Einen lang gehegten Plan).
I giovani turchi avviano una prova generale del genocidio nell'aprile del 1909, le vittime sono trentamila. I giovani turchi impongono la dittatura militare nel 1913 Djemal, Enver e Talaat (il triumvirato della morte) sono i ministri della Marina, della Guerra e dell'Interno. Ormai hanno pieni poteri per dirigere lo stato, possono pianificare il genocidio perfetto. Al convegno di Tessalonica dell'Ittihad del 1819 ottobre del 1910 con sei discorsi il Ministro degli interni Taalat, prima della convezione segretissima della Politbüro del partito delinea il principio di omogeneizzazione della Turchia tramite la forza delle armi. In quella segreta si organizza il genocidio.
In primo luogo intervengono nelle attività parlamentari facendo approvare una legge che permette lo spostamento di popolazioni in caso di guerra ed inoltre il ministro Enver dà vita ad un'organizzazione speciale (Teškilati Mahsusa), il cui scopo ufficiale è quello di effettuare azioni di guerriglia in tempo di guerra, in verità si tratta di una vera e propria macchina di sterminio . Enver assolda trentamila avanzi di galera, come asserisce il colonnello tedesco Stang (entlassene Sträflinge). Viene messa in atto una rete segreta di comunicazione, che si avvale di un codice segreto, praticamente sarà articolata come segue: per impartire l'ordine di sterminio ad ogni comando della gendarmeria si manderà un messaggio ufficiale in cui si dirà di proteggere gli armeni, la scusa ufficiale sarà infatti quella del trasferimento per motivi bellici, e contemporaneamente un messaggio cifrato che invece ne disporrà la carneficina con la clausola di distruggere quest'ultimo in modo che non ne rimanga traccia. Poiché alcuni paesi europei minacciavano ritorsioni in caso di pericolo per gli armeni, alcuni di questi documenti si salvarono perchè gli esecutori volevano avere qualcosa che provasse che avevano obbedito agli ordini. Questi documenti saranno usati nel processo di Costantinopoli.
I giovani turchi non potevano intraprendere la loro politica di annientamento (Vernichtungspolitik secondo il Feldmareschall, Paul von Hindenburg), dovevano aspettare un'occasione favorevole. Tale occasione è la guerra, perché nessuna potenza sarebbe potuta intervenire a causa di questa. Taalat Pascià, parlando al Dr. Mordtman in merito all'abolizione di ogni concessione a favore degli armeni, asserisce infatti: "C'est le seul moment propice". All'entrata si oppongono i partiti armeni, ma ogni sforzo è vano. I giovani turchi iniziano la loro follia e per gli armeni inizia il METZ YEGHERN (IL GRANDE MALE). Con questo nome gli armeni chiamano il loro genocidio. In sei mesi i turchi uccideranno da un milione e mezzo a due milioni di armeni.
MODALITA' DI STERMINIO DOCUMENTATE DALLA MOSTRA.
Tutta l'operazione viene mascherata come un'azione di spostamento di persone da ipotetiche zone di guerra. Tutto ciò perché i giovani turchi vorrebbero far credere che la sparizione di due milioni di persone sia dovuta al caso. Le modalità di sterminio sono:
1) eliminazione del cervello della nazione. Il 24 Aprile 1915 vengono arrestati gli esponenti dell'élite culturale armena. Tra questi c'è anche Krikor Zohrab, deputato del parlamento, che pensava di essere amico di Talaat. Questi intellettuali saranno deportati all'interno dell'Anatolia e massacrati. Ci vorranno cinquant'anni per ricostruire una classe pensante.
2) Eliminazione della forza. Gli Armeni dai 18 ai 60 anni vengono chiamati alle armi a causa della guerra in atto.
