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Collezione Morra
L’arte contemporanea incontra gli spazi antichi dell’albergo San Francesco al Monte delineando un percorso inedito e suggestivo, dalla hall al terzo piano, con opere di grandi dimensioni, assemblaggi, sculture, tavole e tele
Comunicato stampa
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L’arte contemporanea incontra gli spazi antichi dell’albergo San Francesco al Monte delineando un percorso inedito e suggestivo, dalla hall al terzo piano, con opere di grandi dimensioni, assemblaggi, sculture, tavole e tele.
Le opere esposte provengono da una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea, la Fondazione Morra di Napoli, e documentano un arco di tempo che va dagli anni Sessanta ai nostri giorni, attraverso alcuni degli autori più significativi.
.
L’esposizione è a carattere permanente e concepita come un work in progress.
Gli artisti esposti sono:
Carlo Alfano Uno dei più grandi maestri partenopei del ‘900.La sua prima attività, negli anni Cinquanta, è contraddistinta dall’uso del segno, attraverso il quale egli relaziona con l'arte internazionale, che era orientata verso un tipo di ricerca informale. Dagli anni Sessanta in poi egli stesso definira` i suoi lavori ‘opere geometriche’ avvicinandosi, dunque, al movimento visivo-cinetico. Durante il passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta la sua ricerca tenderà a svilupparsi introno ad un iconologia strettamente concettuale. Questi sono gli anni in cui nasce l’opera multimediale Archivio delle nominazioni, esposta alla galleria Amelio nel 1972 e contraddistinta dall’utilizzo di varie tecniche e diversi linguaggi di comunicazione visiva. Negli anni Ottanta, Alfano tende alla riflessione autobiografica ed esistenziale che sfocia nell’opera Vocazione di s. Matteo, in cui il santo è colpito dalla lama di nero che divide il Cristo dallo spazio dei giocatori. Questo lavoro nasce dalla scomposizione concettuale del S. Matteo del Caravaggio. L'artista si spegne nel 1990. Tutto il lavoro che l’artista compie in mezzo secolo, è profondamente radicato in una metodica di ricerca sulle ragioni interne della rappresentazione, in cui si assiste all’incontro-scontro tra l’immagine figurata e i grandi temi filosofici e letterari del’900.
L’opera esposta: Senza titolo anni ’80 cm 206 x 130
Maurizio Elettrico Ha prodotto alcuni video artistici come Il mito della caverna, Maramao, Se telefonando, che hanno partecipato a importanti rassegne come Spedisci un video di Vera Vita Gioia, Sequenze Labili di Maya Pacifico, Corto Circuito di Franz Cerami. Alcuni di questi video sono stati inseriti in programmi RAI e sono apparsi su riviste internazionali (come Maramao su ‘Art Forum’).
Come artista ha avuto un buon riscontro nazionale e all’estero, alcune delle sue opere sono in una delle più prestigiose fondazioni di arte contemporanea di Europa, la S. M. A. K. a Gand (Belgio). E’ stato presente alla Certosa di Padula, per l’ultima fase della rassegna triennale “Le opere e i giorni”, curata da Achille Bonito Oliva, nella cella numero 9 ed ha realizzato un’interessante installazione oggettuale, nonché multimediale, legata all’immaginario culto di Lily Moore, fantomatico operatore vissuto in un lontano futuro. L’icona del sacerdote-artista appariva al fruitore alla fine del corridoio della cella ricca di presenze allusive: gemme, cristalli iridescenti, sale himalayano, decori orientali ed altre suggestioni. Il libro THE NEW EMPIRE”edito dalle Edizioni Morra è da leggere, perché ci porta su fantastici scenari e fantasmatici confini. Espanse visioni cosmiche radicalizzano attenzioni su mondi futuri potenziali. Il tutto è giocato con classe si comprende che Maurizio Elettrico sa ben attraversare la cultura “alta” e proporre anche su aspetti antropologici virtuali elaborate riflessioni, acuminate dalla fantasia.
L’opera esposta: da The New Empire 2005 “ Allegoria della Nuova Chiesa Universale” Cm 262 x 223
Robert Rauschenberg è nato a Port Arthur, Texas, nel 1925.
