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Carrera | Gualandris | Patarini – La stanza di Ofelia
Seguendo il gioco a rincorrersi tra normalità e pazzia, tra libertà e vincolo, tra essere e non essere, legato alla figura Shakespeariana di Ofelia, le opere di tre artisti, nelle loro differenze espressive, riscoprono, attraverso il simbolo del fiore, frammenti poetici della nostra umanità.
Comunicato stampa
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La mostra presenta un omaggio alla figura della dolce Ofelia, personaggio shakespeariano di incomparabile bellezza tragica, attraverso le opere di tre artisti che, pure nelle loro differenze stilistiche, tematiche ed espressive, riscoprono, attraverso il simbolo del fiore, frammenti poetici della nostra umanità celati dietro questa straordinaria figura. Sì perché non è da sottovalutare il sottile rapporto tra realtà e rappresentazione ben visibile nella storia magistralmente scritta da Shakespeare, nella quale Ofelia di fronte ad un Amleto che dipinge su di sé l’immagine del pazzo, non essendo più in grado di distinguerne la realtà dalla rappresentazione, disegna a sua volta la pazzia su di sé. E se è vero che il teatro e le arti sono specchi della realtà, in questo gioco a rincorrersi tra normalità e pazzia, tra libertà e vincolo, tra essere e non essere, l’arte e la pittura possono talvolta aprirci una più ampia prospettiva della natura delle cose, suggerendoci quanto la rappresentazione della realtà possa intuire il vero senso che vi è al di là della realtà stessa.
In questo senso, l’esposizione ci accompagna attraverso un’estetica ed una tematica basata sul simbolo del fiore, appoggiandosi a quanto descritto nella scena tragica d’Ofelia nell’Amleto: “…il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fiori color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrivo nome…” poiché d’un fiore tra i fiori si parla, quando si parla d’Ofelia e del suo delicato cuore. E così dunque si parla d’Ofelia in questa “stanza” a lei dedicata, in cui le composizioni fotografiche di Valentina Carrera ritraendo un’Ofelia immersa nell’acqua del ruscello che ne rubò il respiro, ne rimandano l’immagine di una bellezza congelata in un attimo d’estasi e liberazione, di un unico ed infinito momento di pace assoluta; seguendo poi nella pittura di Emilio Gualandris, nella quale immagini di fiori dal taglio decisamente realistico vengono affiancate e contaminate da oggetti e scritte in una soluzione compositiva e formale che sembra voler riportare quell’attimo di passione ed amore ai giorni nostri gettando un ponte tra immagini e sensazioni antiche e l’estetica della grafica di composizioni decisamente attuali; arrivando poi alle opere di Virgilio Patarini, che contaminando matericità alla fautrier a combine-paintings di reminiscenza rauschenberghiana danno forma all’intima traccia dell’uomo simbolicamente rappresentata da un giardino di muti fiori, la cui essenza viva e pulsante, rinchiusa in un’epidermide di cemento urla il proprio silenzioso eppur assordante anelito di vita e di speranza.
Davide Corsetti
In questo senso, l’esposizione ci accompagna attraverso un’estetica ed una tematica basata sul simbolo del fiore, appoggiandosi a quanto descritto nella scena tragica d’Ofelia nell’Amleto: “…il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fiori color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrivo nome…” poiché d’un fiore tra i fiori si parla, quando si parla d’Ofelia e del suo delicato cuore. E così dunque si parla d’Ofelia in questa “stanza” a lei dedicata, in cui le composizioni fotografiche di Valentina Carrera ritraendo un’Ofelia immersa nell’acqua del ruscello che ne rubò il respiro, ne rimandano l’immagine di una bellezza congelata in un attimo d’estasi e liberazione, di un unico ed infinito momento di pace assoluta; seguendo poi nella pittura di Emilio Gualandris, nella quale immagini di fiori dal taglio decisamente realistico vengono affiancate e contaminate da oggetti e scritte in una soluzione compositiva e formale che sembra voler riportare quell’attimo di passione ed amore ai giorni nostri gettando un ponte tra immagini e sensazioni antiche e l’estetica della grafica di composizioni decisamente attuali; arrivando poi alle opere di Virgilio Patarini, che contaminando matericità alla fautrier a combine-paintings di reminiscenza rauschenberghiana danno forma all’intima traccia dell’uomo simbolicamente rappresentata da un giardino di muti fiori, la cui essenza viva e pulsante, rinchiusa in un’epidermide di cemento urla il proprio silenzioso eppur assordante anelito di vita e di speranza.
Davide Corsetti
10
giugno 2009
Carrera | Gualandris | Patarini – La stanza di Ofelia
Dal 10 al 21 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 15-19
Vernissage
10 Giugno 2009, ore 18.30
Autore
Curatore