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Aterraterra – Postvarietal Communities
Sabato 13 settembre 2025 alle ore 18.00, il Museo Civico di Castelbuono è lieto di presentare al pubblico la mostra “Postvarietal Communities” di Aterraterra (Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani), a cura di Maria Rosa Sossai
Comunicato stampa
Segnala l'evento
13 settembre 2025 ore 18.00
Inaugurazione della mostra
"Postvarietal Communities"
di Aterraterra (Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani)
a cura di Maria Rosa Sossai
Ex-Scuderie Museo Civico di Castelbuono
Piazza Castello, Castelbuono
13 settembre — 1 febbraio 2026
nell’ambito del progetto "Ecosistemi connessi. Museo e Comunità Post-varietali", sostenuto dal PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
La mostra racconta il progetto realizzato dagli artisti durante l’anno nel corso di un ciclo di residenze, con una serie di dieci fotografie e un’installazione sonora allestite nelle Ex Scuderie e nella Torre del Castello, a partire da una coltivazione sperimentale di pomodori di varietà selvatiche e coltivate nell’Orto dell’arte, area verde adiacente al Museo.
“Oggi avvertiamo la necessità di trasformare le funzioni del museo in considerazione delle urgenze ambientali che il tempo storico ci impone, ripensando la produzione culturale in funzione ecologica” – dichiara Laura Barreca Direttrice del Museo Civico di Castelbuono. “Alle consuete attività espositive si affiancano azioni artistiche partecipative, volte a sollecitare una responsabilità individuale e collettiva sull’ambiente, sul paesaggio, in quanto parti del patrimonio. Il progetto Ecosistemi connessi. Musei e comunità post-varietali è diventato un manifesto ecologico, espressione degli indirizzi culturali perseguiti dal Museo, in quanto parte di un ecosistema complesso, non limitato al contesto culturale, ma strettamente interconnesso alle dinamiche ambientali: un innesto tra museo, persone, natura e creatività contemporanea.”
IL PROGETTO
Il progetto Ecosistemi connessi si è sviluppato intorno ai concetti di “comunità postvarietale” e di museo come ecosistema, una pratica sperimentale sviluppata a partire da una serie di riflessioni sulla relazione tra umano e piante coltivate. Attraverso processi di ibridazione non controllata e imprevedibile, le comunità postvarietali mettono in crisi le forme di disciplina e di controllo genetico sul vegetale, oltre alle narrazioni accreditate sui concetti di “natura”, “purezza” e “fissità varietale”.
Nella primavera del 2025 Aterraterra ha attivato una comunità postvarietale di pomodori piantando un mix di 25 diverse varietà di pomodori addomesticate e specie selvatiche, come Solanum pimpinellifolium, un antenato dei pomodori e specie “ancestrale” precedente alla domesticazione, che produce piccoli frutti commestibili ancora esistente in forma selvatica in Sud America. Le specie selvatiche cresciute mostrano caratteristiche di resistenza a condizioni di siccità e temperature elevate, che in generale in Sicilia hanno avuto un impatto, causando siccità prolungate e temperature estreme. In collaborazione con l'architetta Elena Catalano gli artisti hanno progettato un sistema di montaggio (toolkit scaricabile qui) in legno su cui si arrampicano le piante, concepito per favorire il processo di impollinazione incrociata.
In questa “comunità postvarietale” il processo di ibridazione casuale e non controllato ha creato delle piante dalle forme e caratteristiche sempre diverse e imprevedibili che non hanno più la “purezza” delle varietà di partenza, frutto di pratiche di disciplina e controllo guidate dall’umano.
LA MOSTRA
Oltre alla comunità ibrida di pomodori, la mostra presenta una serie di fotografie e un audio-installazione nella torre del Castello. Le fotografie raccontano alcuni aspetti del processo di crescita della comunità postvarietale di pomodori e le loro forme mutevoli: i tratti morfologici quali le foglie, i fiori, i frutti in crescita, i semi in fase di germinazione e i peli che ricoprono foglie e fusti. Le immagini colgono momenti di questa imprevedibile diversificazione morfologica e i segmenti di un incessante divenire. Nella torre del castello infine è allestita una sound installation realizzata in collaborazione con il compositore e sound artist Tobias Koch. La composizione mixa i suoni percepiti dall’udito umano insieme alle vibrazioni e le prospettive acustiche generate dalle altre forme di vita che abitano il Museo, incluse le vibrazioni del terreno accanto alle radici, il ronzio degli insetti e i loro momenti di interazione con i pomodori della comunità postvarietale. Durante la durata della mostra, sarà disponibile per il pubblico un’opera-manifesto.
In occasione dell’opening, in collaborazione con produttori e produttrici locali, il pubblico sarà coinvolto in una sessione di assaggio collettivo con erbe spontanee e altri vegetali raccolte nelle aree limitrofe del Museo.