Questi, da bravi cittadini, si arruolano. Un decreto stabilisce il disarmo di tutti i militari armeni, che vengono costituiti in battaglioni del genio. A gruppi di 100 verranno isolati e massacrati. Di 350.000 soldati armeni nessuno si salverà. Così riporta Arnold Toynbee: "The Armenian soldiers, too , have undergone the same fate. To begin with, all have been disarmed and are at work constructing roads. We know from trustworthy source that the Armenian soldiers of the province of Erzeroum, at work on the Erzeroum- Erzindjan road, have all been massacred…" L'ambasciatore americano, Morgenthou riferisce: "In many instances Armenian Soldiers were disposed of in even more summary fashion, for it now became almost the general pratice to shoot them in cold blood. In almost all cases the procedure was the same. Here and there squads of 50 or 100 men would be taken, bound together in groups of four and then marched out to a secluded spot a short distance from the village. Suddenly the sound of rifle shots would fill the air, and the turkish soldiers who had acted as the escort would sullenly return to camp…"
3) E' il turno di donne vecchi e bambini. I medici Nazim e Behaeddin Chackir sguinzagliano la loro organizzazione segreta. Nei luoghi vicino al mare si procede all'annegamento noyades. Lo sterminio diretto viene applicato anche nelle zone in cui incombeva l'avanzata russa per il timore che alcuni si potessero salvare.
Deportazioni (tehcir ve taktil = deportazione e massacro) - In primo luogo vengono eliminati i pochi uomini validi rimasti. Il capo della gendarmeria locale dà ordine ai maschi armeni di presentarsi al comune, appena arrivati vengono imprigionati ed eliminati fuori dal villaggio. Si incomincia la deportazione con la scusa dello spostamento da zona di operazioni belliche; il console tedesco di Erzurum, Scheubner-Richter non esclude che i deportati venissero uccisi durante la marcia (Es ist nicht ausgeschlossen dass sie unterwegs ermordet werden).
L'editto dovrebbe essere comunicato con cinque giorni d'anticipo, contrariamente si dà molto meno tempo per non offrire la possibilità di prepararsi. Fuori dal villaggio intanto aspettano curdi e turchi per impadronirsi della abitazioni. Con una legge del 10.6.1915 e altre che seguono, i beni della persone deportate vengono dichiarati "beni abbandonati" emvali metruke" quindi soggetti a confisca e riallocazione. Allontanatisi i convogli, questi sono privati dei carri (bisogna camminare) si possono così facilmente eliminare le persone per fatica senza dover usare proiettili. L'ambasciatore americano, Morgenthou, così osserva: " The real purpose of deportation was robbery and destruction; it really represented a new method of massacre. When the Turkish authorities gave the orders for these deportations, they were merely giving the death warrant to a whole race; the understood this well, and, in there conversations with me, they made no particular attempt to conceal th fact". Le donne hanno una possibilità di salvezza,convertirsi all'Islam, sposando un turco ed affidando i propri figli allo Stato.Durante il viaggio questi convogli vengono attaccati e depredati, anche con l'aiuto dei militari di scorta, come afferma il colonnello Stang. "Unter Duldung der militärischen Begleitung, sogar mit deren Mithife", "mit Hilfe von Amgehörigen des Heeres . Il bottino viene spartito tra Stato ed esecutori materiali.Dopo lunghe marce ,durante le quali gli attacchi dei Ceccè (30000 assassini fatti uscire di galera ed incorporati nell'organizzazione segreta) e dei curdi Hamidiés, la fame, la sete e gli stenti decimano i convogli, si giunge ai campi di sterminio della Siria che non presentano reticolati: c'è il deserto. Nel luglio del 1916 Talaat dà l'ordine di eliminare i superstiti.Questi verranno costipati in caverne,cosparsi di petrolio e poi viene dato loro fuoco. In tutta l'Armenia si può assistere al macabro spettacolo di corpi straziati e lasciati insepolti. In un rapporto del 1917 il medico militare tedesco, Stoffels, rivolgendosi al console austriaco dice di aver visto, nel 1915 durante il suo viaggio verso Mosul, un gran numero di località, precedentemente armene, nelle cui chiese e case giacevano corpi bruciati e decomposti di donne e bambini ("in einer grossen Anzahl früher armenischer Ortschaften in Kirchen und Häusern verkohlte und verweste Frauen-und Kinderleichen gesehen habe"). I corpi delle vittime non troveranno mai cristiana sepoltura: la Turchia nega infatti il genocidio ed cerca di impedire l'edificazione di monumenti a perpetuo ricordo.
Gli armeni sino all'inizio del secolo erano l'etnia maggioritaria in Anatolia orientale; in un quarto di secolo sono pressoché scomparsi. Maremoto? Terremoto? Cataclisma? Peste? No. La risposta sta in una parola definita dall'ONU nel 1948 "Genocide". Le atrocità commesse dai turchi nei loro confronti portarono gli alleati ad introdurre il concetto di "crimes against humanity" in seguito usato durante il processo di Norimberga. Il massacro degli armeni nel rapporto della Commissione dei Diritti dell'Uomo O.N.U. settembre 1973 viene definito come il primo genocidio del XX secolo.
