Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Claudia Maina
personale della giovane artista novarese
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 2 febbraio 2006, presso gli spazi di corso Cavallotti 11, Nac propone una
personale della giovane artista novarese Claudia Maina, proseguendo una
linea di valorizzazione e visibilità offerta alle personalità creative
emergenti nel territorio, che annovera dal 2003 le presenze di Federico
Ambiel, Barbara Fragola Degli Esposti, Alessandro Roma, Marco Currò e
Roberto Palermo.
La giovane artista, invitata a interpretare i nostri spazi, ha organizzato
un percorso di lettura ambientale articolato in stanze successive che
conduce lo spettatore all’interno del suo originale e complesso sistema di
ricerca visuale, luogo di elaborazione mentale e formale che slitta
continuamente tra i permeabili confini linguistici della scultura,
dell’installazione, del progetto grafico, del video.
Non a caso l’artista si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Milano con
una tesi dal titolo “Musica scultura del tempo, Scultura come musica dello
spazio” con il docente di Storia della Musica Roberto Favaro, in cui già
sviluppava l’analisi dei sottili rapporti che intercorrono tra linguaggi
espressivi differenziati, e che divengono oggetto della sua raffinata
indagine, intrecciata sempre con tematiche ispiratrici di riflessioni sulla
dimensione di uno spazio esistenziale, a volte colto problematicamente in
sequenze-limite di compressioni anche soffocanti, se non di piccole
ossessioni private che si proiettano nei lavori “Siamo come le cimici”,
“Portacimice”, “Invasione”, con bicchieri di vetro su tavoli e sedie in
formica verde. Appaiono strane architetture cristallizzate, “città che
salgono”, non in dinamiche futuriste, ma in un accumulo di cellule simili a
strutture microabitative, congelanti cinicamente al loro interno
omini-cimici, metafore dell’impossibilità di un tessuto di relazioni umane o
di una afasia comunicativa di fredda sospensione atemporale. Le
contraddizioni di questi estesi contesti sociali sono esplicitamente
connesse dall’artista ad ansie di natura più intima, dettate dall'ambigua
relazione con il ristretto mondo domestico, in uno spazio del quotidiano in
cui l’orizzonte/limite è rappresentato dal tavolo della vecchia cucina che
diventa luogo di reazione poetica, di evocatività infantile, ludica e
nostalgica nel segnare il passaggio in un altro luogo “mentale”, dove
accadono processi di dislocazione e frammentazione di un corpo/identità
sezionato e dissociato, ma che non rinuncia alla ricerca di un’unità
ricompositiva nella dinamica rituale del gioco, come nella sua replica su
diversa scala del vecchio "gioco del Quindici". Qui Miss Maina decostruisce
e moltiplica la sua immagine non più in un tempo-spazio intimo e
circoscritto, ma in un atto di condivisione sociale, concedendosi alla
manipolazione dello spettatore nel magico e perpetuo gioco di rigenerazione
delle immagini, come nella sua più recente opera video “MMM Miss Maina
Magic”, dove l’artista si sdoppia in valletta e mago, segata e scollata in
un gioco di prestigio, in attesa che il pubblico le rimetta la testa a
posto. Solo allora lo spettatore avvertirà, forse, la possibilità/necessità
di libero accesso e uscita dallo spazio sospeso dell’arte e del gioco, dal
corpo dell’artista e dalla sua scatola magica.
Claudio Beccaria
personale della giovane artista novarese Claudia Maina, proseguendo una
linea di valorizzazione e visibilità offerta alle personalità creative
emergenti nel territorio, che annovera dal 2003 le presenze di Federico
Ambiel, Barbara Fragola Degli Esposti, Alessandro Roma, Marco Currò e
Roberto Palermo.
La giovane artista, invitata a interpretare i nostri spazi, ha organizzato
un percorso di lettura ambientale articolato in stanze successive che
conduce lo spettatore all’interno del suo originale e complesso sistema di
ricerca visuale, luogo di elaborazione mentale e formale che slitta
continuamente tra i permeabili confini linguistici della scultura,
dell’installazione, del progetto grafico, del video.
Non a caso l’artista si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Milano con
una tesi dal titolo “Musica scultura del tempo, Scultura come musica dello
spazio” con il docente di Storia della Musica Roberto Favaro, in cui già
sviluppava l’analisi dei sottili rapporti che intercorrono tra linguaggi
espressivi differenziati, e che divengono oggetto della sua raffinata
indagine, intrecciata sempre con tematiche ispiratrici di riflessioni sulla
dimensione di uno spazio esistenziale, a volte colto problematicamente in
sequenze-limite di compressioni anche soffocanti, se non di piccole
ossessioni private che si proiettano nei lavori “Siamo come le cimici”,
“Portacimice”, “Invasione”, con bicchieri di vetro su tavoli e sedie in
formica verde. Appaiono strane architetture cristallizzate, “città che
salgono”, non in dinamiche futuriste, ma in un accumulo di cellule simili a
strutture microabitative, congelanti cinicamente al loro interno
omini-cimici, metafore dell’impossibilità di un tessuto di relazioni umane o
di una afasia comunicativa di fredda sospensione atemporale. Le
contraddizioni di questi estesi contesti sociali sono esplicitamente
connesse dall’artista ad ansie di natura più intima, dettate dall'ambigua
relazione con il ristretto mondo domestico, in uno spazio del quotidiano in
cui l’orizzonte/limite è rappresentato dal tavolo della vecchia cucina che
diventa luogo di reazione poetica, di evocatività infantile, ludica e
nostalgica nel segnare il passaggio in un altro luogo “mentale”, dove
accadono processi di dislocazione e frammentazione di un corpo/identità
sezionato e dissociato, ma che non rinuncia alla ricerca di un’unità
ricompositiva nella dinamica rituale del gioco, come nella sua replica su
diversa scala del vecchio "gioco del Quindici". Qui Miss Maina decostruisce
e moltiplica la sua immagine non più in un tempo-spazio intimo e
circoscritto, ma in un atto di condivisione sociale, concedendosi alla
manipolazione dello spettatore nel magico e perpetuo gioco di rigenerazione
delle immagini, come nella sua più recente opera video “MMM Miss Maina
Magic”, dove l’artista si sdoppia in valletta e mago, segata e scollata in
un gioco di prestigio, in attesa che il pubblico le rimetta la testa a
posto. Solo allora lo spettatore avvertirà, forse, la possibilità/necessità
di libero accesso e uscita dallo spazio sospeso dell’arte e del gioco, dal
corpo dell’artista e dalla sua scatola magica.
Claudio Beccaria
02
febbraio 2006
Claudia Maina
Dal 02 al 24 febbraio 2006
giovane arte
Location
NAC – NOVARA ARTE CULTURA
Novara, Corso Felice Cavallotti, 11, (Novara)
Novara, Corso Felice Cavallotti, 11, (Novara)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì 16-19
Vernissage
2 Febbraio 2006, ore 18
Autore




