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Bruno Alfieri. 1948 – 1973
Bruno Alfieri (Napoli, 1927 – Milano, 2008) è stato un critico d’arte ed editore italiano. La mostra ripercorre i suoi venticinque anni più significativi a Venezia (1948-1973), esplorando il suo ruolo pionieristico nell’editoria culturale, tra sperimentazione grafica, critica e innovazione.
Comunicato stampa
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"Bruno Alfieri. 1948 – 1973"
6 maggio – 12 luglio 2025
Mare Karina, 3200 Campo de le Gate, Venezia
La mostra si sposterà successivamente al Parsons Paris Project Space, Parigi, in occasione del programma Printing Fashion di Parsons e di Offprint Paris, nell'autunno del 2025.
A cura di Chiara Carrera e Mario Lupano
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Bruno Alfieri (Napoli, 1927 – Milano, 2008) è stato un critico d’arte e editore italiano. Un’attività eterogenea e prolifica delinea i tratti di una figura che si pone come un importante punto di contatto tra il dibattito artistico e architettonico italiano e il contesto internazionale dell’epoca, ma soprattutto i connotati di un pioniere dell’emergente mondo del publishing. Alfieri dedica gran parte della sua attività di editore alla collaborazione e alla nascita di moltissimi progetti editoriali, anticipando di almeno un decennio la ricca stagione del publishing italiano, stagione in cui emergeranno numerose iniziative editoriali che definiscono lo spazio del dibattito culturale, artistico, architettonico e critico in Italia.
Alfieri prosegue sulla strada aperta dal padre Vittorio, che fino alla fine degli anni ‘30 dirige a Milano la casa Editrice Fratelli Treves e che, con il trasferimento a Venezia, fonda la Alfieri Edizioni d’Arte e la libreria Serenissima. Nel 1948 gli Alfieri sono incaricati di curare le edizioni della rivista Arte Veneta ed in seguito la Biennale di Venezia affida loro anche i cataloghi delle esposizioni internazionali del 1948, 1950, 1952. Ad occuparsene è un giovane Alfieri che, formatosi come critico d’arte, è impegnato nella pubblicazione di importanti monografie, tra cui la prima sull’opera di Paul Klee in italiano (1948), quelle di Piero Dorazio, Osvaldo Licini, Giuseppe Santomaso e il catalogo della collezione di Peggy Guggenheim esposta alla 24. Biennale.
Sorprendente è l’estensione dell’attività editoriale di Alfieri, dedicata principalmente all’arte contemporanea, al dibattito architettonico e all’automobilismo. Tra le riviste da lui fondate si ricorda: Arte Lombarda (1954), Quadrum (1955), Zodiac (1957), Metro (1960), Pagina (1962), Marmo (1962), Lotus (1963). Alle soglie degli anni Sessanta Alfieri matura una buona consapevolezza dell’offerta dei periodici di settore, e inaugura in Italia un confronto con le proposte editoriali estere introducendo una serie di elementi di novità. Da questi presupposti nascono, tra le iniziative più interessanti, Metro, rivista internazionale d'arte d'avanguardia che promuove per la prima volta in Italia gli americani della Pop Art (Rauschenberg, Johns, Lichtenstein, Oldenburg e Dine); Pagina una delle iniziative editoriali più sperimentali nel campo della grafica che vede la collaborazione di Massimo Vignelli, Bob Noorda, Bruno Munari e Max Bill; “Marmo” una pubblicazione d’avanguardia dedicata alla cultura d’impresa e alle arti applicate; e Lotus, fondata come annuario di architettura internazionale con un comitato scientifico d’eccellenza con l’obiettivo di rintracciare le nuove direzioni della ricerca architettonica.
La mostra intende ripercorrere i venticinque anni più significativi della carriera di Alfieri (1948 – 1973), dalle prime pubblicazioni alla cessione della casa editrice ad . Entro questo arco temporale è possibile scorgere gli aspetti più significativi del lavoro di Alfieri in quanto anzitutto editore ma ancor di più regista di operazioni culturali – e imprenditoriali – complesse, contraddistinto dalla naturale capacità di definire sinergie di pensiero, progetto e comunicazione, da cui una visione d’insieme applicata trasversalmente alle varie discipline cui si dedica.
A fronte della scarsità di letture storiche e critiche sull’attività di Alfieri, la mostra si propone di mettere in luce da una parte il fertile contesto culturale veneziano nel quale l’editore si trova ad operare, in una rete che vede protagonisti progettisti, intellettuali e imprenditori; d’altra parte, il valore iconografico e tangibile dei prodotti editoriali curati da Alfieri. La sperimentalità dei suoi periodici risponde ad una comprensione profonda, ed eccezionalmente in anticipo per i suoi tempi, del ruolo culturale e del valore iconografico ed estetico del formato.
