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Da ieri a oggi. Linee del contemporaneo in Ticino
Il Museo d’arte Mendrisio riapre dopo l’emergenza Covid-19 con una mostra estiva dedicata alle proprie collezioni: attraverso un centinaio di opera la mostra intende creare un caleidoscopio di sperimentazioni con l’obiettivo di far dialogare le varie opere, ravvisandone affinità di linguaggio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fin dalla sua nascita il Museo d’arte Mendrisio ha dato ampio spazio all’arte
contemporanea presentando monografiche di artisti di generazioni diverse attivi nel Ticino,
oppure collettive di vasto respiro come Under 49. Le generazioni del dopoguerra a sud del
Ceresio e più recentemente Metamorfosi, o ancora proponendo opere recenti nel quadro
delle ricorrenti presentazioni. Nel corso degli anni il Museo ha quindi costituito all’interno
delle proprie collezioni una ricca sezione del contemporaneo diventando, dopo
quarant’anni di attività, presenza costante per la regione e per i suoi artisti.
I linguaggi e i media dell’arte sono molteplici e mai come oggi il panorama dell’arte si
presenta nei suoi esiti tanto frastagliato, con un’enorme varietà di indirizzi di ricerca, ormai
inaccessibile a un metodo di classificazione per tendenze.
Attraverso un centinaio di opere della collezione si è cercato, nei limiti dati, di creare un
caleidoscopio di sperimentazioni il più gradevole e onnicomprensivo possibile. Quella che
presentiamo oggi è quindi una mostra multicolore, contrassegnata dalla diversità, ma con
l’obiettivo di far comunque dialogare le varie opere, ravvisandone affinità di linguaggio. In
ogni spazio si è dunque tentato di chiudere il cerchio, alla ricerca di un filo conduttore
comune.
Da ieri a oggi significa, in questo caso, che il contemporaneo è inteso come qualcosa che
non si racchiude in una singola generazione, o poco di più, ma si estende nel tempo da
opere risalenti all’inizio degli anni Ottanta fino ai nostri giorni. Si tratta a volte di lavori –
vedi nei casi estremi di Giuseppe Bolzani, Sergio Emery, Edmondo Dobrzanski, Max Huber
– che sono espressione di un momento conclusivo, non l’inizio ma il passo finale di un
percorso. Il contemporaneo è qui inteso quindi come un dialogare tra generazioni che
coprono circa quarant’anni di storia, mutando di colpo da una memoria di atmosfere da
ultimo naturalismo a un’immagine tecnologicamente ultraelaborata. Una scelta motivata,
non un azzardo, se pensiamo che dai primi anni Ottanta, passato il terremoto delle
neoavanguardie, si è assistito a un graduale assestamento e a un ritorno in primo piano di
tecniche antiche accanto a quelle di recente produzione.
Il nocciolo della mostra sta quindi tutto nella storia del Museo d’arte Mendrisio che, dalle
prime biennali dedicate a Paolo Bellini e ad Aldo Ferrario, arriva fino agli spazi dedicati ad
Alan Bogana o a Marta Margnetti. Sono questi in mostra tutti artisti ben noti, che hanno
stretto un legame con il nostro istituto e ai quali va il nostro ringraziamento.
Opere di:
Selim Abdullah, Sibilla Altepost, Paolo Bellini, Franco Beltrametti, Adriana Beretta, Livio
Bernasconi, Anna Bianchi, Alan Bogana, Giuseppe Bolzani, Gianfredo Camesi, Rosanna
Carloni, Daniela Carrara, Marisa Casellini, Edgardo Cattori, Massimo Cavalli, Milo Cleis,
Andrea Crociani, Ilaria Cuccagna, Edmondo Dobrzanski, Tommaso Donati, Marcel
Dupertuis, Matteo Emery, Sergio Emery, Renzo Ferrari, Aldo Ferrario, Luisa Figini, Samuele
Gabai, Andrea Gabutti, Piero Gilardi, Silvano Gilardi, Elia Gobbi, Aglaia Haritz, Hermanus,
Timothy Hofmann, Max Huber, Aoi Huber-Kono, Cesare Lucchini, Marta Margnetti,
Simonetta Martini, Paolo Mazzuchelli (PAM), Eleonora Meier, Luca Mengoni, Gianni
Metalli, Vincenzo Meyer, Gian Paolo Minelli, Flavio Paolucci, Gianni Paris, Gregorio Pedroli,
Adriano Pitschen, Rolando Raggenbass, Tino Repetto, Mariangela Rossi, Alberto Salvioni,
Ruggero Savinio, Paolo Selmoni, Fabrizio Soldini, Ivo Soldini, Bohdan Stehlik, Una
Szeemann, Miki Tallone, Gianmarco Torriani, Francesco Vella, Petra Weiss, Gianmaria
Zanda, Piera Zürcher
La collezione del Museo d’arte Mendrisio online
Ai suoi amici, ai suoi visitatori, agli appassionati d’arte, ai navigatori di Internet, a chi non
vede l’ora di tornare in un museo ad ammirare dipinti e sculture, installazioni e videoarte, il
Museo d’arte Mendrisio ha scelto di pubblicare online (sulla sua pagina Facebook e sul suo
canale Youtube) una selezione di 50 opere dalle proprie collezioni, attraverso una serie di
video appositamente realizzati.
