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Carla Accardi. Segni dell’anima #2
Secondo capitolo del progetto Segni dell’anima, iniziato nell’ottobre 2025 con la mostra dedicata ad Antonio Sanfilippo: l’avventura artistica di Accardi e Sanfilippo nel “segno” costituisce infatti uno degli episodi più significativi dell’arte italiana della seconda metà del Novecento
Comunicato stampa
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Inaugura sabato 6 dicembre 2025, alle ore 18.00, alla Galleria Lombardi di via di Monte Giordano 40 a Roma, la mostra monografica Carla Accardi. Segni dell’anima #2, curata da Lorenzo e Enrico Lombardi, con saggio critico in catalogo di Guglielmo Gigliotti.
L’esposizione, aperta fino al 24 gennaio 2026, rappresenta il secondo capitolo del progetto Segni dell’anima, iniziato nell’ottobre 2025 con la mostra dedicata al marito Antonio Sanfilippo (Segni dell’anima #1).
L’avventura artistica di Accardi e Sanfilippo nel “segno” costituisce infatti uno degli episodi più significativi dell’arte italiana della seconda metà del Novecento. Oggi la loro opera è contemplata con la consapevolezza che i vertici raggiunti dalla coppia restano un caso unico e irripetibile.
In mostra 25 opere dagli anni Cinquanta a primi Duemila di Carla Accardi (Trapani, 1924 - Roma, 2014), in un percorso che attraversa la sua poetica del segno: una poetica che ha reso l’artista figura centrale dell’astrattismo europeo della seconda metà del XX secolo e inizio XXI secolo.
La selezione di dipinti e disegni invita a scoprire come il segno, per Carla Accardi, sia diventato una forma di re-spiro, pensiero e vita stessa. Come diceva Apelle, secondo Plinio il Vecchio, citato da Guglielmo Gigliotti nel suo testo critico, “Nulla dies sine linea”, nessun giorno senza tracciare linee: una filosofia che Accardi ha vissuto pienamente, riconoscendo nella linea una metafora della vita stessa, capace di infinite possibilità di sviluppo.
L’arte di Carla Accardi è un enigma cristallino, un segno che per oltre 65 anni ha raccontato storie, emozioni e visioni in una continua ricerca dell’impulso vitale che attraversa il mondo. Con le sue opere – su tela, carta e sicofoil – l'artista ha eretto un monumento alla forma primordiale del segno, trasformandolo in un linguaggio sen-za tempo, pulsante di vita.
L’esposizione ruota intorno a opere emblematiche come Blu-verde (1964), Segni grigi (1972) e Rossoargento (2001), titoli che già evocano spirito e modi di concepire il segno strutturante e la dimensione cromatica, accesa da contrasti e dissonanze.
Scrive Guglielmo Gigliotti in catalogo: “Quei grafemi, quella linea che torna su sé stessa in onde e volute, a tracciare arabeschi e labirinti, come a intercettare la struttura segreta delle cose, la trama invisibile della materia, la ragnatela dell’universo o le ramificazioni dell’inconscio, sono la confessione che solo la poesia può sconfiggere il dolore, e che la linea, se lasciata libera di danzare, sogna anche per noi. (…) In principio fu il segno, e quel principio non si esaurì mai. Le opere in mostra, tra dipinti e disegni, manifestano proprio ciò. Freschezza, immediatezza, gioco della sperimentazione, all’insegna di una sintesi di libertà e necessità”.
La mostra intende anche arricchire la narrazione dell’astrattismo italiano del Novecento, conferendo all’opera complessiva della coppia d’arte e di vita (dal fidanzamento nel 1944 alla separazione nel 1964) Accardi – Sanfilippo un valore, per citare le parole dello stesso Sanfilippo, «sublime». Scriveva infatti l’artista a Carla, in una lettera dell’ottobre 1946: «Noi siamo diversi perché al di sopra di tutte le cose che si vivono materialmente col-lochiamo la nostra arte sublime».
Riunite sotto il titolo generale Segni dell’anima, le due mostre intendono rendere omaggio a un’arte che rimane sublime oltre il tempo, recuperando i riferimenti storico-artistici legati a Sanfilippo che contestualizzano meglio e più compiutamente la potente poesia astratta delle invenzioni accardiane, evidenziando influenze e differenze di un’avventura nel segno mossa da reciproci rispecchiamenti.
La mostra è accompagnata da un catalogo con saggio critico in catalogo di Guglielmo Gigliotti e testo di Giorgia Di Laura.