Modalità di sterminio documentate dalla mostra:
Tutta l'operazione viene mascherata come un'azione di spostamento di persone da ipotetiche zone di guerra.
Tutto ciò perché i giovani turchi vorrebbero far credere che la sparizione di due milioni di persone sia dovuta al caso. Le modalità di sterminio sono:
1. Eliminazione del cervello della nazione. Il 24 Aprile 1915 vengono arrestati gli esponenti dell'élite culturale armena. Tra questi c'è anche Krikor Zohrab, deputato del parlamento, che pensava di essere amico di Talaat. Questi intellettuali saranno deportati all'interno dell'Anatolia e massacrati. Ci vorranno cinquant'anni per ricostruire una classe pensante.
2. Eliminazione della forza. Gli Armeni dai 18 ai 60 anni vengono chiamati alle armi a causa della guerra in atto. Questi, da bravi cittadini, si arruolano. Un decreto stabilisce il disarmo di tutti i militari armeni, che vengono costituiti in battaglioni del genio. A gruppi di 100 verranno isolati e massacrati. Di 350.000 soldati armeni nessuno si salverà.
3. È il turno di donne, vecchi e bambini. I medici Nazim e Behaeddin Chackir sguinzagliano la loro organizzazione segreta. Nei luoghi vicino al mare si procede all'annegamento noyades. Lo sterminio diretto viene applicato anche nelle zone in cui incombeva l'avanzata russa per il timore che alcuni si potessero salvare.
L’iniziativa è a cura di ANED, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica di Armenia, il Consiglio della Comunità Armena di Roma, Progetto Memoria - Centro di Cultura ebraica.
L'impero ottomano alla fine del XIX secolo, è uno stato in disfacimento, la corruzione serpeggia in ogni angolo dell'impero, che in breve tempo ha visto scomparire i suoi domini in Europa con la nascita, dopo secoli di barbara oppressione, degli stati nazionali balcanici. I turchi, che si erano installati nell'Anatolia greco-armena di cultura millenaria, paventano la possibilità di rivendicazioni elleniche sulle coste dell'Asia Minore (Smirne e Costantinopoli) e soprattutto la nascita di una Nazione Armena.
Quando Abdul Hamid sale al trono, nel 1886, l'impero ottomano conta grandi minoranze cristiane. I turchi e le popolazioni assimilate non riescono a raggiungere il 40% dell'intera popolazione anatolica. In Asia Minore le minoranze etniche sono costituite da greci, armeni ed assiri. Gli armeni sono concentrati nell'est dell'impero dove, già dall'indipendenza greca 1821, la Sublime Porta (sultanato) ha fatto insediare tutti i mussulmani dei territori ottomani che via via venivano persi. Gli armeni non richiedono l'indipendenza ma solo uguaglianza e libertà culturale. Abdul Hamid viene duramente sconfitto dai russi. Le conseguenze per l'impero non sono gravi poiché il primo ministro inglese Disraeli, spinto dalla tradizionale politica filo turca del suo paese, fa sì che non si venga a formare uno stato armeno libero ma solo che vengano garantiti i diritti personali dei singoli. L'Inghilterra ottiene l'isola di Cipro. Il sultano, temendo una futura ingerenza europea nella questione armena e la ulteriore perdita di territori, dà inizio alle repressioni.
Tra il 1894 e il 1896 vengono uccisi dai due ai trecentomila armeni ad opera degli Hamidiés (battaglioni curdi appositamente costituiti dal sultano)senza contare conversioni forzate all'Islam che però non hanno seguito. A causa delle persecuzioni si assiste ad una forte ondata emigratoria. E' l'inizio di una serie di massacri che durerà, in maniera più o meno forte, per trent'anni sotto tre regimi turchi diversi. L'atteggiamento Europeo è d'immobilismo, poichè ogni nazione ha paura che un'altra assuma maggior rilevanza nello scacchiere caucasico e medioorientale.