Il progetto, nel corso del 2025, è stato animato da un programma pubblico di incontri a cura di Valentina Bruschi e Aterraterra, che ha coinvolto istituzioni come l’Accademia di Belle Arti di Palermo, la Galleria Regionale della Sicilia "Palazzo Abatellis", la Fondazione Whitaker ed esperti per attivare il confronto con la comunità sui temi del progetto, ampliando così le occasioni di dibattito e di diffusione.
***
Aterraterra è un duo formato da Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani che lavora in modo multidisciplinare intersecando arte, agricoltura e scienza. La ricerca di Aterraterra si interroga sulla possibilità di forme di coltivazione e alimentazione critiche nei confronti delle forme di potere e consapevoli del proprio antropocentrismo. I progetti artistici di Aterraterra affrontano questioni relative alle relazioni multispecie, alle forme di disciplina genetica nell’agricoltura, alle prospettive post-agricole e post-linguistiche, al foraging come pratica di resistenza e al limite culturale - sempre mobile - del concetto di commestibilità. ll duo indaga inoltre il difficult heritage delle piante alimentari, il rapporto tra istituzioni culturali e forme di vita non umane e le trasformazioni ecologiche determinate dai cambiamenti climatici. Tra i lavori, i workshop e le food performance del duo: The Edible Institute, Istituto Svizzero, Roma, Hybridising Scentscapes, in collaborazione con Eliza Collin, Design Museum, Londra; Not From Here: Plant Migrations and Human Narratives, Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte, Someone told us a story about nature and purity, ZACentrale, Fondazione Merz, Palermo, Foodscape 5, Photoforum Pasquart, Biel/Bienne.
Maria Rosa Sossai è ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche partecipative, delle politiche dell’educazione e del video e film d’artista. È Responsabile Scientifica del Dipartimento Progetti Partecipativi del Museo Civico di Castelbuono (PA). Nel 2018 ha co-fondato fuoriregistro quaderno di pedagogia e arte contemporanea, Boîte edizioni; nel 2012 Accademia Libera delle Arti, www.alagroup.org, piattaforma indipendente di educazione e arte contemporanea. Ha curato mostre e progetti in musei, fondazioni, gallerie in Italia e all’estero. È autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali Anna e Giorgio Fasol. Una vita da collezionisti, Dario Cimorelli editore, 2025; Vivere insieme l’arte come azione educativa, Torri del vento, 2017; Arte video, storie e culture del video d’artista in Italia, Silvana Editoriale, 2002; Film d’artista, percorsi e confronti tra arte e cinema”, Silvana Editoriale, 2009.
Il Museo Civico di Castelbuono (Castelbuono, PA) è l’istituzione comunale a cui sono affidate la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio e che si configura come centro di sperimentazione e di promozione artistica, dal 2014 sotto la Direzione di Laura Barreca. Obiettivo del Museo è avviare un percorso di fruizione museale del Castello comunale dei Ventimiglia, simbolo del paese e cuore della storia, del civismo, della cultura e del culto religioso. Il Castello ospita le sue ricche collezioni permanenti nelle sezioni Archeologica, Urbanistica, Arte Sacra e Arte Contemporanea. La collezione di arte contemporanea si è arricchita negli ultimi anni in modo costante con l’acquisizione di opere di artisti di livello internazionale tra cui Salvatore Arancio, Masbedo, Manfredi Beninati, Olaf Nicolai, Letizia Battaglia, Francesco Bellina, Beatrice Gibson, Mangano & van Rooy, Claire Fontaine, Maria Domenica Rapicavoli, Luca Trevisani, Melo Minnella, Lisetta Carmi, Giulio Squillacciotti, Concetta Modica. Oltre alla valorizzazione della collezione permanente, il Museo, attraverso i Dipartimenti Progetti Partecipativi ed Educazione propone una programmazione basata sulla sperimentazione dei linguaggi contemporanei come strumenti di interpretazione del patrimonio locale. Nel 2020 il MCC elabora il “Manifesto dei musei dei piccoli borghi e dei territori”, per ripensare il museo come dispositivo pedagogico, fondato sui principi di partecipazione, educazione, sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sollecitare processi di relazione tra museo e comunità.
www.museocivico.eu
___________________________________________________________________________
Iniziativa realizzata nell'ambito del progetto “Ecosistemi Connessi. Museo e comunità Post-Varietali” del collettivo Aterraterra (Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani), a cura di Maria Rosa Sossai, sostenuto dal PAC2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Inaugurazione della mostra
"Postvarietal Communities"
di Aterraterra (Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani)
a cura di Maria Rosa Sossai
Ex-Scuderie Museo Civico di Castelbuono
Piazza Castello, Castelbuono
13 settembre — 1 febbraio 2026
nell’ambito del progetto "Ecosistemi connessi. Museo e Comunità Post-varietali", sostenuto dal PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
La mostra racconta il progetto realizzato dagli artisti durante l’anno nel corso di un ciclo di residenze, con una serie di dieci fotografie e un’installazione sonora allestite nelle Ex Scuderie e nella Torre del Castello, a partire da una coltivazione sperimentale di pomodori di varietà selvatiche e coltivate nell’Orto dell’arte, area verde adiacente al Museo.
