Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Carlo Cecchi – L’amore zoppo
La sua pittura è caratterizzata dalla forte contaminazione con la scrittura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 22 luglio presso la cripta della Chiesa di San Filippo in Cingoli, si inaugura la mostra personale delle opere del pittore Carlo Cecchi.
La mostra consiste in una originale installazione di circa trenta disegni recenti disposti in una sorta di muraglia di carta che interagiscono con cinque quadri ad olio.
L’installazione ed i lavori su tela esposti costituiscono un racconto, una narrazione autobiografica com’è nello stile dell’autore che trae i propri simboli, la propria ispirazione da un quotidiano profondamente privato.
Quello di Cecchi “è difatti un fare leggero, musicale come la pennellata, il tratto che lo sostanzia, per una figurazione che non lavora emblematicamente attorno e sopra simbologie universalmente condivise e consumate ma che cresce come amplificazione di concretezza, del qui ed ora soggettivo e domestico” (gabriele tinti).
Come di consueto Carlo Cecchi trova una collocazione ideale per il suo lavoro, in un luogo fuori dai soliti spazi espositivi ma denso di suggestioni e di memorie con cui l’artista intende dialogare per la durata di tre giorni, in una sorta di incursione creativa dalla quale risulti evidente il tema della rapidità e dell’emergenza.
Carlo Cecchi, di origine toscana, nasce a Jesi nel 1949. Alle scuole medie è sempre bocciato in disegno, perciò all’epoca la sua passione principale è la musica. Difatti inizia a suonare la batteria, fonda diversi gruppi frequentando però contemporaneamente l’Istituto d’Arte dove si diploma nel 1969. Qui conosce lo storico dell’arte Vittorio Rubiu che lo presenta a Burri e Mannucci. In quello stesso anno si iscrive all’Accademia diplomandosi nel 1973. Tra i suoi docenti figurano personaggi importantissimi per le vicende dell’arte contemporanea quali Pierpaolo Calzolari, Concetto Pozzati, Alberto Boatto, Renato Bruscaglia e Tommaso Trini. In quegli anni realizza le prime esperienze espositive. Il suo lavoro risulta in prossima di certo concettuale e poverismo; sono gli anni Settanta e Cecchi cerca il proprio autonomo modo di esprimersi. Le sue incursioni in altri linguaggi, come la scrittura, la critica, lo portano vicino a poeti e letterati con i quali realizzerà eventi e pubblicazioni. La sua pittura è difatti caratterizzata dalla forte contaminazione con la scrittura. A tenuto numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, presentandosi spesso con installazioni che prediligono i luoghi inconsueti e fascinosi. Lavora abitualmente tra Jesi e Roma.
Del suo lavoro, tra gli altri, si sono occupati:
Vittorio Rubiu, A. B. Oliva, Toni Toniato, Elena Pontiggia, Cristiano Toraldo di Francia, Claudio Piersanti, Attilio Coltorti, Giovanna Bonasegale, Arnaldo Romano Brizzi.
La mostra consiste in una originale installazione di circa trenta disegni recenti disposti in una sorta di muraglia di carta che interagiscono con cinque quadri ad olio.
L’installazione ed i lavori su tela esposti costituiscono un racconto, una narrazione autobiografica com’è nello stile dell’autore che trae i propri simboli, la propria ispirazione da un quotidiano profondamente privato.
Quello di Cecchi “è difatti un fare leggero, musicale come la pennellata, il tratto che lo sostanzia, per una figurazione che non lavora emblematicamente attorno e sopra simbologie universalmente condivise e consumate ma che cresce come amplificazione di concretezza, del qui ed ora soggettivo e domestico” (gabriele tinti).
Come di consueto Carlo Cecchi trova una collocazione ideale per il suo lavoro, in un luogo fuori dai soliti spazi espositivi ma denso di suggestioni e di memorie con cui l’artista intende dialogare per la durata di tre giorni, in una sorta di incursione creativa dalla quale risulti evidente il tema della rapidità e dell’emergenza.
Carlo Cecchi, di origine toscana, nasce a Jesi nel 1949. Alle scuole medie è sempre bocciato in disegno, perciò all’epoca la sua passione principale è la musica. Difatti inizia a suonare la batteria, fonda diversi gruppi frequentando però contemporaneamente l’Istituto d’Arte dove si diploma nel 1969. Qui conosce lo storico dell’arte Vittorio Rubiu che lo presenta a Burri e Mannucci. In quello stesso anno si iscrive all’Accademia diplomandosi nel 1973. Tra i suoi docenti figurano personaggi importantissimi per le vicende dell’arte contemporanea quali Pierpaolo Calzolari, Concetto Pozzati, Alberto Boatto, Renato Bruscaglia e Tommaso Trini. In quegli anni realizza le prime esperienze espositive. Il suo lavoro risulta in prossima di certo concettuale e poverismo; sono gli anni Settanta e Cecchi cerca il proprio autonomo modo di esprimersi. Le sue incursioni in altri linguaggi, come la scrittura, la critica, lo portano vicino a poeti e letterati con i quali realizzerà eventi e pubblicazioni. La sua pittura è difatti caratterizzata dalla forte contaminazione con la scrittura. A tenuto numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, presentandosi spesso con installazioni che prediligono i luoghi inconsueti e fascinosi. Lavora abitualmente tra Jesi e Roma.
Del suo lavoro, tra gli altri, si sono occupati:
Vittorio Rubiu, A. B. Oliva, Toni Toniato, Elena Pontiggia, Cristiano Toraldo di Francia, Claudio Piersanti, Attilio Coltorti, Giovanna Bonasegale, Arnaldo Romano Brizzi.
22
luglio 2005
Carlo Cecchi – L’amore zoppo
Dal 22 al 24 luglio 2005
arte contemporanea
Location
CRIPTA DI SAN FILIPPO
Cingoli, Via Del Podestà, (Macerata)
Cingoli, Via Del Podestà, (Macerata)
Orario di apertura
ore 19-22
Vernissage
22 Luglio 2005, ore 19
Autore
Curatore