Un nemico ancor più temibile del sultano si stava preparando, "i giovani turchi" ed il loro partito "Unione e Progresso" ( Ittihad ve Terakki) . Questi, che avevano studiato in Europa, si erano imbevuti delle dottrine socialiste e marxiste che avevano elaborato "turco more". La perdita dei possedimenti europei indicava loro - quale possibilità di espansione - il ricongiungimento ai popoli di etnia turca che vivono nell' Asia centrale:tartari, kazachi, uzbechi ecc.E' principalmente da queste due matrici culturali che nasce l'Ideologia del panturchismo o panturanesimo.(Il Turan è il focolare della nazione turca da cui i turchi sono giunti, dopo una lunga marcia durata secoli, in Asia Minore) Dal marxismo i "Giovani turchi" avevano preso l'idea di uguaglianza, ma "summum ius, summa iniuria" per essere tutti uguali devono essere tutti ottomani e per essere tutti ottomani bisogna essere tutti turchi e mussulmani. Dalla constatazione dell'impossibilità del mantenimento e dell'espansione dei domini europei, essi rivolgono la loro attenzione ai turchi delle steppe dell'Asia centrale e mirano al ricongiungimento con essi per dare vita ad un entità panturca che possa andare dal Bosforo alla Cina.Gli ostacoli, che si frappongono a queste mire di formazione di un blocco megalitico turco, panturanico, sono costituiti da armeni e curdi. I curdi però, pensano i giovani turchi, sono mussulmani e non posseggono una forte cultura, possono essere quindi assimilati facilmente; gli eventi del nostro tempo mostrano tragicamente altro. Gli armeni, oltre a essere cristiani malgrado le molte e spietate persecuzioni, posseggono anche una cultura millenaria, non possono essere assimilati ed inoltre la loro presenza impedisce l'unificazione con gli altri turchi. Vanno quindi eliminati.
Questi concetti vengono magistralmente espressi da una valutazione del 1915 del viceconsole tedesco Dr.Max Scheubner Richter, comandante ed ufficiale di collegamento di una forza speciale turco-tedesca incaricata di azioni di guerriglia, e dall'ambasciatore austriaco Pallavicini. Ssheubner Richter così asserisce "Ho condotto una serie di conversazioni con eminenti personalità turche, queste sono le mie impressioni: una larga parte dell'Ittihad pensa che l'impero turco dovrebbe essere basato sul principio dell'Islam e del panturchismo. I suoi abitanti non mussulmani e non turchi dovrebbero essere islamizzati con la forza o distrutti". Il Pallavicini riporta che, in maniera fortemente confidenziale(streng vertraulich), il Gran Visir gli aveva esposto la sua contrarietà alla politica di Talaat Pascià (capo dell'Ittihad) nei confronti degli armeni e di non passare sopra la tendenza di dar forma ad uno stato nazionale distruggendo gli elementi estranei (durch vernichtung der fremden Elemente). In tal modo scrive Winston Churchill "In 1915 the Turkish government began and ruthlessly carried out the infamous general massacre and deportation of Armenians in Asia Minor….the clearance of the race from Asia Minor was about as complete as such an act, on a scale so great, could will be… There is no resonable doubt that this crime was planned and executed for political reasons. The opportunity presented itself for clearing Turkish soil of a Christian race opposed to all Turkish ambitions, cherishing national ambitions that could be satisfied only at the expense of Turkey, and planted geographilly between Turkish and Caucasian Moslems".
Per portare avanti questo progetto non era pensabile di appoggiarsi al "sultano rosso", poiché il suo governo era corrotto e debole c'era invece bisogno di un governo forte e privo di remore. L'ironia della sorte vuole che proprio gli armeni diano una mano all' Ittihad per raggiungere il potere. I giovani turchi infatti, mentre segretamente tramavano l'omicidio di massa (Massenmord, secondo il console tedesco di Trebisonda Berfgeld) esternamente si mostravano liberali e laicisti. Gli armeni, pensando all'avvicinarsi di uno stato garante delle libertà fondamentali dell'uomo, appoggiano così i loro carnefici, i quali nel 1908 con un colpo di stato prendono il potere. In questo periodo gli armeni ottengono, solo teoricamente, uno status di cittadini a tutti gli effetti e nell'Armenia vengono formate sei entità vagamente autonome, chiamate villayet. Il colonnello tedesco Stang afferma nel 1915 che la "deportazione e l'annientamento degli armeni erano stati decisi dai giovani turchi a Costantinopoli (Die Austreibung und Vernichtung der Armenier war vom jungtürkischen Komitee in Kostantinople beschlossen) ed è anche convinto che il genocidio era stato premeditato da lungo tempo (Einen lang gehegten Plan).
