H.H. Lim, nato in Malaysia nel 1954, di origine cinese, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove vive e lavora da più di 20 anni. Per Lim il lavoro artistico assomiglia ad un diario che accoglie tutti gli eventi della società che accadono intorno a lui. Vede la sua casa come mondo e il resto come paesaggio. Per realizzare le sue opere adopera molti oggetti della quotidianità: i giornali, la televisione, la radio, ecc. Sceglie dei mezzi di comunicazione forti attinenti alla vita contemporanea. Ama raccontare con ironia e paradosso i fatti del giorno. Usa molte parole che trova nei giornali, come scritte pubblicitarie e immagini di aerei, santi, macchine, ecc. Lim è particolarmente incuriosito dal linguaggio dei sordomuti. Lo vede come se fosse parola sentita con gli occhi, e perciò, fusione tra immagine e parola stessa. Lavora con la multimedialità, con la pittura, la scultura, il video, le istallazioni, le performances, usando ogni possibile mezzo che lo aiuti a realizzare la sua opera. Molto spesso usa anche le azioni per spingersi oltre il limite delle sue capacità di resistenza: azione come performance. Anche queste azioni sono per lui un diario del corpo che percorre la sua capacità di resistere e di fare i conti a misura d’uomo. Usa la teoria del taoismo di Lao Tzi per risolvere il problema di come riuscire a preparare in cucina una ricetta di pasta meravigliosa.
In sintesi, la lunga carriera artistica di H.H. Lim inizia all’incirca 20 anni fa con mostre realizzate presso le seguenti Gallerie: Galleria Cesare Manzo; Galleria Fabio Sargentini; Galleria Splovieri; Galleria Pio Monti, Galleria La Nuova Pesa; Flash Art Museum (Trevi), Galleria Nazionale di Arte Moderna (Roma), Museo MACRO (Roma), Museo Pino Pascali (Bari); Taipei Fine Arts Museum (Taiwan); Fondazione Orestiadi (Sicilia); Fondazione Red Mansion (London); Villa Arson (Francia); Grimaldi Forum (Monaco), e altre. H.H. Lim ha anche partecipato a delle mostre curate da critici come: Achille Bonito Oliva in “Fuori Uso” (Pescara); “Tribù dell’Arte”, Museo MACRO di Roma; “Le opere e i giorni” alla Certosa di Padula; Bruno Corà in “Fantasmi all’Opera” (Museo Peci di Prato); Laura Cherubini in “Ritratto e autoritratto” al Flash Art Museum, Ludovico Pratesi in “Giganti” ai Fori Imperiali (Roma); Angelo Capasso in “Luoghi d’affezione” (Belgio); Giacomo Zaza in “Torrione Passari” (Molfetta); Ho Han Ru in “A l’est du sud de l’ouest” (Francia).