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Beauty Case
La mostra si sviluppa su due spazi della galleria e presenta le opere di nove artiste che si raccontano – il beauty case come simbolico bagaglio di viaggio, culturale e creativo – attraverso i loro differenti modi espressivi, dal video alla scultura, all’installazione, alla pittura.
Comunicato stampa
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BEAUTY CASE
Vicolo Due Piazza Pollaiuoli, 8
Vicolo Tre/contemporanea Salita Pollaiuoli, 29r
5 ottobre - 10 novembre 2012
inaugurazione: 5 ottobre dalle ore 18 alle 24
La Galleria Il Vicolo presenta in occasione di Start Beauty Case, la casualità della bellezza a cura di Francesca Gattoni e Martina Gagliardi.
La mostra si sviluppa su due spazi della galleria e presenta le opere di nove artiste che si raccontano - il beauty case come simbolico bagaglio di viaggio, culturale e creativo - attraverso i loro differenti modi espressivi, dal video alla scultura, all’installazione, alla pittura.
Le artiste presenti in mostra sono:
Judith Albert, Enrica Borghi, Manuela Cirino, Francesca Gagliardi, Florencia Martinez, Miss Paka, Laura Patacchia, Roberta Savelli, Benedetta Mori Ubaldini.
Enrica Borghi e Benedetta Mori Ubaldini, sono inoltre presenti con due installazioni a Palazzo Ducale con il progetto “Due x Due: due artiste per due eventi nella città”, che inaugura l’inizio della Campagna Lilt “Nastro Rosa” per la prevenzione del tumore al seno.
Dal testo di Francesca Gattoni “Beauty case. La casualità della bellezza”
Le mostre sono sempre viaggi, impongono uno spostamento fisico, sia da parte di chi le fa sia da parte di chi le guarda, presupponendo divagazioni della mente per conoscere realtà altre da quella della quotidianità di ciascuno. E quando si parte per un viaggio si fanno le valigie, in modo più o meno ordinato e metodico, con le proprie piccole manie, ordinando i calzini per gradazioni cromatiche o affidandosi alla casualità e lasciando che siano i maglioni e le camicie, nella notte, a decidere come distribuirsi e creare abbinamenti eccentrici.
Abbiamo chiesto di partire a Judith Albert, Enrica Borghi, Manuela Cirino, Francesca Gagliardi, Florencia Martinez, Miss Paka, Laura Patacchia, Roberta Savelli, Benedetta Mori Ubaldini, destinazione Genova, di riempire il proprio beauty case con le loro opere, con la propria ricerca, le impressioni e le suggestioni di cui vivono gli artisti.
Il loro arrivo si sposa molto bene con una città che ha visto illustri partenze, che è stata sommersa da bagagli di ogni foggia e genere, che è stata luogo di scambi e che ha fatto della contaminazione culturale una delle sue caratteristiche, ancora oggi, più evidenti […]
Brevi note sulle artiste:
Judith Albert vive e lavora a Zurigo. Partendo dalla scultura e dal disegno approda successivamente alla videoperformance e alla fotografia, analizzando le zone limite delle esperienze visive e fisiche.
Il suo lavoro è incentrato su una ricerca poetica sospesa fra realismo e artificio. Nelle opere è l’artista stessa che, dinnanzi a una telecamera con obiettivo fisso, diventa protagonista nell’esplorazione di momenti del quotidiano apparentemente banali con un linguaggio minimalista dove la lentezza dell’osservazione diventa espressione di tensione e carica espressiva.
Enrica Borghi, vive e lavora tra Ameno e Berlino. Le sue opere sono costituite principalmente da materiali riciclati come mezzo d'espressione. Nei suoi lavori ironizza sullo stereotipo consumista della bellezza femminile, utilizzando materiali tra cui bigodini, unghie finte, piume, ditali. Nella produzione più recente utilizza scarti di plastica, soprattutto bottiglie, per assemblare installazioni concettualmente e ideologicamente ecologiste: anche i più banali avanzi della nostra società del benessere possono così diventare elementi costitutivi di un'opera d'arte.
