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Caterina Vitelozzi – Cosmic Dance
Caterina Vitellozzi trasforma in mosaico l’archetipo e l’inconsueto, il pop e l’antico, la pasta vitrea e la pietra, preservando il fascino del bello in un’emozione purificata, che è al contempo scultura, colore e memoria.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ROME ART WEEK 2025
presenta
CATERINA VITELLOZZI – “COSMIC DANCE”
a cura di MASSIMILIANO REGGIANI
MARTIUS PRIVATE SUITES HOTEL, Via degli Uffici del Vicario 49, Roma
22 Ottobre – 30 Novembre 2025
Vernissage: Mercoledì 22 Ottobre ore 18:30
Caterina Vitellozzi trasforma in mosaico l'archetipo e l'inconsueto, il pop e l'antico,
la pasta vitrea e la pietra, preservando il fascino del bello in un'emozione purificata,
che è al contempo scultura, colore e memoria.
Cosmic dance” ha una chiara radice indiana, lo Shiva Nataraja che in un cerchio di fuoco esprime i
punti cardinali, vince sull’illusione e l’ignoranza mentre rassicura i devoti e concede loro grazia e rifugio.
Questa riflessione sulla circolarità del divenire è trasposta dall’artista del mosaico Caterina Vitellozzi,
attraverso la materia e lontana dall’iconografia tradizionale, nel linguaggio dell’arte contemporanea.
Romana e laureata in Lingue orientali, Caterina si abbandona alla contaminazione con l’induismo
senza passare attraverso il rito, penetrandone in modo diretto il significato filosofico. La “Cosmic dance”
prende forma di smalti colorati e pasta vitrea, di metallo, minerali e legno racchiusi in un prezioso
scrigno: il Martius Private Suites Hotel, a pochi metri da Palazzo Montecitorio.
Caterina Vitellozzi apprende i segreti del mosaico antico alla scuola del Gruppo Mosaicisti di Ravenna
per poi sviluppare una propria, personale estetica basata sulla tecnica diretta, cioè il singolo
inserimento del retro di ogni tessera nella superficie di posa cementizia. Questo metodo di esecuzione
le permette di ottenere un prospetto del mosaico con inclinazioni e altezze differenti, di creare cioè
una scultura policroma a bassissimo rilievo. “Ogni mia composizione è unica - spiega l’artista - e in essa
cerco di ‘racchiudere’ quella purezza primordiale, fatta di luce, energia e vibrazioni, in grado di
animare la nostra sensibilità e accendere la nostra abilità di contemplare, ascoltare e condividere
emozioni”.
La sensibilità per la materia stacca l’arte di Caterina dal mosaico tradizionale. Quando la superficie
procede per sbalzi, seppur minimi, e si modula da liscia a ruvida, da opaca a lucente, l’oggetto muta
ad ogni variazione di luce, si trasforma durante lo scorrere delle ore solari e crea in continuazione nuove
e diverse esperienze visive. “Mi piace scegliere, toccare, tagliare e combinare materiali diversi”
racconta Caterina. “Spazio da quelli più caldi quali legno, pietre, ori e frammenti di natura a quelli
apparentemente più freddi e aspri: la pasta vitrea (gli smalti veneziani), i marmi, il vetro, il ferro e i pezzi
di cemento”.
Fabio Sindici, critico e giornalista, dice di lei che “… è una delle poche donne a lavorare il mosaico. E
lo fa in maniera insolita. Rendendo visibile la materia, anziché nasconderla nel disegno”.
Un’osservazione acuta che evidenzia la funzione strutturale della materia cromatica. Nell’arte di
Caterina Vitellozzi il colore non riempie una forma ma la determina: evoca e accentua - con la propria
natura - il significato dell’opera stessa. L’allestimento di “Cosmic dance” gode inoltre di un ulteriore
pregio: l’ambiente, in cui passato rinascimentale e linearità contemporanea convivono armoniose
nelle sale del Martius Private Suite Hotel. La logica è la medesima: le forme permangono nel tempo,
perdono il significato originario, si rinnovano impreziosendosi come una cristallizzazione geologica,
come una perla nel silenzio delle valve.