Ha studiato alla Académie Julian di Parigi e al Black Mountain College, North Carolina, dove ha lavorato come allievo del pittore Josef Albers e a stretto contatto con il compositore John Cage
Ha conquistato per la prima volta l'attenzione del pubblico nel 1955 con i suoi dipinti combine, compilazione di materiali diversi, oggetti, fotografie e ritagli di giornale. Nel 1964 è il primo americano a vincere il Gran Premio alla Biennale di Venezia, il massimo riconoscimento mondiale a cui un artista possa aspirare.
Con una carriera che partendo dall'Abstract Expressionism passa attraverso la Pop Art, giunge a forme del Concettualismo, è senza dubbio una delle figure più importanti dell'arte contemporanea.
Il suo impegno a favore di cause umanitarie e ambientaliste testimonia la volontà di lasciare un segno nella concretezza del mondo, il segno di un'artista che crede nella vita e nella globalità delle sue espressioni.
L’opera esposta: “Albino Spring Glut” (Neapolitan) 1987 cm 202 x 176 x 39
Gianni Pisani Fra i protagonisti della stagione artistica napoletana del secondo dopoguerra, Gianni Pisani esordisce, dopo gli studi all’Accademia partenopea, nel 1953. La sua pittura in questi anni è fortemente suggestionata dalle sperimentazioni materiche innestate su riferimenti alla cultura surrealista e a un certo tipo di figurazione onirica rintracciabile ad esempio nel lavoro di Pau1 Klee. Successivamente, dalla metà degli anni Sessanta, la sua opera, in sintonia con gli sviluppi artistici internazionali, si sviluppa in senso oggettuale, assumendo oggetti reali che acquistano all’interno dell’opera nuovi significati simbolici.
L’opera esposta: La stella, la Testa e le scarpe 1989 olio cm 130 x 130
Vettor Pisani Figura tra le più originali della scena artistica internazionale degli ultimi decenni, celebre per le sue performances e per le sue installazioni pervase da un forte carattere misterico e da uno spiccato senso della teatralità, capace di volgere lo sguardo verso orizzonti che riflettono la complessità contemporanea per le modalità operative, per la flessibilità multimediale e per la libertà d’azione che sa mettere in campo nel suo operare artistico.
Nasce a Ischia il 7.12.1934. Vive e lavora a Roma. Artista, architetto e drammaturgo, come ama autodefinirsi, Vettor Pisani nel maggio 1970 si trasferisce definitivamente a Roma, città con la quale intrattiene un rapporto intenso. Artisti come Duchamp, Klein, Beuys, diventano i suoi interlocutori virtuali…….
L’opera esposta: “ Hermes” cilindro cm 190 x ø 40 2004 ferro smaltato
Luca Maria Patella è stato uno dei precursori dell'introduzione dei Media nelle Arti (fotografia, film, video, ambienti multimediali interattivi). Non ha "usato" la fotografia, ma la ha assunta e praticata, strutturalmente e in prima persona. Ha anche ideato tecniche e sistemi proiettivi inediti (ad esempio, la "proiezione sferica, non anamorfica") e tenuto corsi di fotocinematografia e grafica sperimentali.
Il complesso di grandi Opere fotografiche (170 x 130 cm.) si riferisce al mitico Paese di “Montefolle / Madmountain” (…in realtà la casa-studio alchemica dell’artista, in Toscana): opere realizzate, per lo più, con le tecniche della “archeologia fotografica”, che le carica di valori pittorici e onirici. Sono eseguite con apparecchi messi a punto dall’artista, e si può dire: “senza macchina fotografica, senza pellicola a colori, e senza ritocchi manuali. Come, allora: per… magia?”. Solo più recentemente vi sono esempi di interventi digitali: …la costruzione di una “Maison de Plaisir (Cosmique)”, da C. N. Ledoux. Complessivamente le opere coprono un arco di tempo che va dal 1970 al 2003.