Le riviste rappresentano degli esempi d’eccezione nel rapporto tra progetto curatoriale dei contenuti testuali e la produzione di quelli fotografici. La fotografia riveste infatti un ruolo decisivo e rappresenta uno dei più importanti elementi di novità introdotti da Alfieri, in quanto progetto artistico che gode di una propria autonomia e non più vincolate al testo come contrappunto visivo.
Per Metro, ma anche per Lotus e Marmo, una parte significativa dell’apparato iconografico è costituita da reportage realizzati ad hoc, Alfieri avanzerà addirittura l’idea di eliminare quasi completamente la firma sotto gli articoli, per dare una sensazione di fusione alla rivista. Nonostante queste scelte suggeriscono una predilezione del visivo al verbale, i periodi di Alfieri si contraddistinguono per contributi critici d’eccellenza, riunendo un parterre internazionale di autori. Il bilinguismo è spesso una cifra dei suoi prodotti, nel chiaro interesse di rivolgersi ad un pubblico ampio ed internazionale.
Negli editoriali in cui si rivolge ai “Cari lettori”, Alfieri racconterà sempre il suo progetto come contraddistinto da indipendenza critica, sperimentalità grafica e comunicativa, in un giusto “equilibrio tra articoli critici e servizi d'informazione”, svincolato dalle dinamiche commerciali di settore.
Figura centrale nella ricca storia delle riviste della seconda metà del Novecento, Alfieri saprà cogliere le modalità dell'editoria internazionale d’arte e di architettura e proporne un modello innovativo per l'Italia.
Ecco che quindi, seppur con uno sguardo rivolto al passato, la mostra insiste nel tracciare traiettorie future. La ricchezza del progetto culturale di Alfieri si ritrova nella coesistenza tra una visione imprenditoriale della disseminazione del pensiero, la ricerca di una “diffusa saggezza collettiva” e l’integrazione di sistemi di lavoro innovativi che permettono al formato della rivista di evolvere parimenti all’avanzamento tecnologico del mondo della stampa e del publishing. La mostra è dunque un invito all’applicazione di un pensiero innovativo e trasversale a tutte le discipline del progetto.
6 maggio – 12 luglio 2025
Mare Karina, 3200 Campo de le Gate, Venezia
La mostra si sposterà successivamente al Parsons Paris Project Space, Parigi, in occasione del programma Printing Fashion di Parsons e di Offprint Paris, nell'autunno del 2025.
A cura di Chiara Carrera e Mario Lupano
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Bruno Alfieri (Napoli, 1927 – Milano, 2008) è stato un critico d’arte e editore italiano. Un’attività eterogenea e prolifica delinea i tratti di una figura che si pone come un importante punto di contatto tra il dibattito artistico e architettonico italiano e il contesto internazionale dell’epoca, ma soprattutto i connotati di un pioniere dell’emergente mondo del publishing. Alfieri dedica gran parte della sua attività di editore alla collaborazione e alla nascita di moltissimi progetti editoriali, anticipando di almeno un decennio la ricca stagione del publishing italiano, stagione in cui emergeranno numerose iniziative editoriali che definiscono lo spazio del dibattito culturale, artistico, architettonico e critico in Italia.
Alfieri prosegue sulla strada aperta dal padre Vittorio, che fino alla fine degli anni ‘30 dirige a Milano la casa Editrice Fratelli Treves e che, con il trasferimento a Venezia, fonda la Alfieri Edizioni d’Arte e la libreria Serenissima. Nel 1948 gli Alfieri sono incaricati di curare le edizioni della rivista Arte Veneta ed in seguito la Biennale di Venezia affida loro anche i cataloghi delle esposizioni internazionali del 1948, 1950, 1952. Ad occuparsene è un giovane Alfieri che, formatosi come critico d’arte, è impegnato nella pubblicazione di importanti monografie, tra cui la prima sull’opera di Paul Klee in italiano (1948), quelle di Piero Dorazio, Osvaldo Licini, Giuseppe Santomaso e il catalogo della collezione di Peggy Guggenheim esposta alla 24. Biennale.