Dal 12 maggio fino al 9 giugno 2020 è possibile gustarsi ogni giorno 2 nuove opere,
spaziando dal Seicento al contemporaneo, scelte dai curatori, filmate da Alessandro
Tomarchio, con musiche selezionate da Lorenzo Malacrida.
contemporanea presentando monografiche di artisti di generazioni diverse attivi nel Ticino,
oppure collettive di vasto respiro come Under 49. Le generazioni del dopoguerra a sud del
Ceresio e più recentemente Metamorfosi, o ancora proponendo opere recenti nel quadro
delle ricorrenti presentazioni. Nel corso degli anni il Museo ha quindi costituito all’interno
delle proprie collezioni una ricca sezione del contemporaneo diventando, dopo
quarant’anni di attività, presenza costante per la regione e per i suoi artisti.
I linguaggi e i media dell’arte sono molteplici e mai come oggi il panorama dell’arte si
presenta nei suoi esiti tanto frastagliato, con un’enorme varietà di indirizzi di ricerca, ormai
inaccessibile a un metodo di classificazione per tendenze.
Attraverso un centinaio di opere della collezione si è cercato, nei limiti dati, di creare un
caleidoscopio di sperimentazioni il più gradevole e onnicomprensivo possibile. Quella che
presentiamo oggi è quindi una mostra multicolore, contrassegnata dalla diversità, ma con
l’obiettivo di far comunque dialogare le varie opere, ravvisandone affinità di linguaggio. In
ogni spazio si è dunque tentato di chiudere il cerchio, alla ricerca di un filo conduttore
comune.
Da ieri a oggi significa, in questo caso, che il contemporaneo è inteso come qualcosa che
non si racchiude in una singola generazione, o poco di più, ma si estende nel tempo da
opere risalenti all’inizio degli anni Ottanta fino ai nostri giorni. Si tratta a volte di lavori –
vedi nei casi estremi di Giuseppe Bolzani, Sergio Emery, Edmondo Dobrzanski, Max Huber
– che sono espressione di un momento conclusivo, non l’inizio ma il passo finale di un
percorso. Il contemporaneo è qui inteso quindi come un dialogare tra generazioni che
coprono circa quarant’anni di storia, mutando di colpo da una memoria di atmosfere da
ultimo naturalismo a un’immagine tecnologicamente ultraelaborata. Una scelta motivata,
non un azzardo, se pensiamo che dai primi anni Ottanta, passato il terremoto delle
neoavanguardie, si è assistito a un graduale assestamento e a un ritorno in primo piano di
tecniche antiche accanto a quelle di recente produzione.
Il nocciolo della mostra sta quindi tutto nella storia del Museo d’arte Mendrisio che, dalle
prime biennali dedicate a Paolo Bellini e ad Aldo Ferrario, arriva fino agli spazi dedicati ad
Alan Bogana o a Marta Margnetti. Sono questi in mostra tutti artisti ben noti, che hanno
stretto un legame con il nostro istituto e ai quali va il nostro ringraziamento.
Opere di:
Selim Abdullah, Sibilla Altepost, Paolo Bellini, Franco Beltrametti, Adriana Beretta, Livio
Bernasconi, Anna Bianchi, Alan Bogana, Giuseppe Bolzani, Gianfredo Camesi, Rosanna
Carloni, Daniela Carrara, Marisa Casellini, Edgardo Cattori, Massimo Cavalli, Milo Cleis,
Andrea Crociani, Ilaria Cuccagna, Edmondo Dobrzanski, Tommaso Donati, Marcel
Dupertuis, Matteo Emery, Sergio Emery, Renzo Ferrari, Aldo Ferrario, Luisa Figini, Samuele
Gabai, Andrea Gabutti, Piero Gilardi, Silvano Gilardi, Elia Gobbi, Aglaia Haritz, Hermanus,
Timothy Hofmann, Max Huber, Aoi Huber-Kono, Cesare Lucchini, Marta Margnetti,
Simonetta Martini, Paolo Mazzuchelli (PAM), Eleonora Meier, Luca Mengoni, Gianni
Metalli, Vincenzo Meyer, Gian Paolo Minelli, Flavio Paolucci, Gianni Paris, Gregorio Pedroli,
Adriano Pitschen, Rolando Raggenbass, Tino Repetto, Mariangela Rossi, Alberto Salvioni,
Ruggero Savinio, Paolo Selmoni, Fabrizio Soldini, Ivo Soldini, Bohdan Stehlik, Una
Szeemann, Miki Tallone, Gianmarco Torriani, Francesco Vella, Petra Weiss, Gianmaria
Zanda, Piera Zürcher
La collezione del Museo d’arte Mendrisio online
Ai suoi amici, ai suoi visitatori, agli appassionati d’arte, ai navigatori di Internet, a chi non
vede l’ora di tornare in un museo ad ammirare dipinti e sculture, installazioni e videoarte, il
Museo d’arte Mendrisio ha scelto di pubblicare online (sulla sua pagina Facebook e sul suo
canale Youtube) una selezione di 50 opere dalle proprie collezioni, attraverso una serie di
video appositamente realizzati.
Dal 12 maggio fino al 9 giugno 2020 è possibile gustarsi ogni giorno 2 nuove opere,
spaziando dal Seicento al contemporaneo, scelte dai curatori, filmate da Alessandro
Tomarchio, con musiche selezionate da Lorenzo Malacrida.
10
giugno 2020
Da ieri a oggi. Linee del contemporaneo in Ticino
Dal 10 giugno al 09 agosto 2020
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE
Mendrisio, Piazzetta dei Serviti, 1, (Mendrisio)
Mendrisio, Piazzetta dei Serviti, 1, (Mendrisio)
Biglietti
Entrata libera nel rispetto delle normative legate
all’emergenza Covid.19
Orario di apertura
mercoledì – domenica
14-18.
Festivi aperto.
Lunedì e martedì chiuso