“Oggi avvertiamo la necessità di trasformare le funzioni del museo in considerazione delle urgenze ambientali che il tempo storico ci impone, ripensando la produzione culturale in funzione ecologica” – dichiara Laura Barreca Direttrice del Museo Civico di Castelbuono. “Alle consuete attività espositive si affiancano azioni artistiche partecipative, volte a sollecitare una responsabilità individuale e collettiva sull’ambiente, sul paesaggio, in quanto parti del patrimonio. Il progetto Ecosistemi connessi. Musei e comunità post-varietali è diventato un manifesto ecologico, espressione degli indirizzi culturali perseguiti dal Museo, in quanto parte di un ecosistema complesso, non limitato al contesto culturale, ma strettamente interconnesso alle dinamiche ambientali: un innesto tra museo, persone, natura e creatività contemporanea.”
IL PROGETTO
Il progetto Ecosistemi connessi si è sviluppato intorno ai concetti di “comunità postvarietale” e di museo come ecosistema, una pratica sperimentale sviluppata a partire da una serie di riflessioni sulla relazione tra umano e piante coltivate. Attraverso processi di ibridazione non controllata e imprevedibile, le comunità postvarietali mettono in crisi le forme di disciplina e di controllo genetico sul vegetale, oltre alle narrazioni accreditate sui concetti di “natura”, “purezza” e “fissità varietale”.
Nella primavera del 2025 Aterraterra ha attivato una comunità postvarietale di pomodori piantando un mix di 25 diverse varietà di pomodori addomesticate e specie selvatiche, come Solanum pimpinellifolium, un antenato dei pomodori e specie “ancestrale” precedente alla domesticazione, che produce piccoli frutti commestibili ancora esistente in forma selvatica in Sud America. Le specie selvatiche cresciute mostrano caratteristiche di resistenza a condizioni di siccità e temperature elevate, che in generale in Sicilia hanno avuto un impatto, causando siccità prolungate e temperature estreme. In collaborazione con l'architetta Elena Catalano gli artisti hanno progettato un sistema di montaggio (toolkit scaricabile qui) in legno su cui si arrampicano le piante, concepito per favorire il processo di impollinazione incrociata.
In questa “comunità postvarietale” il processo di ibridazione casuale e non controllato ha creato delle piante dalle forme e caratteristiche sempre diverse e imprevedibili che non hanno più la “purezza” delle varietà di partenza, frutto di pratiche di disciplina e controllo guidate dall’umano.
LA MOSTRA
Oltre alla comunità ibrida di pomodori, la mostra presenta una serie di fotografie e un audio-installazione nella torre del Castello. Le fotografie raccontano alcuni aspetti del processo di crescita della comunità postvarietale di pomodori e le loro forme mutevoli: i tratti morfologici quali le foglie, i fiori, i frutti in crescita, i semi in fase di germinazione e i peli che ricoprono foglie e fusti. Le immagini colgono momenti di questa imprevedibile diversificazione morfologica e i segmenti di un incessante divenire. Nella torre del castello infine è allestita una sound installation realizzata in collaborazione con il compositore e sound artist Tobias Koch. La composizione mixa i suoni percepiti dall’udito umano insieme alle vibrazioni e le prospettive acustiche generate dalle altre forme di vita che abitano il Museo, incluse le vibrazioni del terreno accanto alle radici, il ronzio degli insetti e i loro momenti di interazione con i pomodori della comunità postvarietale. Durante la durata della mostra, sarà disponibile per il pubblico un’opera-manifesto.
In occasione dell’opening, in collaborazione con produttori e produttrici locali, il pubblico sarà coinvolto in una sessione di assaggio collettivo con erbe spontanee e altri vegetali raccolte nelle aree limitrofe del Museo.
Il progetto, nel corso del 2025, è stato animato da un programma pubblico di incontri a cura di Valentina Bruschi e Aterraterra, che ha coinvolto istituzioni come l’Accademia di Belle Arti di Palermo, la Galleria Regionale della Sicilia "Palazzo Abatellis", la Fondazione Whitaker ed esperti per attivare il confronto con la comunità sui temi del progetto, ampliando così le occasioni di dibattito e di diffusione.
