La Galleria Santa Marta ospiterà dal 4 Aprile la mostra di Dania Zanotto.
Vicina a una concezione dell’arte come simbolo che proviene da un altrove e guarda lontano, Dania Zanotto (Treviso, 1975) plasma materiali poveri quali lattice, piume, garza, rete e ferro per ricreare gli abiti sacri di antiche religioni, simulacri di una mitica età dell’oro. Sono macrotuniche fuori scala, dalla marcata espressività materica. Vesti sciamaniche che con un rito silenzioso l’artista applica al muro, come fossero totem, altari, mediatori spirituali, una traccia del sacro nello spazio contemporaneo. Le sue sculture, legate a doppio filo a un possibile futuro medievale, ricordano le armature dei crociati, e possiedono qualcosa anche dei kimono indossati dalle geishe. Ma con una differenza: non c’è traccia di sottomissione, anzi, le sue vesti esprimono forte aggressività.