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Cristina Ariagno – Oltre l’attesa
Dopo il successo della mostra tenutasi lo scorso gennaio presso la Facoltà di Storia dell’Arte di Innsbruck, Cristina Ariagno affronta il pubblico italiano con una personale nel prestigioso Palazzo del Senato di Milano, sede dell’Archivio e della Biblioteca di Stato
Comunicato stampa
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Dopo il successo della mostra tenutasi lo scorso gennaio presso la Facoltà di Storia dell’Arte di Innsbruck, Cristina Ariagno affronta il pubblico italiano con una personale nel prestigioso Palazzo del Senato di Milano, sede dell'Archivio e della Biblioteca di Stato.
La mostra, organizzata in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, si intitola “Oltre l’attesa” e riprende i temi cari all’Ariagno, “per la quale - dice la curatrice Giovanna Barbero – non esiste la meta definita e definitiva, mentre oltre l’orizzonte c’è sempre un altrove misterico, magico, sconosciuto, dove inoltrarsi con rinnovati viaggi nel profondo…”.
L’artista si afferma in campo concertistico come pianista dagli anni Ottanta con grande successo. Studiosa e ricercatrice (è stata anche docente in Conservatorio) del movimento artistico-culturale dell’art nouveau francese, si dedica all’esecuzione e alla divulgazione dei compositori d’oltralpe attivi tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del novecento, rivalutando autori a volte ingiustamente dimenticati.
Ma la passione per il disegno e la pittura, presente fin dall’infanzia, si affaccia sempre più prepotente, portandola ad esporre le sue opere dapprima semplicemente accanto al pianoforte e poi sempre più autonomamente, fino alle mostre di questi ultimi anni.
L’interesse per l’informale del primo periodo lascia mano a mano il campo ad una ricerca più concettuale, che parte dall’insoddisfazione per una tela in cui il colore, da solo, non le diceva più nulla. Taglia allora il supporto per vedere cosa nasconde, ma trova solo il buio e la tristezza dello squarcio. Cerca allora di ricucire la ferita e si accorge che il taglio ha dato vita alla sagoma di un’ala di farfalla, che diventa pretesto e simbolo per una riflessione sull’uomo e sul suo destino. All’ala della farfalla la Ariagno assegna allora l’idea dell’eleganza, della bellezza e nello stesso tempo della fragilità, della brevità, dell’effimero: tratti caratteristici anche della vita umana. Continuando a cercare l’apertura su un altro mondo, ad un certo punto unisce i margini strappati con un filo di titanio solidarizzato. La lacerazione diventa così il mezzo con il quale l’artista curiosa si affaccia al di là del conosciuto, ne scopre i contorni e le infinite possibilità e ricuce i lembi con un materiale praticamente eterno, a testimonianza che il passaggio dell’uomo sulla terra può offrire momenti unici.
Le opere della Ariagno promanano, dunque, una grande positività, come risulta evidente nella grande installazione “Resurrezione” dove una sedia vuota davanti a quattro grandi tele (tre appese su un pannello nero e la quarta appoggiata per terra), incita lo spettatore a fermarsi e a riflettere sulla vita, che per quanto breve come il battito di un’ala di farfalla, è comunque meravigliosa e degna di essere vissuta con intensità. Per questo anche la tecnica pittorica che la Ariagno usa è forte e decisa: il colore è materia e spesso la materia si perde nello strappo. L’opera viene inoltre completata nella sede milanese da un sottofondo musicale, composto ed eseguito dall’artista stessa.
L’esperienza musicale e quella figurativa sono per l’artista, infatti, due mondi che si compenetrano a vicenda e così come sugli spartiti compaiono figure, disegni e annotazioni “artistiche”, spesso la pittrice dipinge mettendo la tela in orizzontale, come se fosse una tastiera e al posto del pennello usa le dita.