Caterina Vitellozzi coglie suggestioni dalle più diverse epoche: le ammoniti fossili che sembrano mutarsi
in brachette barocche in cui sviluppare il contrasto simbolico tra cerchio e retta, dualità di genere
dentro un medesimo corpo estetico. “Venus” e “Jupiter” passano così dalla deità a modelli concreti
dell’identità di genere. La “Bocca della verità” si sublima in rosse labbra carnose capaci di porgere
qualsiasi messaggio, dall’appunto scritto alla purezza di un fiore. Il giallo, il rosso e il blu delle moderne
tecniche di stampa, introdotte dall’incisore Le Blon nel Settecento, si vestono di significati alchemici
trasformandosi in acqua, luce e fuoco, elementi primigeni di una grandiosa esplosione cosmica. L’opus
vermiculatum della classicità subisce un processo di astrazione che lo porta a simulare la fibra organica,
avvolgente, uterina per poi esplodere in una rappresentazione della femminilità come principio
universale di protezione e crescita, di sviluppo custodito da un corpo che dona sé stesso per generare.
Legno e pietra, tepore e freddezza, incarnano la vicinanza e la lontananza, la terra concreta e il cielo
infinito per dare l’emozione aniconica di un rasserenante paesaggio.
Caterina Vitellozzi - nella “Cosmic dance” che assorbe, mescola, rivitalizza e restituisce - trasforma in
mosaico l’archetipo e l’inconsueto, il pop e l’antico, gli smalti veneziani e la pietra, il serio e il faceto,
preservando il fascino del bello senza tempo in un’emozione purificata, che è scultura, colore e
memoria.
Massimiliano Reggiani
"Cosmic Dance" has a clear Indian root — Shiva Nataraja, who, within a circle of fire, expresses the
cardinal points, triumphs over illusion and ignorance, while reassuring and offering devotees grace and
shelter. This reflection on the circularity of becoming is transposed by mosaic artist Caterina Vitellozzi into
contemporary art through material, far from traditional iconography. A Roman native with a degree in
Oriental Languages, Caterina embraces contamination with Hinduism without going through ritual,
directly penetrating its philosophical meaning. The “Cosmic Dance” takes shape through coloured
Venetian smalti and glass paste, metal, minerals, and wood enclosed in a precious setting: The Martius
Private Suites Hotel, just a few meters from Palazzo Montecitorio.
Caterina Vitellozzi learned the secrets of ancient mosaic art at the school of Gruppo Mosaicisti Ravenna,
before developing her own, personal aesthetic based on the direct technique — that is, the individual
insertion of the back of each tessera into the cement laying surface. This method allows her to create a
mosaic with varying inclinations and heights, effectively producing a polychrome bas-relief sculpture.
“Every work I create is unique,” explains the artist, “as I want to encompass visions of pure primary
scenes, rich in light, energy and vibrations, that animate our sensibilities and our ability to contemplate,
listen and share emotions.” Her sensitivity to material sets Caterina’s art apart from traditional
mosaic. When the surface develops even minimal protrusions and transitions from smooth to rough, from
opaque to shiny, the object changes with every shift in light. It transforms as the sun moves through the
day, continuously creating new and different visual experiences. “I like to choose, touch, cut and match
different materials,” Caterina says, “from the warmer and more natural ones such as trees, stones, gold
and fragments from Nature to the colder and harsher ones such as glass paste (Venetian smalti), marble,
glass, iron and pieces of concrete.
Critic and journalist Fabio Sindici says of her: “…she is one of the few women working in mosaic. And she
does it in an unusual way — revealing the material instead of hiding it within the design.”