Sorprendente è l’estensione dell’attività editoriale di Alfieri, dedicata principalmente all’arte contemporanea, al dibattito architettonico e all’automobilismo. Tra le riviste da lui fondate si ricorda: Arte Lombarda (1954), Quadrum (1955), Zodiac (1957), Metro (1960), Pagina (1962), Marmo (1962), Lotus (1963). Alle soglie degli anni Sessanta Alfieri matura una buona consapevolezza dell’offerta dei periodici di settore, e inaugura in Italia un confronto con le proposte editoriali estere introducendo una serie di elementi di novità. Da questi presupposti nascono, tra le iniziative più interessanti, Metro, rivista internazionale d'arte d'avanguardia che promuove per la prima volta in Italia gli americani della Pop Art (Rauschenberg, Johns, Lichtenstein, Oldenburg e Dine); Pagina una delle iniziative editoriali più sperimentali nel campo della grafica che vede la collaborazione di Massimo Vignelli, Bob Noorda, Bruno Munari e Max Bill; “Marmo” una pubblicazione d’avanguardia dedicata alla cultura d’impresa e alle arti applicate; e Lotus, fondata come annuario di architettura internazionale con un comitato scientifico d’eccellenza con l’obiettivo di rintracciare le nuove direzioni della ricerca architettonica.
La mostra intende ripercorrere i venticinque anni più significativi della carriera di Alfieri (1948 – 1973), dalle prime pubblicazioni alla cessione della casa editrice ad . Entro questo arco temporale è possibile scorgere gli aspetti più significativi del lavoro di Alfieri in quanto anzitutto editore ma ancor di più regista di operazioni culturali – e imprenditoriali – complesse, contraddistinto dalla naturale capacità di definire sinergie di pensiero, progetto e comunicazione, da cui una visione d’insieme applicata trasversalmente alle varie discipline cui si dedica.
A fronte della scarsità di letture storiche e critiche sull’attività di Alfieri, la mostra si propone di mettere in luce da una parte il fertile contesto culturale veneziano nel quale l’editore si trova ad operare, in una rete che vede protagonisti progettisti, intellettuali e imprenditori; d’altra parte, il valore iconografico e tangibile dei prodotti editoriali curati da Alfieri. La sperimentalità dei suoi periodici risponde ad una comprensione profonda, ed eccezionalmente in anticipo per i suoi tempi, del ruolo culturale e del valore iconografico ed estetico del formato.
Le riviste rappresentano degli esempi d’eccezione nel rapporto tra progetto curatoriale dei contenuti testuali e la produzione di quelli fotografici. La fotografia riveste infatti un ruolo decisivo e rappresenta uno dei più importanti elementi di novità introdotti da Alfieri, in quanto progetto artistico che gode di una propria autonomia e non più vincolate al testo come contrappunto visivo.
Per Metro, ma anche per Lotus e Marmo, una parte significativa dell’apparato iconografico è costituita da reportage realizzati ad hoc, Alfieri avanzerà addirittura l’idea di eliminare quasi completamente la firma sotto gli articoli, per dare una sensazione di fusione alla rivista. Nonostante queste scelte suggeriscono una predilezione del visivo al verbale, i periodi di Alfieri si contraddistinguono per contributi critici d’eccellenza, riunendo un parterre internazionale di autori. Il bilinguismo è spesso una cifra dei suoi prodotti, nel chiaro interesse di rivolgersi ad un pubblico ampio ed internazionale.
Negli editoriali in cui si rivolge ai “Cari lettori”, Alfieri racconterà sempre il suo progetto come contraddistinto da indipendenza critica, sperimentalità grafica e comunicativa, in un giusto “equilibrio tra articoli critici e servizi d'informazione”, svincolato dalle dinamiche commerciali di settore.
Figura centrale nella ricca storia delle riviste della seconda metà del Novecento, Alfieri saprà cogliere le modalità dell'editoria internazionale d’arte e di architettura e proporne un modello innovativo per l'Italia.
Ecco che quindi, seppur con uno sguardo rivolto al passato, la mostra insiste nel tracciare traiettorie future. La ricchezza del progetto culturale di Alfieri si ritrova nella coesistenza tra una visione imprenditoriale della disseminazione del pensiero, la ricerca di una “diffusa saggezza collettiva” e l’integrazione di sistemi di lavoro innovativi che permettono al formato della rivista di evolvere parimenti all’avanzamento tecnologico del mondo della stampa e del publishing. La mostra è dunque un invito all’applicazione di un pensiero innovativo e trasversale a tutte le discipline del progetto.
05
maggio 2025
Bruno Alfieri. 1948 – 1973
Dal 05 maggio al 12 luglio 2025
architettura
arte contemporanea
arte moderna
design
fotografia
libri ed editoria
arte contemporanea
arte moderna
design
fotografia
libri ed editoria
Location
Mare Karina
Venezia, Campo de le Gate, 3200, (VE)
Venezia, Campo de le Gate, 3200, (VE)
Orario di apertura
dal Martedì al Sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
Vernissage
5 Maggio 2025, dalle ore 17:00 alle ore 20:00
Autore
Curatore