L’esposizione, aperta fino al 24 gennaio 2026, rappresenta il secondo capitolo del progetto Segni dell’anima, iniziato nell’ottobre 2025 con la mostra dedicata al marito Antonio Sanfilippo (Segni dell’anima #1).
L’avventura artistica di Accardi e Sanfilippo nel “segno” costituisce infatti uno degli episodi più significativi dell’arte italiana della seconda metà del Novecento. Oggi la loro opera è contemplata con la consapevolezza che i vertici raggiunti dalla coppia restano un caso unico e irripetibile.
In mostra 25 opere dagli anni Cinquanta a primi Duemila di Carla Accardi (Trapani, 1924 - Roma, 2014), in un percorso che attraversa la sua poetica del segno: una poetica che ha reso l’artista figura centrale dell’astrattismo europeo della seconda metà del XX secolo e inizio XXI secolo.
La selezione di dipinti e disegni invita a scoprire come il segno, per Carla Accardi, sia diventato una forma di re-spiro, pensiero e vita stessa. Come diceva Apelle, secondo Plinio il Vecchio, citato da Guglielmo Gigliotti nel suo testo critico, “Nulla dies sine linea”, nessun giorno senza tracciare linee: una filosofia che Accardi ha vissuto pienamente, riconoscendo nella linea una metafora della vita stessa, capace di infinite possibilità di sviluppo.
L’arte di Carla Accardi è un enigma cristallino, un segno che per oltre 65 anni ha raccontato storie, emozioni e visioni in una continua ricerca dell’impulso vitale che attraversa il mondo. Con le sue opere – su tela, carta e sicofoil – l'artista ha eretto un monumento alla forma primordiale del segno, trasformandolo in un linguaggio sen-za tempo, pulsante di vita.
L’esposizione ruota intorno a opere emblematiche come Blu-verde (1964), Segni grigi (1972) e Rossoargento (2001), titoli che già evocano spirito e modi di concepire il segno strutturante e la dimensione cromatica, accesa da contrasti e dissonanze.
Scrive Guglielmo Gigliotti in catalogo: “Quei grafemi, quella linea che torna su sé stessa in onde e volute, a tracciare arabeschi e labirinti, come a intercettare la struttura segreta delle cose, la trama invisibile della materia, la ragnatela dell’universo o le ramificazioni dell’inconscio, sono la confessione che solo la poesia può sconfiggere il dolore, e che la linea, se lasciata libera di danzare, sogna anche per noi. (…) In principio fu il segno, e quel principio non si esaurì mai. Le opere in mostra, tra dipinti e disegni, manifestano proprio ciò. Freschezza, immediatezza, gioco della sperimentazione, all’insegna di una sintesi di libertà e necessità”.
La mostra intende anche arricchire la narrazione dell’astrattismo italiano del Novecento, conferendo all’opera complessiva della coppia d’arte e di vita (dal fidanzamento nel 1944 alla separazione nel 1964) Accardi – Sanfilippo un valore, per citare le parole dello stesso Sanfilippo, «sublime». Scriveva infatti l’artista a Carla, in una lettera dell’ottobre 1946: «Noi siamo diversi perché al di sopra di tutte le cose che si vivono materialmente col-lochiamo la nostra arte sublime».
Riunite sotto il titolo generale Segni dell’anima, le due mostre intendono rendere omaggio a un’arte che rimane sublime oltre il tempo, recuperando i riferimenti storico-artistici legati a Sanfilippo che contestualizzano meglio e più compiutamente la potente poesia astratta delle invenzioni accardiane, evidenziando influenze e differenze di un’avventura nel segno mossa da reciproci rispecchiamenti.
La mostra è accompagnata da un catalogo con saggio critico in catalogo di Guglielmo Gigliotti e testo di Giorgia Di Laura.
06
dicembre 2025
Carla Accardi. Segni dell’anima #2
Dal 06 dicembre 2025 al 24 gennaio 2026
arte contemporanea
Location
Galleria Lombardi (Roma)
Roma, Via di Monte Giordano, 40, (RM)
Roma, Via di Monte Giordano, 40, (RM)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, ore 11.00 – 19.00. Chiuso domenica e lunedì. Aperti 8 dicembre, chiusi dal 23 dicembre 2025 al 8 gennaio 2026
Vernissage
6 Dicembre 2025, 18.00
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore
Autore testo critico




