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Carlo Sergio Signori
Dopo gli inizi negli anni ‘30/40, in cui dipinge e disegna “d’après nature” (come confessa lui stesso), si dedica interamente alla scultura astratta e in particolare a quella scultura che, modellando e levigando il marmo come un corpo e costruendo forme naturali astratte.
Comunicato stampa
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CARLO SERGIO SIGNORI
nato a Milano nel 1906, muore a Carrara il 18 settembre 1988.
Nel 1924, appena diciottenne, costretto per motivi politici a rifugiarsi in Francia, si stabilisce a Parigi
dove entra a lavorare, come operaio, nella fonderia d’arte frequentata da artisti moderni e lì conosce Lipchitz, maestro della scultura cubista. In seguito si iscrive all’ Accademie des Beaux Arts e frequenta il clima parigino dell’epoca e gli artisti italiani lì rifugiati: Severini, Magnelli, De Pisis, G. di San Lazzaro;
oltre ad artisti già affermati come Soutine, Lèger, Zadkine e Giacometti.
Dopo gli inizi negli anni ‘30/40, in cui dipinge e disegna “d’après nature” (come confessa lui stesso), si dedica interamente alla scultura astratta e in particolare a quella scultura che, modellando e levigando il marmo come un corpo e costruendo forme naturali astratte, cerca di ritrovare nella Scultura le forme classiche, elleniche, e lo spirito dell’ antica statuaria greca e romana. Ricerca che era portata avanti, in quegli stessi anni, anche dagli amici parigini Arp, Gilioli, Viani, ecc.
Comincia la sua carriera artistica ed espositiva soltanto nel dopoguerra con il susseguirsi delle numerose
mostre personali e collettive che lo porteranno in Musei e Gallerie degli Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, Germania e Giappone.
Nel 1946 vince il concorso per un monumento ai Fratelli Rosselli e in quella occasione viene per la prima volta a lavorare il marmo a Carrara. Nel 1958 è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia.
Un’ accurata antologica di sue opere viene organizzata nel 1980 da Lara Vinca Masini a Milano alla Rotonda della Besana e dopo la morte, Luciano Caramel ha curato, nel 1997, un’ ampia retrospettiva del suo lavoro al Palazzo Ducale di Massa.
A sedici anni dalla sua scomparsa la Galleria Peccolo, in collaborazione con la vedova dell’artista
M.me Fumìe Kakinuma, rende omaggio alla memoria dello scultore con questa succinta retrospettiva livornese nella quale sono esposte sculture in marmo, bronzetti e disegni.
Nel catalogo della mostra riproduzioni delle opere esposte, uno scritto introduttivo di Marco Meneguzzo e un’intervista fatta allo scultore nel 1984 e rimasta finora inedita.
nato a Milano nel 1906, muore a Carrara il 18 settembre 1988.
Nel 1924, appena diciottenne, costretto per motivi politici a rifugiarsi in Francia, si stabilisce a Parigi
dove entra a lavorare, come operaio, nella fonderia d’arte frequentata da artisti moderni e lì conosce Lipchitz, maestro della scultura cubista. In seguito si iscrive all’ Accademie des Beaux Arts e frequenta il clima parigino dell’epoca e gli artisti italiani lì rifugiati: Severini, Magnelli, De Pisis, G. di San Lazzaro;
oltre ad artisti già affermati come Soutine, Lèger, Zadkine e Giacometti.
Dopo gli inizi negli anni ‘30/40, in cui dipinge e disegna “d’après nature” (come confessa lui stesso), si dedica interamente alla scultura astratta e in particolare a quella scultura che, modellando e levigando il marmo come un corpo e costruendo forme naturali astratte, cerca di ritrovare nella Scultura le forme classiche, elleniche, e lo spirito dell’ antica statuaria greca e romana. Ricerca che era portata avanti, in quegli stessi anni, anche dagli amici parigini Arp, Gilioli, Viani, ecc.
Comincia la sua carriera artistica ed espositiva soltanto nel dopoguerra con il susseguirsi delle numerose
mostre personali e collettive che lo porteranno in Musei e Gallerie degli Stati Uniti, Inghilterra, Svizzera, Germania e Giappone.
Nel 1946 vince il concorso per un monumento ai Fratelli Rosselli e in quella occasione viene per la prima volta a lavorare il marmo a Carrara. Nel 1958 è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia.
Un’ accurata antologica di sue opere viene organizzata nel 1980 da Lara Vinca Masini a Milano alla Rotonda della Besana e dopo la morte, Luciano Caramel ha curato, nel 1997, un’ ampia retrospettiva del suo lavoro al Palazzo Ducale di Massa.
A sedici anni dalla sua scomparsa la Galleria Peccolo, in collaborazione con la vedova dell’artista
M.me Fumìe Kakinuma, rende omaggio alla memoria dello scultore con questa succinta retrospettiva livornese nella quale sono esposte sculture in marmo, bronzetti e disegni.
Nel catalogo della mostra riproduzioni delle opere esposte, uno scritto introduttivo di Marco Meneguzzo e un’intervista fatta allo scultore nel 1984 e rimasta finora inedita.
04
settembre 2004
Carlo Sergio Signori
Dal 04 al 30 settembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA PECCOLO
Livorno, Piazza Della Repubblica, 12, (Livorno)
Livorno, Piazza Della Repubblica, 12, (Livorno)
Orario di apertura
tutti i giorni ore: 10-13 / 16-20 festivi e lunedì mattina chiuso
Vernissage
4 Settembre 2004, ore 18,30