Manuela Cirino vive e lavora a Novara. Nella sua ricerca artistica affianca la scultura al disegno, l’immagine fotografica al video. L’ultima ricerca sposta l’attenzione sul rapporto tra opera e spettatore. Il progetto L’immagine negata, presentato alla Galleria Martano di Torino nel 2012, prevede che il momento della visione completa e piena dell’opera avvenga solo in una dimensione domestica e privata, come atto che consegue alla scelta fatta dallo spettatore che sceglie di partecipare al progetto. Una critica alla dimensione contemporanea che costringe l’opera dentro i medesimi canali del consumismo totale delle immagini da cui siamo bombardati quotidianamente.
Francesca Gagliardi vive e lavora ad Ameno. La ricerca dell’artista parte dal disegno e segue un percorso che la porta alla scultura, utilizzando cera, bronzo e ceramica. Un’incursione costante è la presenza dell’elemento specchiante, strumento di rifrazione di un oggetto che si svela nella rottura di un significato convenzionalmente assegnatogli. La casa si dimostra come una struttura complessa o come luogo di potenziale costrizione, dando avvertenza di una trasformazione da nido in gabbia. Casa o gabbia che, se riflessa allo specchio, induce a un momentaneo smarrimento. Il tema costante è il gioco dissacrante dello stereotipo della casa come reale punto di ritorno, matrice-contenitore.
Florencia Martinez, nata a Buenos Aires, vive e lavora a Milano. La sua ricerca inizialmente si rivolge a temi come l’immigrazione, la violenza domestica e in particolar modo al mondo dell’infanzia. A partire dal 2002 l’artista orienta decisamente la sua ricerca verso la ricognizione fotografica del vivere quotidiano, tralasciando progressivamente la documentazione del tempo passato. Costruisce, in tal modo, una sua memoria intima, fatta di piccole cose e di situazioni generalmente non osservate. Nello stesso tempo la Martinez intensifica l’uso del ricamo per approfondirne la sua valenza letteraria, ricamando storie di persone che le raccontano esperienze di vita vissuta, dando così alla parola la sua forma e facendola diventare traccia da tramandare.
Benedetta Mori Ubaldini vive e lavora tra Milano e Londra. Artista e designer, dal 1997 comincia a dedicarsi alla scultura muovendosi fra l’arte e la tecnica dello scolpire tradizionale e la creazione di forme e oggetti d’impronta più concettuale e simbolica. Le opere sono sculture realizzate con un materiale molto semplice, la “chicken wire”, rete metallica in fil di ferro, solitamente utilizzata per le stie dei polli. Ciascun personaggio realizzato dall’artista è evanescente: presenza e assenza che, attentamente modulate, diventano l’elemento poetico del suo linguaggio..
Miss Paka. Laureata in disegno industriale, lavora come Graphic Designer per una nota azienda di giocattoli e l'esperienza ludica è il filo conduttore di tutti i suoi lavori, realizzati all'interno del collettivo Ludiko, insieme alla sua metà, Ludiko Boy.
Tutti i loro progetti hanno come filo conduttore il GIOCO, come valore, come momento di ricerca personale e sperimentazione libera. Miss Paka lavora spesso come street artist e come performer.
Laura Patacchia, nata a Terni, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia e fin dalle prime esperienze il suo lavoro è caratterizzato dalla presenza di elementi filiformi intrecciati, tesi e torti fino a ridefinire le relazioni tra le parti chiamate in causa nella definizione del lavoro. Fili che riempiono lo spazio espositivo limitando la mobilità del corpo dell’autrice e dell'osservatore o fili le cui tensioni sostengono le immagini o gli oggetti che imprigionano, sempre con attenzione all'aspetto cromatico, in una concezione di “disegno spaziale”.
Roberta Savelli, nata a Giussago, vive e lavora a Milano. Scenografa e costumista, attinge proficuamente dalla sua esperienza teatrale per dedicarsi interamente alla pittura dal 1999. Dipinge prevalentemente ritratti nei quali, mediante l’uso di tele di leggerissima garza, viene sottolineata un’introspezione psicologica che fa emergere la purezza e la fragilità del mondo da lei ritratto.