Le due opere esposte:
“patella iridata, dal Lacus Solis” 1970 cm. 170x130
“ Rubedo a Montefolle” 1970 cm 170 x 130
Hermann Nitsch La pittura di Hermann Nitsch proviene direttamente dagli eventi azionistici ed è essa stessa azione. Il colore viene versato e cosparso con le mani, diventando esso stesso un evento, la cui forza elementare può rappresentare il processo della creazione. L'artista avanza sempre più in questo atto della creazione del quadro, che è sempre anche simbolico, nel processo della trasformazione del colore in pittura pervenendo fino ai confini delle proprie forze fisiche e psichiche. L'esito è singolare, eppure parte di una grande serie di quadri, questi, a loro volta, parte di una molteplicità dell'evento azionistico e ciò nella totalità dell'opera artistica di Hermann Nitsch è raffigurazione del contesto interpretativo del mondo e del cosmo. La pittura di Hermann Nitsch si avvale di principi formativi elementari dell'utilizzo del colore ed è, anche sotto questo aspetto, giustificata a livello concettuale. Il processo pittorico non mira direttamente e in primo luogo al risultato, bensì è azione pittorica e meditazione. Non è solo l'artista ad essere attivo, ma il quadro stesso si trasforma nel corso della sua realizzazione. Il sangue ed il colore vengono sì versati sulla tela, ma il liquido si apre da sé la via, cola, si ramifica in sottili rigagnoli, ristagna, si prosciuga.
L’opera esposta: Pittura anni ’80 cm 200 x 300 pittura e sangue su tela
Al Hansen New York City in 1927.
dai famosi collages con carte di cioccolato Harshey dei primi anni ‘60, alle celebri veneri Venus composte con i materiali più differenti – cicche di sigarette, cartoni, corde, pellicole, lattine, oggetti vari (tutto ciò che rimaneva dalle performance) – ideate a partire dagli anni ’70 fino alla sua precoce scomparsa nel 1995, alle ultime icone in stile fumettistico, dedicate ai grandi amici delle avanguardie di quegli anni. Completano l’esposizione materiali fotografici d’archivio e una serie di registrazioni video di performance dell’autore.
L’opera esposta: “Nam June Paik” 1991 cm 200 x 200 tecnica mista su tela
Le opere esposte provengono da una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea, la Fondazione Morra di Napoli, e documentano un arco di tempo che va dagli anni Sessanta ai nostri giorni, attraverso alcuni degli autori più significativi.
L’esposizione è a carattere permanente e concepita come un work in progress.
Gli artisti esposti sono:
Carlo Alfano Uno dei più grandi maestri partenopei del ‘900.La sua prima attività, negli anni Cinquanta, è contraddistinta dall’uso del segno, attraverso il quale egli relaziona con l'arte internazionale, che era orientata verso un tipo di ricerca informale. Dagli anni Sessanta in poi egli stesso definira` i suoi lavori ‘opere geometriche’ avvicinandosi, dunque, al movimento visivo-cinetico. Durante il passaggio tra gli anni Sessanta e Settanta la sua ricerca tenderà a svilupparsi introno ad un iconologia strettamente concettuale. Questi sono gli anni in cui nasce l’opera multimediale Archivio delle nominazioni, esposta alla galleria Amelio nel 1972 e contraddistinta dall’utilizzo di varie tecniche e diversi linguaggi di comunicazione visiva. Negli anni Ottanta, Alfano tende alla riflessione autobiografica ed esistenziale che sfocia nell’opera Vocazione di s. Matteo, in cui il santo è colpito dalla lama di nero che divide il Cristo dallo spazio dei giocatori. Questo lavoro nasce dalla scomposizione concettuale del S. Matteo del Caravaggio. L'artista si spegne nel 1990. Tutto il lavoro che l’artista compie in mezzo secolo, è profondamente radicato in una metodica di ricerca sulle ragioni interne della rappresentazione, in cui si assiste all’incontro-scontro tra l’immagine figurata e i grandi temi filosofici e letterari del’900.
