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Cantafòle
Cantafòle di Simone Carraro si sviluppa come un viaggio attraverso immagini e simboli cheattingono alla tradizione orale, al mito e alla memoria collettiva. Un racconto visivo in cinque atti in cui elementi della cultura contadina padana si mescolano a rammenti d’immaginario arcaico.
Comunicato stampa
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Il titolo richiama la figura del contafòle, il narratore errante che attraversava le comunità rurali portando con sé storie tramandate nei filò invernali, dove le parole si intrecciavano al tempo del lavoro e delle stagioni. Con la stessa attitudine, Carraro costruisce una sequenza di opere in cui il mito si fa visione, restituendo il senso di un mondo in cui il reale e il
fantastico convivono senza distinzione.
Il ritmo ciclico della natura scandisce la narrazione evocando il passaggio dalle tenebre invernali al risveglio primaverile, dall’immobilità alla pulsione vitale. Al centro di questa trasformazione c’è il battimarzo, un antico rito diffuso nell’area padana, in cui il rumore assordante di strumenti percussivi rudimentali—campanacci, raganelle, pentole—scuoteva la terra dal torpore invernale, liberandola dalle forze che la trattenevano sotto la superficie. Carraro rielabora questa tradizione in chiave artistica, trasformando il suono primordiale in strumenti musicali che vibrano di energia richiamando un rito perduto. L’universo visivo restituisce la struttura della narrazione attraverso i suoni degli strumenti che accompagnano il rito realizzati dall’artista. Questo gesto sonoro ha un valore simbolico profondo: nei miti della creazione, la prima manifestazione del mondo è spesso legata a un
suono primordiale, un battito, un grido capace di infrangere il nulla e dare origine alla vita. La percussione diventa così un atto generativo.
Cantafòle è un atto di resistenza poetica, un tentativo di recuperare un linguaggio. Come un’antica fiaba raccontata attorno al fuoco, le opere di Simone Carraro si muovono tra memoria e intuizione, lasciando spazio all’inaspettato, all’indicibile, a ciò che ancora vibra sotto la superficie del visibile e verrà tramandato.
fantastico convivono senza distinzione.
Il ritmo ciclico della natura scandisce la narrazione evocando il passaggio dalle tenebre invernali al risveglio primaverile, dall’immobilità alla pulsione vitale. Al centro di questa trasformazione c’è il battimarzo, un antico rito diffuso nell’area padana, in cui il rumore assordante di strumenti percussivi rudimentali—campanacci, raganelle, pentole—scuoteva la terra dal torpore invernale, liberandola dalle forze che la trattenevano sotto la superficie. Carraro rielabora questa tradizione in chiave artistica, trasformando il suono primordiale in strumenti musicali che vibrano di energia richiamando un rito perduto. L’universo visivo restituisce la struttura della narrazione attraverso i suoni degli strumenti che accompagnano il rito realizzati dall’artista. Questo gesto sonoro ha un valore simbolico profondo: nei miti della creazione, la prima manifestazione del mondo è spesso legata a un
suono primordiale, un battito, un grido capace di infrangere il nulla e dare origine alla vita. La percussione diventa così un atto generativo.
Cantafòle è un atto di resistenza poetica, un tentativo di recuperare un linguaggio. Come un’antica fiaba raccontata attorno al fuoco, le opere di Simone Carraro si muovono tra memoria e intuizione, lasciando spazio all’inaspettato, all’indicibile, a ciò che ancora vibra sotto la superficie del visibile e verrà tramandato.
21
febbraio 2025
Cantafòle
Dal 21 febbraio al 31 agosto 2025
arte contemporanea
Location
NEUTRO
Reggio Emilia, Via Emilia Santo Stefano, 4, (RE)
Reggio Emilia, Via Emilia Santo Stefano, 4, (RE)
Orario di apertura
00-24
Autore