A smart observation that highlights the structural function of chromatic matter. In Caterina Vitellozzi’s art
colour does not fill a form — it defines it: it evokes and emphasizes — through its own nature – the deep
meaning of her work. The “Cosmic Dance” exhibition enjoys an additional value: the setting, where
Renaissance heritage and contemporary linearity coexist harmoniously in the rooms of the Martius
Private Suites Hotel. The underlying logic is the same: forms endure over time, lose their original meaning
and renew themselves, becoming more precious like a geological crystallization, like a pearl in the
silence of a shell. Caterina Vitellozzi draws inspiration from many different eras: fossilized ammonites that
seem to transform into Baroque curls in which she develops the symbolic contrast between circle and
line, a gender duality within a single aesthetic body. “Venus” and “Jupiter” thus shift from deities to
concrete models of gender identity. The “Mouth of Truth” becomes red, fleshy lips capable of delivering
any message — from a handwritten note to the purity of a flower. The yellow, red, and blue of modern
printing techniques, introduced by engraver Le Blon in the 18th century, take on alchemical meanings,
transforming into water, light and fire — primordial elements of a grand cosmic explosion. The opus
vermiculatum of classical art undergoes a process of abstraction that leads to simulate organic fibre,
enveloping, uterine — and then explodes into a representation of femininity as a universal principle of
protection and growth, of development safeguarded by a body that offers itself in order to bring forth
a new life. Wood and stone, warmth and coldness, embody nearness and distance, the tangible earth
and the infinite sky, offering the aniconic emotion of a soothing landscape. Caterina Vitellozzi, in a
“Cosmic dance” that absorb, blends and gives back, transforms into mosaic the archetypal and the
unusual, the pop and the ancient, Venetian smalti and different kinds of stones, the serious and the
playful, preserving the timeless charm of beauty in a purified emotion that is sculpture, colour and
memory.
Info: (+39) 348 4161289 - www.caterinavit.com
presenta
CATERINA VITELLOZZI – “COSMIC DANCE”
a cura di MASSIMILIANO REGGIANI
MARTIUS PRIVATE SUITES HOTEL, Via degli Uffici del Vicario 49, Roma
22 Ottobre – 30 Novembre 2025
Vernissage: Mercoledì 22 Ottobre ore 18:30
Caterina Vitellozzi trasforma in mosaico l'archetipo e l'inconsueto, il pop e l'antico,
la pasta vitrea e la pietra, preservando il fascino del bello in un'emozione purificata,
che è al contempo scultura, colore e memoria.
Cosmic dance” ha una chiara radice indiana, lo Shiva Nataraja che in un cerchio di fuoco esprime i
punti cardinali, vince sull’illusione e l’ignoranza mentre rassicura i devoti e concede loro grazia e rifugio.
Questa riflessione sulla circolarità del divenire è trasposta dall’artista del mosaico Caterina Vitellozzi,
attraverso la materia e lontana dall’iconografia tradizionale, nel linguaggio dell’arte contemporanea.
Romana e laureata in Lingue orientali, Caterina si abbandona alla contaminazione con l’induismo
senza passare attraverso il rito, penetrandone in modo diretto il significato filosofico. La “Cosmic dance”
prende forma di smalti colorati e pasta vitrea, di metallo, minerali e legno racchiusi in un prezioso
scrigno: il Martius Private Suites Hotel, a pochi metri da Palazzo Montecitorio.
Caterina Vitellozzi apprende i segreti del mosaico antico alla scuola del Gruppo Mosaicisti di Ravenna
per poi sviluppare una propria, personale estetica basata sulla tecnica diretta, cioè il singolo
inserimento del retro di ogni tessera nella superficie di posa cementizia. Questo metodo di esecuzione
le permette di ottenere un prospetto del mosaico con inclinazioni e altezze differenti, di creare cioè
una scultura policroma a bassissimo rilievo. “Ogni mia composizione è unica - spiega l’artista - e in essa
cerco di ‘racchiudere’ quella purezza primordiale, fatta di luce, energia e vibrazioni, in grado di
animare la nostra sensibilità e accendere la nostra abilità di contemplare, ascoltare e condividere
emozioni”.