L’opera esposta: Senza titolo anni ’80 cm 206 x 130
Maurizio Elettrico Ha prodotto alcuni video artistici come Il mito della caverna, Maramao, Se telefonando, che hanno partecipato a importanti rassegne come Spedisci un video di Vera Vita Gioia, Sequenze Labili di Maya Pacifico, Corto Circuito di Franz Cerami. Alcuni di questi video sono stati inseriti in programmi RAI e sono apparsi su riviste internazionali (come Maramao su ‘Art Forum’).
Come artista ha avuto un buon riscontro nazionale e all’estero, alcune delle sue opere sono in una delle più prestigiose fondazioni di arte contemporanea di Europa, la S. M. A. K. a Gand (Belgio). E’ stato presente alla Certosa di Padula, per l’ultima fase della rassegna triennale “Le opere e i giorni”, curata da Achille Bonito Oliva, nella cella numero 9 ed ha realizzato un’interessante installazione oggettuale, nonché multimediale, legata all’immaginario culto di Lily Moore, fantomatico operatore vissuto in un lontano futuro. L’icona del sacerdote-artista appariva al fruitore alla fine del corridoio della cella ricca di presenze allusive: gemme, cristalli iridescenti, sale himalayano, decori orientali ed altre suggestioni. Il libro THE NEW EMPIRE”edito dalle Edizioni Morra è da leggere, perché ci porta su fantastici scenari e fantasmatici confini. Espanse visioni cosmiche radicalizzano attenzioni su mondi futuri potenziali. Il tutto è giocato con classe si comprende che Maurizio Elettrico sa ben attraversare la cultura “alta” e proporre anche su aspetti antropologici virtuali elaborate riflessioni, acuminate dalla fantasia.
L’opera esposta: da The New Empire 2005 “ Allegoria della Nuova Chiesa Universale” Cm 262 x 223
Robert Rauschenberg è nato a Port Arthur, Texas, nel 1925.
Ha studiato alla Académie Julian di Parigi e al Black Mountain College, North Carolina, dove ha lavorato come allievo del pittore Josef Albers e a stretto contatto con il compositore John Cage
Ha conquistato per la prima volta l'attenzione del pubblico nel 1955 con i suoi dipinti combine, compilazione di materiali diversi, oggetti, fotografie e ritagli di giornale. Nel 1964 è il primo americano a vincere il Gran Premio alla Biennale di Venezia, il massimo riconoscimento mondiale a cui un artista possa aspirare.
Con una carriera che partendo dall'Abstract Expressionism passa attraverso la Pop Art, giunge a forme del Concettualismo, è senza dubbio una delle figure più importanti dell'arte contemporanea.
Il suo impegno a favore di cause umanitarie e ambientaliste testimonia la volontà di lasciare un segno nella concretezza del mondo, il segno di un'artista che crede nella vita e nella globalità delle sue espressioni.
L’opera esposta: “Albino Spring Glut” (Neapolitan) 1987 cm 202 x 176 x 39
Gianni Pisani Fra i protagonisti della stagione artistica napoletana del secondo dopoguerra, Gianni Pisani esordisce, dopo gli studi all’Accademia partenopea, nel 1953. La sua pittura in questi anni è fortemente suggestionata dalle sperimentazioni materiche innestate su riferimenti alla cultura surrealista e a un certo tipo di figurazione onirica rintracciabile ad esempio nel lavoro di Pau1 Klee. Successivamente, dalla metà degli anni Sessanta, la sua opera, in sintonia con gli sviluppi artistici internazionali, si sviluppa in senso oggettuale, assumendo oggetti reali che acquistano all’interno dell’opera nuovi significati simbolici.
L’opera esposta: La stella, la Testa e le scarpe 1989 olio cm 130 x 130
Vettor Pisani Figura tra le più originali della scena artistica internazionale degli ultimi decenni, celebre per le sue performances e per le sue installazioni pervase da un forte carattere misterico e da uno spiccato senso della teatralità, capace di volgere lo sguardo verso orizzonti che riflettono la complessità contemporanea per le modalità operative, per la flessibilità multimediale e per la libertà d’azione che sa mettere in campo nel suo operare artistico.
Nasce a Ischia il 7.12.1934. Vive e lavora a Roma. Artista, architetto e drammaturgo, come ama autodefinirsi, Vettor Pisani nel maggio 1970 si trasferisce definitivamente a Roma, città con la quale intrattiene un rapporto intenso. Artisti come Duchamp, Klein, Beuys, diventano i suoi interlocutori virtuali…….