I giovani turchi avviano una prova generale del genocidio nell'aprile del 1909, le vittime sono trentamila. I giovani turchi impongono la dittatura militare nel 1913 Djemal, Enver e Talaat (il triumvirato della morte) sono i ministri della Marina, della Guerra e dell'Interno. Ormai hanno pieni poteri per dirigere lo stato, possono pianificare il genocidio perfetto. Al convegno di Tessalonica dell'Ittihad del 1819 ottobre del 1910 con sei discorsi il Ministro degli interni Taalat, prima della convezione segretissima della Politbüro del partito delinea il principio di omogeneizzazione della Turchia tramite la forza delle armi. In quella segreta si organizza il genocidio.
In primo luogo intervengono nelle attività parlamentari facendo approvare una legge che permette lo spostamento di popolazioni in caso di guerra ed inoltre il ministro Enver dà vita ad un'organizzazione speciale (Teškilati Mahsusa), il cui scopo ufficiale è quello di effettuare azioni di guerriglia in tempo di guerra, in verità si tratta di una vera e propria macchina di sterminio . Enver assolda trentamila avanzi di galera, come asserisce il colonnello tedesco Stang (entlassene Sträflinge). Viene messa in atto una rete segreta di comunicazione, che si avvale di un codice segreto, praticamente sarà articolata come segue: per impartire l'ordine di sterminio ad ogni comando della gendarmeria si manderà un messaggio ufficiale in cui si dirà di proteggere gli armeni, la scusa ufficiale sarà infatti quella del trasferimento per motivi bellici, e contemporaneamente un messaggio cifrato che invece ne disporrà la carneficina con la clausola di distruggere quest'ultimo in modo che non ne rimanga traccia. Poiché alcuni paesi europei minacciavano ritorsioni in caso di pericolo per gli armeni, alcuni di questi documenti si salvarono perchè gli esecutori volevano avere qualcosa che provasse che avevano obbedito agli ordini. Questi documenti saranno usati nel processo di Costantinopoli.
I giovani turchi non potevano intraprendere la loro politica di annientamento (Vernichtungspolitik secondo il Feldmareschall, Paul von Hindenburg), dovevano aspettare un'occasione favorevole. Tale occasione è la guerra, perché nessuna potenza sarebbe potuta intervenire a causa di questa. Taalat Pascià, parlando al Dr. Mordtman in merito all'abolizione di ogni concessione a favore degli armeni, asserisce infatti: "C'est le seul moment propice". All'entrata si oppongono i partiti armeni, ma ogni sforzo è vano. I giovani turchi iniziano la loro follia e per gli armeni inizia il METZ YEGHERN (IL GRANDE MALE). Con questo nome gli armeni chiamano il loro genocidio. In sei mesi i turchi uccideranno da un milione e mezzo a due milioni di armeni.
MODALITA' DI STERMINIO DOCUMENTATE DALLA MOSTRA.
Tutta l'operazione viene mascherata come un'azione di spostamento di persone da ipotetiche zone di guerra. Tutto ciò perché i giovani turchi vorrebbero far credere che la sparizione di due milioni di persone sia dovuta al caso. Le modalità di sterminio sono:
1) eliminazione del cervello della nazione. Il 24 Aprile 1915 vengono arrestati gli esponenti dell'élite culturale armena. Tra questi c'è anche Krikor Zohrab, deputato del parlamento, che pensava di essere amico di Talaat. Questi intellettuali saranno deportati all'interno dell'Anatolia e massacrati. Ci vorranno cinquant'anni per ricostruire una classe pensante.
2) Eliminazione della forza. Gli Armeni dai 18 ai 60 anni vengono chiamati alle armi a causa della guerra in atto.