La sensibilità per la materia stacca l’arte di Caterina dal mosaico tradizionale. Quando la superficie
procede per sbalzi, seppur minimi, e si modula da liscia a ruvida, da opaca a lucente, l’oggetto muta
ad ogni variazione di luce, si trasforma durante lo scorrere delle ore solari e crea in continuazione nuove
e diverse esperienze visive. “Mi piace scegliere, toccare, tagliare e combinare materiali diversi”
racconta Caterina. “Spazio da quelli più caldi quali legno, pietre, ori e frammenti di natura a quelli
apparentemente più freddi e aspri: la pasta vitrea (gli smalti veneziani), i marmi, il vetro, il ferro e i pezzi
di cemento”.
Fabio Sindici, critico e giornalista, dice di lei che “… è una delle poche donne a lavorare il mosaico. E
lo fa in maniera insolita. Rendendo visibile la materia, anziché nasconderla nel disegno”.
Un’osservazione acuta che evidenzia la funzione strutturale della materia cromatica. Nell’arte di
Caterina Vitellozzi il colore non riempie una forma ma la determina: evoca e accentua - con la propria
natura - il significato dell’opera stessa. L’allestimento di “Cosmic dance” gode inoltre di un ulteriore
pregio: l’ambiente, in cui passato rinascimentale e linearità contemporanea convivono armoniose
nelle sale del Martius Private Suite Hotel. La logica è la medesima: le forme permangono nel tempo,
perdono il significato originario, si rinnovano impreziosendosi come una cristallizzazione geologica,
come una perla nel silenzio delle valve.
Caterina Vitellozzi coglie suggestioni dalle più diverse epoche: le ammoniti fossili che sembrano mutarsi
in brachette barocche in cui sviluppare il contrasto simbolico tra cerchio e retta, dualità di genere
dentro un medesimo corpo estetico. “Venus” e “Jupiter” passano così dalla deità a modelli concreti
dell’identità di genere. La “Bocca della verità” si sublima in rosse labbra carnose capaci di porgere
qualsiasi messaggio, dall’appunto scritto alla purezza di un fiore. Il giallo, il rosso e il blu delle moderne
tecniche di stampa, introdotte dall’incisore Le Blon nel Settecento, si vestono di significati alchemici
trasformandosi in acqua, luce e fuoco, elementi primigeni di una grandiosa esplosione cosmica. L’opus
vermiculatum della classicità subisce un processo di astrazione che lo porta a simulare la fibra organica,
avvolgente, uterina per poi esplodere in una rappresentazione della femminilità come principio
universale di protezione e crescita, di sviluppo custodito da un corpo che dona sé stesso per generare.
Legno e pietra, tepore e freddezza, incarnano la vicinanza e la lontananza, la terra concreta e il cielo
infinito per dare l’emozione aniconica di un rasserenante paesaggio.
Caterina Vitellozzi - nella “Cosmic dance” che assorbe, mescola, rivitalizza e restituisce - trasforma in
mosaico l’archetipo e l’inconsueto, il pop e l’antico, gli smalti veneziani e la pietra, il serio e il faceto,
preservando il fascino del bello senza tempo in un’emozione purificata, che è scultura, colore e
memoria.
Massimiliano Reggiani
"Cosmic Dance" has a clear Indian root — Shiva Nataraja, who, within a circle of fire, expresses the
cardinal points, triumphs over illusion and ignorance, while reassuring and offering devotees grace and
shelter. This reflection on the circularity of becoming is transposed by mosaic artist Caterina Vitellozzi into
contemporary art through material, far from traditional iconography. A Roman native with a degree in
Oriental Languages, Caterina embraces contamination with Hinduism without going through ritual,
directly penetrating its philosophical meaning. The “Cosmic Dance” takes shape through coloured
Venetian smalti and glass paste, metal, minerals, and wood enclosed in a precious setting: The Martius
Private Suites Hotel, just a few meters from Palazzo Montecitorio.