L’opera esposta: “ Hermes” cilindro cm 190 x ø 40 2004 ferro smaltato
Luca Maria Patella è stato uno dei precursori dell'introduzione dei Media nelle Arti (fotografia, film, video, ambienti multimediali interattivi). Non ha "usato" la fotografia, ma la ha assunta e praticata, strutturalmente e in prima persona. Ha anche ideato tecniche e sistemi proiettivi inediti (ad esempio, la "proiezione sferica, non anamorfica") e tenuto corsi di fotocinematografia e grafica sperimentali.
Il complesso di grandi Opere fotografiche (170 x 130 cm.) si riferisce al mitico Paese di “Montefolle / Madmountain” (…in realtà la casa-studio alchemica dell’artista, in Toscana): opere realizzate, per lo più, con le tecniche della “archeologia fotografica”, che le carica di valori pittorici e onirici. Sono eseguite con apparecchi messi a punto dall’artista, e si può dire: “senza macchina fotografica, senza pellicola a colori, e senza ritocchi manuali. Come, allora: per… magia?”. Solo più recentemente vi sono esempi di interventi digitali: …la costruzione di una “Maison de Plaisir (Cosmique)”, da C. N. Ledoux. Complessivamente le opere coprono un arco di tempo che va dal 1970 al 2003.
Le due opere esposte:
“patella iridata, dal Lacus Solis” 1970 cm. 170x130
“ Rubedo a Montefolle” 1970 cm 170 x 130
Hermann Nitsch La pittura di Hermann Nitsch proviene direttamente dagli eventi azionistici ed è essa stessa azione. Il colore viene versato e cosparso con le mani, diventando esso stesso un evento, la cui forza elementare può rappresentare il processo della creazione. L'artista avanza sempre più in questo atto della creazione del quadro, che è sempre anche simbolico, nel processo della trasformazione del colore in pittura pervenendo fino ai confini delle proprie forze fisiche e psichiche. L'esito è singolare, eppure parte di una grande serie di quadri, questi, a loro volta, parte di una molteplicità dell'evento azionistico e ciò nella totalità dell'opera artistica di Hermann Nitsch è raffigurazione del contesto interpretativo del mondo e del cosmo. La pittura di Hermann Nitsch si avvale di principi formativi elementari dell'utilizzo del colore ed è, anche sotto questo aspetto, giustificata a livello concettuale. Il processo pittorico non mira direttamente e in primo luogo al risultato, bensì è azione pittorica e meditazione. Non è solo l'artista ad essere attivo, ma il quadro stesso si trasforma nel corso della sua realizzazione. Il sangue ed il colore vengono sì versati sulla tela, ma il liquido si apre da sé la via, cola, si ramifica in sottili rigagnoli, ristagna, si prosciuga.
L’opera esposta: Pittura anni ’80 cm 200 x 300 pittura e sangue su tela
Al Hansen New York City in 1927.
dai famosi collages con carte di cioccolato Harshey dei primi anni ‘60, alle celebri veneri Venus composte con i materiali più differenti – cicche di sigarette, cartoni, corde, pellicole, lattine, oggetti vari (tutto ciò che rimaneva dalle performance) – ideate a partire dagli anni ’70 fino alla sua precoce scomparsa nel 1995, alle ultime icone in stile fumettistico, dedicate ai grandi amici delle avanguardie di quegli anni. Completano l’esposizione materiali fotografici d’archivio e una serie di registrazioni video di performance dell’autore.
L’opera esposta: “Nam June Paik” 1991 cm 200 x 200 tecnica mista su tela
12
aprile 2005
Collezione Morra
Dal 12 aprile al 12 maggio 2005
arte contemporanea
Location
HOTEL SAN FRANCESCO AL MONTE CONVENTO
Napoli, Corso Vittorio Emanuele, 328, (Napoli)
Napoli, Corso Vittorio Emanuele, 328, (Napoli)
Vernissage
12 Aprile 2005, ore 19
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