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Dadamaino e Maria Lai. Trovare l’ignoto
Le due artiste, si intende, sono diversissime e la mostra non vuole affatto proporre chissà quali raffronti o suggerire affinità inesistenti tra le loro opere, Dadamaino e Maria Lai, in particolare, sono diverse per nascita per formazione e, più ancora, per poetica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Galleria Six è lieta di annunciare la mostra DADAMAINO E MARIA LAI. TROVARE L'IGNOTO, con testo in catalogo di Elena Pontiggia, in collaborazione con Archivio Dadamaino e Archivio Maria Lai.
Dedichiamo questa mostra ad Annalisa Guidetti. Si ringrazia Walter Baldi.
Come la stessa Elena Pontiggia scrive:
Alla fine dell'Ottocento Arthur Rimbaud si augurava che nascesse finalmente un' epoca in cui la donna potesse raggiungere la piena libertà (o, per citare le sue parole ben più crude, in cui “l'uomo, che finora si è comportato in modo ignobile nei suoi confronti, la lasciasse libera”). “Le poetesse saranno” continua Rimbaud, e aggiunge: “La donna troverà l'ignoto”.
E’ nata l’epoca che Rimbaud profetizzava? È lecito dubitarne, osservando certi dati della cronaca e della storia di oggi. Ma è lecito anche non dubitarne, osservando altri dati, tra cui l'opera di tante artiste contemporanee. Fra queste spiccano in modo del tutto speciale Dadamaino e Maria Lai che qui, grazie a una felice idea di Galleria Six, sono accostate per la prima volta in una personale. Certo, alcune collettive le avevano già viste vicine, eppure un focus su di loro come questo, piccolo ma emblematico, ci sembra che non sia mai stato proposto.
Le due artiste, si intende, sono diversissime e la mostra non vuole affatto proporre chissà quali raffronti o suggerire affinità inesistenti tra le loro opere. Del resto un artista è sempre diverso dagli altri, altrimenti non è un artista ma un epigono. Dadamaino e Maria Lai, in particolare, sono diverse per nascita (la prima nasce a Milano nel 1930; la seconda a Ulassai, in Sardegna, nel 1919), per formazione, per il clima artistico in cui sono vissute e, più ancora, per poetica (la prima, esponente nel 1960 del gruppo Azimut di Manzoni e Castellani, si avvicina poi all’arte optical e programmata; la seconda, vissuta a Roma dal 1956 alla fine del secolo, dopo esordi nell’ambito del realismo, e più tardi dell’informale, è stata un’interprete dell'arte concettuale e una anticipatrice dell’ arte relazionale). Tuttavia entrambe, nel loro percorso espressivo, hanno trovato l'ignoto. Cioè, potremmo anche dire, hanno capito che siamo immersi nel mistero. E ce lo hanno mostrato, quel mistero, non per svelarlo (cosa velleitaria e impossibile), ma per rivelarci che il mistero c’è.
Per l'occasione alla data del 18 dicembre, si inaugurerà il nuovo format di Galleria Six con l'esposizione di un'opera di Maria Lai nel nuovo spazio di Venezia in Calle de la Vida San Marco, 2530.
Dedichiamo questa mostra ad Annalisa Guidetti. Si ringrazia Walter Baldi.
Come la stessa Elena Pontiggia scrive:
Alla fine dell'Ottocento Arthur Rimbaud si augurava che nascesse finalmente un' epoca in cui la donna potesse raggiungere la piena libertà (o, per citare le sue parole ben più crude, in cui “l'uomo, che finora si è comportato in modo ignobile nei suoi confronti, la lasciasse libera”). “Le poetesse saranno” continua Rimbaud, e aggiunge: “La donna troverà l'ignoto”.
E’ nata l’epoca che Rimbaud profetizzava? È lecito dubitarne, osservando certi dati della cronaca e della storia di oggi. Ma è lecito anche non dubitarne, osservando altri dati, tra cui l'opera di tante artiste contemporanee. Fra queste spiccano in modo del tutto speciale Dadamaino e Maria Lai che qui, grazie a una felice idea di Galleria Six, sono accostate per la prima volta in una personale. Certo, alcune collettive le avevano già viste vicine, eppure un focus su di loro come questo, piccolo ma emblematico, ci sembra che non sia mai stato proposto.
Le due artiste, si intende, sono diversissime e la mostra non vuole affatto proporre chissà quali raffronti o suggerire affinità inesistenti tra le loro opere. Del resto un artista è sempre diverso dagli altri, altrimenti non è un artista ma un epigono. Dadamaino e Maria Lai, in particolare, sono diverse per nascita (la prima nasce a Milano nel 1930; la seconda a Ulassai, in Sardegna, nel 1919), per formazione, per il clima artistico in cui sono vissute e, più ancora, per poetica (la prima, esponente nel 1960 del gruppo Azimut di Manzoni e Castellani, si avvicina poi all’arte optical e programmata; la seconda, vissuta a Roma dal 1956 alla fine del secolo, dopo esordi nell’ambito del realismo, e più tardi dell’informale, è stata un’interprete dell'arte concettuale e una anticipatrice dell’ arte relazionale). Tuttavia entrambe, nel loro percorso espressivo, hanno trovato l'ignoto. Cioè, potremmo anche dire, hanno capito che siamo immersi nel mistero. E ce lo hanno mostrato, quel mistero, non per svelarlo (cosa velleitaria e impossibile), ma per rivelarci che il mistero c’è.
Per l'occasione alla data del 18 dicembre, si inaugurerà il nuovo format di Galleria Six con l'esposizione di un'opera di Maria Lai nel nuovo spazio di Venezia in Calle de la Vida San Marco, 2530.
18
dicembre 2021
Dadamaino e Maria Lai. Trovare l’ignoto
Dal 18 dicembre 2021 al 23 febbraio 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA SIX
Milano, Piazzale Gabrio Piola, 5, (Milano)
Milano, Piazzale Gabrio Piola, 5, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15-19
Vernissage
18 Dicembre 2021, ore 17: 30
Sito web
Ufficio stampa
Galleria Six
Autore
Curatore
Autore testo critico