Questi, da bravi cittadini, si arruolano. Un decreto stabilisce il disarmo di tutti i militari armeni, che vengono costituiti in battaglioni del genio. A gruppi di 100 verranno isolati e massacrati. Di 350.000 soldati armeni nessuno si salverà. Così riporta Arnold Toynbee: "The Armenian soldiers, too , have undergone the same fate. To begin with, all have been disarmed and are at work constructing roads. We know from trustworthy source that the Armenian soldiers of the province of Erzeroum, at work on the Erzeroum- Erzindjan road, have all been massacred…" L'ambasciatore americano, Morgenthou riferisce: "In many instances Armenian Soldiers were disposed of in even more summary fashion, for it now became almost the general pratice to shoot them in cold blood. In almost all cases the procedure was the same. Here and there squads of 50 or 100 men would be taken, bound together in groups of four and then marched out to a secluded spot a short distance from the village. Suddenly the sound of rifle shots would fill the air, and the turkish soldiers who had acted as the escort would sullenly return to camp…"
3) E' il turno di donne vecchi e bambini. I medici Nazim e Behaeddin Chackir sguinzagliano la loro organizzazione segreta. Nei luoghi vicino al mare si procede all'annegamento noyades. Lo sterminio diretto viene applicato anche nelle zone in cui incombeva l'avanzata russa per il timore che alcuni si potessero salvare.
Deportazioni (tehcir ve taktil = deportazione e massacro) - In primo luogo vengono eliminati i pochi uomini validi rimasti. Il capo della gendarmeria locale dà ordine ai maschi armeni di presentarsi al comune, appena arrivati vengono imprigionati ed eliminati fuori dal villaggio. Si incomincia la deportazione con la scusa dello spostamento da zona di operazioni belliche; il console tedesco di Erzurum, Scheubner-Richter non esclude che i deportati venissero uccisi durante la marcia (Es ist nicht ausgeschlossen dass sie unterwegs ermordet werden).
L'editto dovrebbe essere comunicato con cinque giorni d'anticipo, contrariamente si dà molto meno tempo per non offrire la possibilità di prepararsi. Fuori dal villaggio intanto aspettano curdi e turchi per impadronirsi della abitazioni. Con una legge del 10.6.1915 e altre che seguono, i beni della persone deportate vengono dichiarati "beni abbandonati" emvali metruke" quindi soggetti a confisca e riallocazione. Allontanatisi i convogli, questi sono privati dei carri (bisogna camminare) si possono così facilmente eliminare le persone per fatica senza dover usare proiettili. L'ambasciatore americano, Morgenthou, così osserva: " The real purpose of deportation was robbery and destruction; it really represented a new method of massacre. When the Turkish authorities gave the orders for these deportations, they were merely giving the death warrant to a whole race; the understood this well, and, in there conversations with me, they made no particular attempt to conceal th fact". Le donne hanno una possibilità di salvezza,convertirsi all'Islam, sposando un turco ed affidando i propri figli allo Stato.Durante il viaggio questi convogli vengono attaccati e depredati, anche con l'aiuto dei militari di scorta, come afferma il colonnello Stang. "Unter Duldung der militärischen Begleitung, sogar mit deren Mithife", "mit Hilfe von Amgehörigen des Heeres . Il bottino viene spartito tra Stato ed esecutori materiali.Dopo lunghe marce ,durante le quali gli attacchi dei Ceccè (30000 assassini fatti uscire di galera ed incorporati nell'organizzazione segreta) e dei curdi Hamidiés, la fame, la sete e gli stenti decimano i convogli, si giunge ai campi di sterminio della Siria che non presentano reticolati: c'è il deserto. Nel luglio del 1916 Talaat dà l'ordine di eliminare i superstiti.Questi verranno costipati in caverne,cosparsi di petrolio e poi viene dato loro fuoco. In tutta l'Armenia si può assistere al macabro spettacolo di corpi straziati e lasciati insepolti. In un rapporto del 1917 il medico militare tedesco, Stoffels, rivolgendosi al console austriaco dice di aver visto, nel 1915 durante il suo viaggio verso Mosul, un gran numero di località, precedentemente armene, nelle cui chiese e case giacevano corpi bruciati e decomposti di donne e bambini ("in einer grossen Anzahl früher armenischer Ortschaften in Kirchen und Häusern verkohlte und verweste Frauen-und Kinderleichen gesehen habe"). I corpi delle vittime non troveranno mai cristiana sepoltura: la Turchia nega infatti il genocidio ed cerca di impedire l'edificazione di monumenti a perpetuo ricordo.
06
maggio 2009
Armin T. Wegner e gli armeni in Anatolia, 1915
Dal 06 al 16 maggio 2009
fotografia
Location
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 5, (Roma)
Biglietti
fino ad esaurimento posti
Orario di apertura
da lunedì a sabato 9–19, domenica chiuso
Vernissage
6 Maggio 2009, ore 18
Ufficio stampa
ZETEMA