La mostra al Palazzo del Senato, che presenta la più recente produzione dell’artista, è dunque una nuova, importante tappa di un percorso che si annuncia ricco di stimoli e di forti motivazioni.
La mostra, organizzata in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, si intitola “Oltre l’attesa” e riprende i temi cari all’Ariagno, “per la quale - dice la curatrice Giovanna Barbero – non esiste la meta definita e definitiva, mentre oltre l’orizzonte c’è sempre un altrove misterico, magico, sconosciuto, dove inoltrarsi con rinnovati viaggi nel profondo…”.
L’artista si afferma in campo concertistico come pianista dagli anni Ottanta con grande successo. Studiosa e ricercatrice (è stata anche docente in Conservatorio) del movimento artistico-culturale dell’art nouveau francese, si dedica all’esecuzione e alla divulgazione dei compositori d’oltralpe attivi tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del novecento, rivalutando autori a volte ingiustamente dimenticati.
Ma la passione per il disegno e la pittura, presente fin dall’infanzia, si affaccia sempre più prepotente, portandola ad esporre le sue opere dapprima semplicemente accanto al pianoforte e poi sempre più autonomamente, fino alle mostre di questi ultimi anni.
L’interesse per l’informale del primo periodo lascia mano a mano il campo ad una ricerca più concettuale, che parte dall’insoddisfazione per una tela in cui il colore, da solo, non le diceva più nulla. Taglia allora il supporto per vedere cosa nasconde, ma trova solo il buio e la tristezza dello squarcio. Cerca allora di ricucire la ferita e si accorge che il taglio ha dato vita alla sagoma di un’ala di farfalla, che diventa pretesto e simbolo per una riflessione sull’uomo e sul suo destino. All’ala della farfalla la Ariagno assegna allora l’idea dell’eleganza, della bellezza e nello stesso tempo della fragilità, della brevità, dell’effimero: tratti caratteristici anche della vita umana. Continuando a cercare l’apertura su un altro mondo, ad un certo punto unisce i margini strappati con un filo di titanio solidarizzato. La lacerazione diventa così il mezzo con il quale l’artista curiosa si affaccia al di là del conosciuto, ne scopre i contorni e le infinite possibilità e ricuce i lembi con un materiale praticamente eterno, a testimonianza che il passaggio dell’uomo sulla terra può offrire momenti unici.
Le opere della Ariagno promanano, dunque, una grande positività, come risulta evidente nella grande installazione “Resurrezione” dove una sedia vuota davanti a quattro grandi tele (tre appese su un pannello nero e la quarta appoggiata per terra), incita lo spettatore a fermarsi e a riflettere sulla vita, che per quanto breve come il battito di un’ala di farfalla, è comunque meravigliosa e degna di essere vissuta con intensità. Per questo anche la tecnica pittorica che la Ariagno usa è forte e decisa: il colore è materia e spesso la materia si perde nello strappo. L’opera viene inoltre completata nella sede milanese da un sottofondo musicale, composto ed eseguito dall’artista stessa.
L’esperienza musicale e quella figurativa sono per l’artista, infatti, due mondi che si compenetrano a vicenda e così come sugli spartiti compaiono figure, disegni e annotazioni “artistiche”, spesso la pittrice dipinge mettendo la tela in orizzontale, come se fosse una tastiera e al posto del pennello usa le dita.
La mostra al Palazzo del Senato, che presenta la più recente produzione dell’artista, è dunque una nuova, importante tappa di un percorso che si annuncia ricco di stimoli e di forti motivazioni.
04
aprile 2006
Cristina Ariagno – Oltre l’attesa
Dal 04 al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL SENATO E ARCHIVIO DI STATO
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Milano, Via Senato, 10, (Milano)
Vernissage
4 Aprile 2006, ore 17,30
Sito web
www.cristina-ariagno.com
Editore
VERSO L'ARTE
Ufficio stampa
MARILINA DI CATALDO
Autore
Curatore