***
Aterraterra è un duo formato da Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani che lavora in modo multidisciplinare intersecando arte, agricoltura e scienza. La ricerca di Aterraterra si interroga sulla possibilità di forme di coltivazione e alimentazione critiche nei confronti delle forme di potere e consapevoli del proprio antropocentrismo. I progetti artistici di Aterraterra affrontano questioni relative alle relazioni multispecie, alle forme di disciplina genetica nell’agricoltura, alle prospettive post-agricole e post-linguistiche, al foraging come pratica di resistenza e al limite culturale - sempre mobile - del concetto di commestibilità. ll duo indaga inoltre il difficult heritage delle piante alimentari, il rapporto tra istituzioni culturali e forme di vita non umane e le trasformazioni ecologiche determinate dai cambiamenti climatici. Tra i lavori, i workshop e le food performance del duo: The Edible Institute, Istituto Svizzero, Roma, Hybridising Scentscapes, in collaborazione con Eliza Collin, Design Museum, Londra; Not From Here: Plant Migrations and Human Narratives, Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte, Someone told us a story about nature and purity, ZACentrale, Fondazione Merz, Palermo, Foodscape 5, Photoforum Pasquart, Biel/Bienne.
Maria Rosa Sossai è ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche partecipative, delle politiche dell’educazione e del video e film d’artista. È Responsabile Scientifica del Dipartimento Progetti Partecipativi del Museo Civico di Castelbuono (PA). Nel 2018 ha co-fondato fuoriregistro quaderno di pedagogia e arte contemporanea, Boîte edizioni; nel 2012 Accademia Libera delle Arti, www.alagroup.org, piattaforma indipendente di educazione e arte contemporanea. Ha curato mostre e progetti in musei, fondazioni, gallerie in Italia e all’estero. È autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali Anna e Giorgio Fasol. Una vita da collezionisti, Dario Cimorelli editore, 2025; Vivere insieme l’arte come azione educativa, Torri del vento, 2017; Arte video, storie e culture del video d’artista in Italia, Silvana Editoriale, 2002; Film d’artista, percorsi e confronti tra arte e cinema”, Silvana Editoriale, 2009.
Il Museo Civico di Castelbuono (Castelbuono, PA) è l’istituzione comunale a cui sono affidate la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio e che si configura come centro di sperimentazione e di promozione artistica, dal 2014 sotto la Direzione di Laura Barreca. Obiettivo del Museo è avviare un percorso di fruizione museale del Castello comunale dei Ventimiglia, simbolo del paese e cuore della storia, del civismo, della cultura e del culto religioso. Il Castello ospita le sue ricche collezioni permanenti nelle sezioni Archeologica, Urbanistica, Arte Sacra e Arte Contemporanea. La collezione di arte contemporanea si è arricchita negli ultimi anni in modo costante con l’acquisizione di opere di artisti di livello internazionale tra cui Salvatore Arancio, Masbedo, Manfredi Beninati, Olaf Nicolai, Letizia Battaglia, Francesco Bellina, Beatrice Gibson, Mangano & van Rooy, Claire Fontaine, Maria Domenica Rapicavoli, Luca Trevisani, Melo Minnella, Lisetta Carmi, Giulio Squillacciotti, Concetta Modica. Oltre alla valorizzazione della collezione permanente, il Museo, attraverso i Dipartimenti Progetti Partecipativi ed Educazione propone una programmazione basata sulla sperimentazione dei linguaggi contemporanei come strumenti di interpretazione del patrimonio locale. Nel 2020 il MCC elabora il “Manifesto dei musei dei piccoli borghi e dei territori”, per ripensare il museo come dispositivo pedagogico, fondato sui principi di partecipazione, educazione, sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di sollecitare processi di relazione tra museo e comunità.
www.museocivico.eu
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Iniziativa realizzata nell'ambito del progetto “Ecosistemi Connessi. Museo e comunità Post-Varietali” del collettivo Aterraterra (Fabio Aranzulla e Luca Cinquemani), a cura di Maria Rosa Sossai, sostenuto dal PAC2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
13
settembre 2025
Aterraterra – Postvarietal Communities
Dal 13 settembre 2025 al primo febbraio 2026
arte contemporanea
Location
Museo Civico di Castelbuono
Castelbuono, Piazza Castello, 3, (PA)
Castelbuono, Piazza Castello, 3, (PA)
Biglietti
Ingresso Museo: biglietto intero € 6, ridotto € 4, residenti e nati a Castelbuono e altre convenzioni € 2
Ingresso gratuito per bambini fino a 7 anni, persone con disabilità e un accompagnatore, docenti (solo accompagnatori di scolaresche), guide turistiche (con gruppi), studenti e studentesse di Università e Accademie di Belle Arti, membri ICOM, giornalisti accreditati
Orario di apertura
Tutti i giorni ore 9:30 - 12:45 e 15:15 - 18:45
Vernissage
13 Settembre 2025, 18:00
Autore
Curatore