Caterina Vitellozzi learned the secrets of ancient mosaic art at the school of Gruppo Mosaicisti Ravenna,
before developing her own, personal aesthetic based on the direct technique — that is, the individual
insertion of the back of each tessera into the cement laying surface. This method allows her to create a
mosaic with varying inclinations and heights, effectively producing a polychrome bas-relief sculpture.
“Every work I create is unique,” explains the artist, “as I want to encompass visions of pure primary
scenes, rich in light, energy and vibrations, that animate our sensibilities and our ability to contemplate,
listen and share emotions.” Her sensitivity to material sets Caterina’s art apart from traditional
mosaic. When the surface develops even minimal protrusions and transitions from smooth to rough, from
opaque to shiny, the object changes with every shift in light. It transforms as the sun moves through the
day, continuously creating new and different visual experiences. “I like to choose, touch, cut and match
different materials,” Caterina says, “from the warmer and more natural ones such as trees, stones, gold
and fragments from Nature to the colder and harsher ones such as glass paste (Venetian smalti), marble,
glass, iron and pieces of concrete.
Critic and journalist Fabio Sindici says of her: “…she is one of the few women working in mosaic. And she
does it in an unusual way — revealing the material instead of hiding it within the design.”
A smart observation that highlights the structural function of chromatic matter. In Caterina Vitellozzi’s art
colour does not fill a form — it defines it: it evokes and emphasizes — through its own nature – the deep
meaning of her work. The “Cosmic Dance” exhibition enjoys an additional value: the setting, where
Renaissance heritage and contemporary linearity coexist harmoniously in the rooms of the Martius
Private Suites Hotel. The underlying logic is the same: forms endure over time, lose their original meaning
and renew themselves, becoming more precious like a geological crystallization, like a pearl in the
silence of a shell. Caterina Vitellozzi draws inspiration from many different eras: fossilized ammonites that
seem to transform into Baroque curls in which she develops the symbolic contrast between circle and
line, a gender duality within a single aesthetic body. “Venus” and “Jupiter” thus shift from deities to
concrete models of gender identity. The “Mouth of Truth” becomes red, fleshy lips capable of delivering
any message — from a handwritten note to the purity of a flower. The yellow, red, and blue of modern
printing techniques, introduced by engraver Le Blon in the 18th century, take on alchemical meanings,
transforming into water, light and fire — primordial elements of a grand cosmic explosion. The opus
vermiculatum of classical art undergoes a process of abstraction that leads to simulate organic fibre,
enveloping, uterine — and then explodes into a representation of femininity as a universal principle of
protection and growth, of development safeguarded by a body that offers itself in order to bring forth
a new life. Wood and stone, warmth and coldness, embody nearness and distance, the tangible earth
and the infinite sky, offering the aniconic emotion of a soothing landscape. Caterina Vitellozzi, in a
“Cosmic dance” that absorb, blends and gives back, transforms into mosaic the archetypal and the
unusual, the pop and the ancient, Venetian smalti and different kinds of stones, the serious and the
playful, preserving the timeless charm of beauty in a purified emotion that is sculpture, colour and
memory.
Info: (+39) 348 4161289 - www.caterinavit.com
22
ottobre 2025
Caterina Vitelozzi – Cosmic Dance
Dal 22 al 30 ottobre 2025
arte contemporanea
Evento online
Link di partecipazione
Orario di apertura
18:30
Vernissage
22 Ottobre 2025, 18:30
Sito web
Ufficio stampa
Massimiliano Reggiani
Autore
Curatore
Autore testo critico