Vicolo Due Piazza Pollaiuoli, 8
Vicolo Tre/contemporanea Salita Pollaiuoli, 29r
5 ottobre - 10 novembre 2012
inaugurazione: 5 ottobre dalle ore 18 alle 24
La Galleria Il Vicolo presenta in occasione di Start Beauty Case, la casualità della bellezza a cura di Francesca Gattoni e Martina Gagliardi.
La mostra si sviluppa su due spazi della galleria e presenta le opere di nove artiste che si raccontano - il beauty case come simbolico bagaglio di viaggio, culturale e creativo - attraverso i loro differenti modi espressivi, dal video alla scultura, all’installazione, alla pittura.
Le artiste presenti in mostra sono:
Judith Albert, Enrica Borghi, Manuela Cirino, Francesca Gagliardi, Florencia Martinez, Miss Paka, Laura Patacchia, Roberta Savelli, Benedetta Mori Ubaldini.
Enrica Borghi e Benedetta Mori Ubaldini, sono inoltre presenti con due installazioni a Palazzo Ducale con il progetto “Due x Due: due artiste per due eventi nella città”, che inaugura l’inizio della Campagna Lilt “Nastro Rosa” per la prevenzione del tumore al seno.
Dal testo di Francesca Gattoni “Beauty case. La casualità della bellezza”
Le mostre sono sempre viaggi, impongono uno spostamento fisico, sia da parte di chi le fa sia da parte di chi le guarda, presupponendo divagazioni della mente per conoscere realtà altre da quella della quotidianità di ciascuno. E quando si parte per un viaggio si fanno le valigie, in modo più o meno ordinato e metodico, con le proprie piccole manie, ordinando i calzini per gradazioni cromatiche o affidandosi alla casualità e lasciando che siano i maglioni e le camicie, nella notte, a decidere come distribuirsi e creare abbinamenti eccentrici.
Abbiamo chiesto di partire a Judith Albert, Enrica Borghi, Manuela Cirino, Francesca Gagliardi, Florencia Martinez, Miss Paka, Laura Patacchia, Roberta Savelli, Benedetta Mori Ubaldini, destinazione Genova, di riempire il proprio beauty case con le loro opere, con la propria ricerca, le impressioni e le suggestioni di cui vivono gli artisti.
Il loro arrivo si sposa molto bene con una città che ha visto illustri partenze, che è stata sommersa da bagagli di ogni foggia e genere, che è stata luogo di scambi e che ha fatto della contaminazione culturale una delle sue caratteristiche, ancora oggi, più evidenti […]
Brevi note sulle artiste:
Judith Albert vive e lavora a Zurigo. Partendo dalla scultura e dal disegno approda successivamente alla videoperformance e alla fotografia, analizzando le zone limite delle esperienze visive e fisiche.
Il suo lavoro è incentrato su una ricerca poetica sospesa fra realismo e artificio. Nelle opere è l’artista stessa che, dinnanzi a una telecamera con obiettivo fisso, diventa protagonista nell’esplorazione di momenti del quotidiano apparentemente banali con un linguaggio minimalista dove la lentezza dell’osservazione diventa espressione di tensione e carica espressiva.
Enrica Borghi, vive e lavora tra Ameno e Berlino. Le sue opere sono costituite principalmente da materiali riciclati come mezzo d'espressione. Nei suoi lavori ironizza sullo stereotipo consumista della bellezza femminile, utilizzando materiali tra cui bigodini, unghie finte, piume, ditali. Nella produzione più recente utilizza scarti di plastica, soprattutto bottiglie, per assemblare installazioni concettualmente e ideologicamente ecologiste: anche i più banali avanzi della nostra società del benessere possono così diventare elementi costitutivi di un'opera d'arte.
Manuela Cirino vive e lavora a Novara. Nella sua ricerca artistica affianca la scultura al disegno, l’immagine fotografica al video. L’ultima ricerca sposta l’attenzione sul rapporto tra opera e spettatore. Il progetto L’immagine negata, presentato alla Galleria Martano di Torino nel 2012, prevede che il momento della visione completa e piena dell’opera avvenga solo in una dimensione domestica e privata, come atto che consegue alla scelta fatta dallo spettatore che sceglie di partecipare al progetto. Una critica alla dimensione contemporanea che costringe l’opera dentro i medesimi canali del consumismo totale delle immagini da cui siamo bombardati quotidianamente.
