Bruno Barborini

Il senso del Neorealismo – come è stato più volte e chiara-mente detto da molti dei protagonisti – non era quello di una tendenza della pittura né quello di una Corrente culturale, ma piuttosto uno stato d’animo, una condizione delle coscienze che assumevano la società come campo di riferimento e di intervento, spesso anche politico; per-tanto, anche se non arrivò mai a costruirsi come pensiero canonicamente definito, diede una tale impronta alla società – e non solo a quella nazionale – che, alla fine del secolo, si può già facilmente tentare di indagare quanto abbia influito sulla cultura mondiale della seconda metà del Novecento.
Chi ha vissuto con maturità di pensiero questa stagione ha percorso, in sostanza, il Secondo Novecento rimanendo saldamente ancorato ad una visione della Cultura che dal Neorealismo traeva origine e che dalle successive, coerenti sperimentazioni ha tratto il meglio per innestarlo produttivamente su quella radice.
Bruno Barborini, ad esempio, non può definirsi propriamente un Neorealista perché il suo interesse alla pittura è troppo vivo e specifico per lasciare campo ad un’intenzione sociale dell’arte, in senso stretto; e le sue ansie esistenziali si riferiscono ad una condizione dell’uomo troppo generale per essere riferita a problemi intrinsecamente politici.

 
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25 maggio 2003

Bruno Barborini

Dal 25 maggio al 22 giugno 2003
Location
CA’ LOZZIO
Oderzo, Via Maggiore Di Piavon, 23, (Treviso)
Vernissage
25 Maggio 2003, ore 11
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