Francesca Gagliardi vive e lavora ad Ameno. La ricerca dell’artista parte dal disegno e segue un percorso che la porta alla scultura, utilizzando cera, bronzo e ceramica. Un’incursione costante è la presenza dell’elemento specchiante, strumento di rifrazione di un oggetto che si svela nella rottura di un significato convenzionalmente assegnatogli. La casa si dimostra come una struttura complessa o come luogo di potenziale costrizione, dando avvertenza di una trasformazione da nido in gabbia. Casa o gabbia che, se riflessa allo specchio, induce a un momentaneo smarrimento. Il tema costante è il gioco dissacrante dello stereotipo della casa come reale punto di ritorno, matrice-contenitore.
Florencia Martinez, nata a Buenos Aires, vive e lavora a Milano. La sua ricerca inizialmente si rivolge a temi come l’immigrazione, la violenza domestica e in particolar modo al mondo dell’infanzia. A partire dal 2002 l’artista orienta decisamente la sua ricerca verso la ricognizione fotografica del vivere quotidiano, tralasciando progressivamente la documentazione del tempo passato. Costruisce, in tal modo, una sua memoria intima, fatta di piccole cose e di situazioni generalmente non osservate. Nello stesso tempo la Martinez intensifica l’uso del ricamo per approfondirne la sua valenza letteraria, ricamando storie di persone che le raccontano esperienze di vita vissuta, dando così alla parola la sua forma e facendola diventare traccia da tramandare.
Benedetta Mori Ubaldini vive e lavora tra Milano e Londra. Artista e designer, dal 1997 comincia a dedicarsi alla scultura muovendosi fra l’arte e la tecnica dello scolpire tradizionale e la creazione di forme e oggetti d’impronta più concettuale e simbolica. Le opere sono sculture realizzate con un materiale molto semplice, la “chicken wire”, rete metallica in fil di ferro, solitamente utilizzata per le stie dei polli. Ciascun personaggio realizzato dall’artista è evanescente: presenza e assenza che, attentamente modulate, diventano l’elemento poetico del suo linguaggio..
Miss Paka. Laureata in disegno industriale, lavora come Graphic Designer per una nota azienda di giocattoli e l'esperienza ludica è il filo conduttore di tutti i suoi lavori, realizzati all'interno del collettivo Ludiko, insieme alla sua metà, Ludiko Boy.
Tutti i loro progetti hanno come filo conduttore il GIOCO, come valore, come momento di ricerca personale e sperimentazione libera. Miss Paka lavora spesso come street artist e come performer.
Laura Patacchia, nata a Terni, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia e fin dalle prime esperienze il suo lavoro è caratterizzato dalla presenza di elementi filiformi intrecciati, tesi e torti fino a ridefinire le relazioni tra le parti chiamate in causa nella definizione del lavoro. Fili che riempiono lo spazio espositivo limitando la mobilità del corpo dell’autrice e dell'osservatore o fili le cui tensioni sostengono le immagini o gli oggetti che imprigionano, sempre con attenzione all'aspetto cromatico, in una concezione di “disegno spaziale”.
Roberta Savelli, nata a Giussago, vive e lavora a Milano. Scenografa e costumista, attinge proficuamente dalla sua esperienza teatrale per dedicarsi interamente alla pittura dal 1999. Dipinge prevalentemente ritratti nei quali, mediante l’uso di tele di leggerissima garza, viene sottolineata un’introspezione psicologica che fa emergere la purezza e la fragilità del mondo da lei ritratto.
05
ottobre 2012
Beauty Case
Dal 05 ottobre al 10 novembre 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE IL VICOLO
Genova, Salita Pollaiuoli, 37r, (Genova)
Genova, Salita Pollaiuoli, 37r, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 15.30-19.30
Vernissage
5 Ottobre 2012, ore 18.00
Autore
Curatore